La guerra Israele-Iran ha frenato la lotta portata avanti da Donald Trump contro la globalizzazione e contro i grandi imbroglioni della pandemia con annessi i ‘presunti’ vaccini anti-Covid

Il presidente americano farebbe bene a guardarsi dall’ONU e dai suoi bracci operativi: AIEA e OMS

Su un canale Telegram leggiamo un post che fa sorriidere amaramente: “Il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, afferma di non sapere dove si trovino ora le riserve di uranio dell’Iran e invita l’Iran a riprendere le ispezioni a beneficio di tutti”. Sotto riportiamo la foto di un pagina di un giornale dove si legge: “Proliferazione nucleare/ Il direttore dell’AIEA afferma che l’uranio arricchito dell’Iran non può essere localizzato dopo gli attacchi militari statunitensi”.

Screditare Trump e l’attacco ai siti iraniani di uranio arricchito

Rafael Grossi dirige l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (acronimo AIEA; in inglese International Atomic Energy Agency, acronimo IAEA) legata all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Da quello che si è capito, è stata questa agenzia a informare il mondo – e quindi anche il Governo federale americano – sullo stato dell’arte della bomba atomica in Iran. Come abbiamo scritto ieri (qui il nostro articolo), per ora gli avversari del presidente americano, Donald Trump, stanno facendo di tutto per screditare l’operato dei militari statunitensi in Iran. L’attacco ai tre siti dove gli iraniani conservavano l’uranio arricchito sarebbe stato inutile, perché gli iraniani avrebbero portato via l’uranio arricchito prima. A noi questa sembra una sonora balla. In ogni caso, la missione militare americana è riuscita, perché i tre siti sono stati distrutti: su questo non ci piove.

L’Iran è potentissimo perché dietro ha Cina e Russia. Mentre Trump è condizionato dalla lobby ebraica mondiale che negli USA detta legge che lo costringe a tutelare Israele

La cosa più probabile è che gli iraniani siano riusciti, in questi anni, ad allargare la produzione di uranio arricchito in altri siti. Ma questo, se le cose stanno così, non significa che l’operazione militare americana sia stata un fallimento. La verità è che in questa storia ci sono in ballo interessi enormi. L’Iran è alleato della Russia e della Cina: ed è stata proprio quest’alleanza a consentire al regime degli ayatollah a restare in piedi. Con molta probabilità, i cittadini iraniani sono veramente stanchi di una teocrazia illiberale e oppressiva. Ma a cinesi e russi, degli abitanti dell’Iran, non gliene può fregare di meno: a queste due potenze interessa il petrolio iraniano e l’influenza geopolitica di questo Paese in Medio Oriente: si pensi solo al ruolo dello Stretto di Hormuz nel commercio internazionale di petrolio. Anche agli americani degli oltre 90 milioni di abitanti dell’Iran non gliene può fregare di meno: Trump è sceso in campo di malavoglia, pressato dalla lobby ebraica mondiale, non certo dal capo del Governo israeliano, Benjamin ‘Bibi’ Netanyahu, che l’attuale presidente americano non ‘digerisce’ proprio ma che è costretto a difendere.

Non è da escludere che quello iraniano possa essere un bluff

Ora la situazione è bloccata. Se è vero che l’Iran ha in altri siti uranio già arricchito al 60%, come scrive scenarieconomici.it, la tregua tra Israele e Iran non può che favorire gli iraniani, che possono continuare a lavorare per la bomba atomica. Né gli israeliani possono riprendere la guerra, perché gli iraniani, in campo militare, hanno dimostrato di essere più forti. E’ inutile girarci attorno: Trump ha imposto la tregua perché gli iraniani stavano distruggendo le città israeliane. Morale: se gli iraniani hanno a disposizione ancora uranio arricchito, beh, a uscire male da questa storia è il Mossad, il Servizio segreto israeliano. Attenzione perché quello iraniano potrebbe anche essere un bluff: far capire di avere ancora uranio arricchito disponibile per non darla vinta agli americani e, soprattutto, agli israeliani. In questo momento la confusione regna sovrana.

La grande paura delle multinazionali farmaceutiche

E’ chiaro che l’AIEA, braccio operativo dell’ONU, è contro Trump. Ed è anche logico: oggi l’ONU è assimilabile al sistema ultra-liberista e globalista che l’attuale presidente americano combatte. Non a caso il braccio operativo dell’ONU nella sanità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sta cercando in tutti i modi di non far venire fuori la verità sui ‘presunti’ vaccini anti-Covid e sui danni che tali ‘presunti’ vaccini hanno provocato e continuano a provocare nel mondo. Anche questo è logico, se è vero che le multinazionali farmaceutiche sostengono l’OMS finanziariamente. Un obiettivo il sistema globalista l’ha raggiunto: strumentalizzando Israele (e anche la lobby ebraica mondiale?), ha distratto Trump dai primi due fronti di lotta che ha aperto: la lotta contro la globalizzazione e la lotta contro i ‘banditi mondiali’ della sanità che sono letteralmente terrorizzati perché non riescono ancora a capire che ‘carte’ hanno nelle mani Trump e del Segretario della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti d’America, Robert Kennedy junior, sul grande imbroglio planetario della pandemia…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *