La moltiplicazione dei sette pani e dei pesci. Le sette sporte dei pezzi avanzati erano per quelli di tutti i tempi affamati della sua parola e della sua Eucaristia

di Frate Domenico Spatola

10 Febbraio 2024, Sabato della quinta settimana del tempo ordinario: Marco 8,1-10

In territorio pagano volle condividere il suo pane, come in precedenza aveva fatto in quello ebraico. La folla da tre giorni, non aveva da mangiare. Gesù volle coinvolgere i discepoli della sua compassione. Senza il suo pane, per tornare a casa sarebbe svenuta per via. Alcuni erano venuti anche da lontano. I discepoli non trovarono risposta. Non erano abituati ancora alla gratuità. Impossibile sarebbe stato per loro trovare pane nel deserto. Era per Gesù prova di fiducia. Proseguì nella richiesta di collaborazione, fino in fondo. Si trattava della sua Eucaristia, presente e futura per i popoli. “Quanti pani avete?” chiese. “Sette” risposero. Era, nella mistica di quel numero, l’universalità. Ordinò a tutti di sedere. Li voleva signori. A servire (diakonia) si sarebbe premurato egli stesso con i discepoli. Per i sette pani, rese grazie (“eucaristès”) e li spezzò perché i discepoli li condividessero. Collaborarono a quel servizio che dovrà restare permanente. Al pane aggiunse il companatico dei pesciolini, sui quali recitò la benedizione. Oltre i quattromila saziati. Il numero, era legato ai punti cardinali, richiamava la totalità. Le sette sporte dei pezzi avanzati erano per quelli di tutti i tempi affamati della sua parola e della sua Eucaristia. Soddisfatta la folla da quella celebrazione, fu congedata. Poteva andare in missione a raccontare… Anche Gesù, in barca, tornò con i discepoli a Dalmanutà, di nuovo in territorio di Israele.

Foto tratta da In Terris

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