La parabola dei talenti denuncia il fallimento di chi non ha compreso che Dio vuole uomini liberi e creativi, al pari di lui

di Frate Domenico Spatola

Commento al Vangelo della XXXIII Domenica del tempo ordinario (Anno A): Matteo 25, 14-30

14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: “Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21 Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”. 22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: “Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23 Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”. 24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: “Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo”. 26 Il suo padrone gli rispose: “Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l’interesse. 28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 30 E quel servo inutile, gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridor dei denti”.

Un talento valeva trenta chilogrammi d’oro, corrispondente a seimila denari e pari a venti anni di stipendio di un operaio. Tre “servi” sono attenzionati, in base alle personali capacità, dal padrone in procinto di partire. Al primo consegnò cinque talenti, al secondo due e al terzo uno soltanto. Non li pretendeva indietro, costituivano infatti la sua opportunità perché ognuno si esercitasse con genialità creativa.  Roba da laboratorio dunque, per innalzarli al suo rango da imprenditore. I primi due raddoppiarono. E, soddisfatto, il padrone li promosse ad azionisti comprimari: “vi darò potere su molto”. La tragedia fu del “servo malvagio e pigro”. Tale lo appellerà il padrone, perché gli aveva seppellito, mortificandogli, il talento. “Per paura”, fu l’autodenuncia. Non stimava il padrone e lo temeva “duro” e che “miete dove non ha seminato”. Era l’immagine distorta della religione del Dio, temuto alla scuola di Mosè, che voleva “servi”. Non apprezzò perciò il suo ottimismo a distoglierlo dalla schiavitù in cui si era rintanato, e senza desideri di libertà, quale ogni padre auspica al proprio figlio, e per il quale investe tutto il suo amore. Era la cifra che, in Gesù, il Padre aveva investito a favore dell’uomo. Il seguito del racconto, opaco e non privo di angoscia, denuncia il fallimento di chi non aveva compreso che Dio vuole uomini liberi e creativi, al pari di lui.

Offri a me fiducia

Signore, mi è tormento
il talento
che m’affidasti.
Ti lamentasti
che, da natura,
fu di paura
il mio sentimento,
da sotterrare il tuo talento,
in campo oscuro,
mi ritenevo allor sicuro
così intatto ritornarlo.
Ma quel tarlo
ancora porto in cuore,
con tremore.
Dammi fiducia in te,
che non vedi in me
il peccatore,
ma il figlio destinato al tuo amore.

Foto tratta da Mieac

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *