‘Sti soldi europei ci sono? Siciliani Liberi insiste: il Pnrr è privo di fondi. Ma per Governo nazionale, governo siciliano e Corte dei Conti è tutto regolare. Mah

Noi riportiamo sempre quanto scrive il segretario politico degli Indipendentisti siciliani, che da alcune settimane parla senza mezzi termini di fallimento della Ue

Possibile che, in Italia, l’unica forza politica che parla senza mezzi termini di un Pnrr “totalmente privo di fondi” è solo Siciliani Liberi? Sembra incredibile ma è proprio così. la scorsa settimana abbiamo ripreso un post del segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, dove si dice a chiare lettere che “Il Pnrr è la più grande presa per i fondelli messa in campo dall’Unione europea da quando esiste. I soldi non ci sono e Comuni e imprese sono alla disperazione” (come potete leggere qui). Ma su questo argomento, in Italia, a tutti i livelli, c’è la consegna del silenzio. Anzi, tutti si comportano come se il Pnrr – i famosi 193 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea in favore dell’Italia – non sia mai scomparso. La Corte dei Conti per la Sicilia, qualche giorno fa, ha citato il Pnrr. E il Governo siciliano di Renato Schifani sta selezionando 21 esperti chiamati a gestire il Pnrr. Se, come racconta già da alcune settimane racconta Ciro Lomonte, i soldi del Pnrr non ci sono più, sarebbe una beffa per la Sicilia, perché la Regione dovrebbe pagare questi 21 professionisti che verrebbero chiamati ad operare sul nulla. In queste ore Lomonte ha vergato un nuovo post. Leggiamolo insieme.

Il Ministro Fitto che annuncia rimodulazioni e l’Emilia Romagna lasciata senza un euro dopo l’alluvione

“Non passa giorno – scrive il segretario politico degli Indipendentisti siciliani – senza che l’analisi di Siciliani Liberi sul Pnrr, riprese dalla stampa online e dalle radio indipendenti, con eco in tutta Italia, non trovi ulteriori, nuove conferme dai fatti. La famosa terza rata che, secondo il Governo (Governo nazionale di Giorgia Meloni ndr) sarebbe stata pagata a inizio Ottobre ma che in realtà era solo l’incasso dei 18,5 miliardi del Btp ‘Valore’, non è mai arrivata. Infatti, per l’ennesima volta, il Ministro Fitto (Raffaele Fitto, Ministro degli Affari europei ndr) l’8 Novembre si è recato a Bruxelles per la ‘rimodulazione’ del Pnrr, da lui e dal Governo data per decisa. In realtà, nulla è stato deciso perché sia il Governo che la Ue non hanno un centesimo da dividere”. A questo punto Lomonte dà una prova della ‘scomparsa’, mettiamola così, dei fondi del Pnrr: “Infatti, in Romagna ad oltre 6 mesi dall’alluvione, non un solo centesimo è stato speso dei 2,49 formalmente assegnati all’Emilia Romagna dei 6 miliardi del Pnrr ‘per il contrasto al dissesto idrogeologico’ annunciati a Maggio e mai arrivati. Infatti, i Sindaci dei Comuni alluvionati ieri sono sono insorti contro il commissario governativo che li accusava di inerzia, quando invece si tratta – semplicemente – della totale mancanza di fondi”. Il segretario di Siciliani Liberi cita una dichiarazione del segretario del PD di Ravenna Alessandro Barattoni: “Cercare dei colpevoli per dare adito alla speculazione politica fa male ai cittadini colpiti dal disastro e a tutto il nostro territorio. Il commissario venga più spesso nel territorio, incontri amministratori e cittadini guardandoli all’altezza degli occhi e non dall’alto del sorvolo di un elicottero e si accorgerà che di polemiche ne facciamo volentieri a meno, di soldi, idee e lavori no”.

La strana dichiarazione di Mario Draghi insolitamente pessimista sul futuro della Ue. Parole che danno forza ai post di Ciro Lomonte

Aggiunge il leader degli Indipendentisti siciliani: “La Ue in realtà è alla bancarotta. L’incontro dei Ministri finanziari dell’8 Dicembre dedicato al rifinanziamento del bilancio si annuncia come uno degli ultimi, se non l’ultimo. Infatti, il banchiere ex capo del governo italiano, ha rilasciato al quotidiano finanziario di Londra un’intervista in cui chiaramente ha menzionato ‘la fine dell’Unione europea e il ritorno al semplice mercato comune’. Due guerre sono ormai in corso ai confini europei. Le folli scelte compiute in relazione alla prima (il riferimento è alla guerra in Ucraina ndr), hanno determinato il collasso industriale ed economico di Germania e Italia. Le cui economie altamente industriali dipendono dall’energia a basso costo fornita fino al 2021 dalla Russia”. In effetti, qualche giorno fa, abbiamo letto un’intervista a Il Sole 24 Ore dell’ex governatore della Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, un po’ strana: “O l’Europa agisce insieme e diventa un’unione più profonda, un’unione capace di esprimere una politica estera e una politica di difesa, oltre a tutte le politiche economiche… oppure temo che l’Unione europea non sopravviverà se non come mercato unico”, ha detto Draghi. Poi nel resto dell’intervista l’ex capo del Governo italiano smorza i toni ma agli osservatori attenti non è sfuggito il passaggio pessimistico sull’Unione europea da parte di un personaggio che ha sempre celebrato i fasti della Ue.

La BCE nel silenzio generale, dice sempre il leader degli Indipendentisti siciliani, è tornata ad acquistare Btp. Se è così è inevitabile la domanda: l’informazione economica che fine ha fatto?

“La BCE, per evitare il default italiano, in silenzio è tornata ad acquistare i Btp – scrive Lomonte -. Ma con l’industria al collasso, gli euro creati dal nulla dalla BCE e poi trasferiti all’Italia con l’acquisto dei Btp da parte della Banca d’Italia – che ne ha in pancia ormai per oltre 1000 miliardi – non basta mai. Infatti, Roma è stata costretta a fare 135 miliardi di nuovo debito solo fra Gennaio e Luglio di quest’anno. Il denaro se ne va tutto per pagare interessi sul debito esistente (quasi 3.000 miliardi) e in assistenza ai milioni di italiani senza più un lavoro: dall’ex Ilva alle decine di migliaia di aziende in cassa integrazione ‘in deroga’. Cioè cui lo Stato paga lo stipendio tramite l’Inps, i cui vertici tacciono. Come tacciono Sindaci e presidenti di Regione, il cui unico compito è quello di erogare “Bonus” con gli ultimi soldi in tasca”. Che dire? Che i casi citati da Lomonte sono oggettivi: in Emilia Romagna i soldi non sono arrivati e la distribuzione dei bonus è una realtà.

Il ‘caso’ della rap di Palermo dove, sempre secondo Lomonte, non ci saranno assunzioni perché il Comune di Palermo sarebbe al verde

Lomonte passa poi ad esaminare lo scenario finanziario del Comune di Palermo: “Che si tratti di un inganno politico lo possono capire pure gli oltre 20.000 che hanno fatto domanda per partecipare ad un concorso per assunzioni alla Rap di Palermo. Nonostante i declamati ‘bilanci approvati’ da parte del Comune proprietario della Rap, non ci sarà alcuna assunzione. Tutto è rinviato al 2024 in attesa che il Comune approvi il ‘Piano di rientro’. Perché in cassa non c’è un centesimo. Sono, con tutta evidenza, gli ultimi giorni della cosiddetta Unione europea”.

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