La storia degli ‘assaggiatori’ che mangiavano le pietanze prima di essere servite ai sovrani per accertare che non fossero avvelenate. Pratica ancora in auge negli USA e in Russia

di Nota Diplomatica

Quando a parigi Obama fece irritare gli chef

Il praegustator – Il ‘pregustatore’ – oppure, più pedestremente, ‘assaggiatore’ è quella figura storica incaricata di provare le pietanze prima che venissero servite al sovrano per assicurare che non fossero state avvelenate nel corso della preparazione. Per quanto non se ne parli più da tempo, le indicazioni sono che il ruolo sia ancora esistente. Si riferisce infatti che i piatti che vengono portati in tavola a Vladimir Putin siano soggetti a questo tipo di prova prima di essere consumati. La pratica è coerente con la caratteristica paranoia politica russa e in qualche modo non sorprende più di tanto. La questione cresce d’interesse però quando si tratta invece dei Presidenti americani, dai tempi di John Kennedy notoriamente a rischio di assassinio. Usano gli assaggiatori anche loro? Per quanto non si voglia confermare ufcialmente, la risposta pare sia di sì. È documentato il caso di Barack Obama che – secondo un lancio dell’Agence France Presse dell’epoca – durante una visita in Francia nel 2009, fece ‘assaggiare’ prima che
gli fossero serviti i piatti preparati per lui in un ristorante di Parigi. La cosa irritò immensamente gli chef e lo staf della cucina, i quali però riferirono che il ‘pregustatore’ per fortuna risultò essere “un uomo molto gradevole e a modo”.

Quando Ronald Reagan accusò un malore dopo pranzo. Difficilmente avvelenabile Trump visto che mangia panini e patatine

Che si sappia, la Casa Bianca avrebbe confermato in un’unica occasione – nel 1988 – l’esistenza dei food tasters presidenziali. Ciò accadde durante l’amministrazione di Ronald Reagan quando, la sera prima di un incontro programmato con l’allora Primo Ministro giapponese Takeshita, il Presidente americano si sentì improvvisamente male dopo avere mangiato. Rispondendo ai giornalisti al riguardo, il suo portavoce,
Marvin Fitzwater, dichiarò: “Come misura di sicurezza, i pasti del Presidente sono di prassi assaggiati in anticipo da un suo assistente”. Da allora, le fonti ufficiali si rifiutano di “confirm or deny” le notizie della stampa americana riguardo all’impiego sistematico di food tasters. Quello che è certo invece è che i Presidenti non vanno a mangiare ‘dove capita’. È d’uso che le loro guardie del corpo assistano attentamente alla preparazione in cucina, forse non tanto in funzione ‘anti-veleno’ quanto per il rischio che qualche oppositore politico sputi nel piatto presidenziale. Il che ci porta al caso di un’eventuale seconda presidenza Trump… Oltre ad essere senza freni, Donald Trump ha – notoriamente – i gusti culinari di un teenager: fast food e ketchup à go-go. Secondo un libro di due ex-collaboratori, David Bossie and
Corey Lewandowski: “Sul Trump Force One (l’aereo utilizzato nella sua prima campagna per la presidenza) c’erano quattro ‘gruppi alimentari’ principali: McDonald’s, Kentucky Fried Chicken, pizza e Diet Coke”. La dieta di Trump potrebbe semplificare il compito dei suoi eventuali ‘pregustatori’ nel caso venisse efettivamente rieletto alla Presidenza: “Di chi è il Big Mac con patatine fritte?” Potrebbe essere di chiunque… Come si farebbe ad avvelenarlo per benino?

Foto tratta da Italia Oggi

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