La storia del Conclave ovvero i cardinali chiusi a chiave come “prigionieri”, per non essere insultati dall’esterno e far presto tra di loro

Lo stratagemma di rinchiuderli finché non si fossero sbrigati ad eleggere il successore di Pietro fu adottato per la prima volta a Viterbo dopo che per tre anni (1268-1271) non riuscivano a mettersi d’accordo

di Frate Domenico Spatola

Un Conclave, salvo poche eccezioni, si fa ad ogni morte di Papa. I cardinali di tutto il mondo, ma “incardinati” da cittadini romani, si riuniscono per eleggere il successore del Papa defunto. “Conclave”, cioè chiusi a chiave, come “prigionieri”, per non essere insultati dall’esterno e far presto tra di loro. Fu a Viterbo che si ricorse allo strategemma di chiuderli a chiave finché non si fossero sbrigati ad eleggere il successore di Pietro. Da tre anni infatti (1268-1271) non riuscivano a mettersi d’accordo. I Viterbesi chiusero a chiave le porte e scoperchiarono i tetti, senza più rifornire alimenti. I porporati a quel punto si decisero, ed elessero Papa Gregorio X, che nel secondo Concilio di Lione, adottò la parola,
“Conclave”.

Quando l’imperatore Francesco Giuseppe pose il veto di sul cardinale siciliano Rampolla

Le clausure, dall’interno e dall’esterno, sono sanzionate da vibranti scomuniche. Si ricorda l’ingerenza esercitata sul Conclave del 1903 dall’imperatore Francesco Giuseppe, che pose il “veto” per l’elezione del siciliano cardinale Rampolla, da lui ritenuto “filo-francese”. Pio X, risultato eletto, tolse ai regnanti il privilegio di interferire. La clausura dei porporati divenne da allora severa e la sua trasgressione passibile di scomunica. Ieri sera la prima fumata nera del dopo Bergoglio. Il comignolo della Sistina, rimasto sentinella e unico interlocutore con la folla che accorrerà curiosa, ci dice cosa sia successo nella duplice votazione. Votanti sono 133, al di sotto degli ottanta anni. La clausola fu posta da Paolo VI. Papa Francesco volle che rappresentassero tutta la Cattolicità, e fu perciò variegata la sua scelta. Tra loro si parlano tutte le lingue, come una Pentecoste. A elezione avvenuta diranno, come Pietro negli Atti degli Apostoli: “È piaciuto allo Spirito Santo e a noi”. La Chiesa applaudirà al nuovo “Tu es Petrus”. Ma, prima di allora, qualche ora di preghiera ci è concessa… prima della fumata attesa, cioè bianca.

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