La Ue frana. Roma scippa alla Sicilia 150 milioni (risarcimenti incendi). Lomonte sulla crisi del Comune di Palermo. Perché il Governo Schifani non attiva l’Helicopter Money?

Oggi in Germania lo sciopero degli agricoltori. Il Governo italiano continua a penalizzare la Sicilia. La reazione del presidente Renato Schifani: “Non è lo Stato in cui mi riconosco”

Il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, in un post su Facebook, fa il punto della situazione sulla crisi finanziaria del Comune di Palermo. Una crisi che non risparmia la Regione siciliana e lo Stato. I termini che utilizza sono forse un po’ ultimativi – soprattutto nei confronti del Comune di Palermo. Ma il senso del suo intervento è corretto: l’Unione europea è in grande difficoltà finanziaria perché non sa dove trovare i soldi non soltanto per sostenere la guerra in Ucraina ma anche per ospitare la gran massa di p0rofughi ucraini che si è riversata in Europa: 8 milioni secondo l’Agenzia ONU per i rifugiati (Unhcr), almeno il doppio stando a indiscrezioni. La Germania è in grande difficoltà e ha cominciato a tagliare servizi ai cittadini e a penalizzare gli agricoltori che oggi scenderanno in massa per le vie delle città tedesche per protestare contro il Governo. Anche l’Italia è senza soldi e si inventa cavilli per non pagare Regioni e Comuni. Il Governo di Giorgia Meloni ha trovato la scusa per non riconoscere alla Sicilia i risarcimenti per gli incendi che hanno funestato la nostra Isola la scorsa Estate, tra le proteste del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani (foto sotto), che ha reagito molto duramente: “Non è lo Stato in cui mi riconosco”. Superfluo aggiungere che Governo nazionale e Governo siciliano sono dello stesso colore politico: centrodestra. Ma andiamo al Comune di Palermo. Scrive Ciro Lomonte:

Ciro Lomonte sulla crisi finanziaria del Comune di Palermo. Quanto stanno costando all’Italia guerra in Ucraina e profughi ucraini?

“Sono passati 5 mesi dall’approvazione, il 20 Settembre, del bilancio 2022 del Comune di Palermo da parte del Consiglio comunale che, secondo il Sindaco e i consiglieri comunali tutti, avrebbe visto il rilancio della spesa comunale sotto forma di investimenti e assunzioni. Siciliani Liberi a più riprese ha invece spiegato che il Comune di Palermo, titolare di un enorme debito, avrebbe dovuto dichiarare il dissesto finanziario per mettere al sicuro le retribuzioni dei 20mila dipendenti fra dipendenti diretti, precari, e dipendenti delle 5 municipalizzate (Rap, Amat, Sispi, Amg Energia, Reset) ed ex Coime. Dichiarando il dissesto, Palermo avrebbe beneficiato di risorse certe perché gli stipendi e i costi dei servizi passano di fatto al Ministero del Tesoro (oggi ‘Economia’). La politica locale verrebbe di fatto esautorata e non l’ha neanche preso in considerazione”. Su questo punto non siamo d’accordo con il nostro amico Lomonte: se il Governo Meloni di centrodestra non ha i soldi per sostenere le giuste rivendicazioni del Governo regionale siciliano di centrodestra perché dovrebbe trovarli per pagare le retribuzioni ai circa 20 mila dipendenti diretti e indiretti del Comune di Palermo? Quella che tecnicamente si definisce ‘monetazione’ nell’Unione europea avviene a credito: e l’Italia, in questo momento, si può indebitare per pagare una minima parte delle spese interne e per pagare tutte le spese della guerra in Ucraina appioppate al nostro Paese e per sostenere i profughi ucraini presenti in Italia. A proposito: quanti sono i profughi ucraini arrivati in Italia? In Germania pare che ne siano circa 4 milioni, da noi quanti ne sono arrivati? Come mai l’informazione – televisione pubblica e privata in testa – non ne parla? In Germania per sostenere la guerra in Ucraina e i profughi ucraini stanno penalizzando soprattutto gli agricoltori. In Italia che succede? Forse con i soldi tolti alle Regioni e ai Comuni l’Italia sta pagando l’ennesima tranche di armi all’Ucraina e il sostegno ai profughi ucraini presenti in Italia?

Il Comune di Palermo senza soldi e le promesse dell’assessore Alessandro Anello rimaste tali

Torniamo al post di Ciro Lomonte (foto sopra) sul Comune di Palermo: “Ora, a inizio 2024, lo stesso ceto politico palermitano è, di fatto, paralizzato dalla mancanza di denaro. Di qui il nervosismo dell’eurodeputato e consigliere comunale del partito di maggioranza, Giuseppe Milazzo, che pochi giorni fa saliva sul banco della presidenza del Consiglio comunale. E quello del Sindaco, la cui sindacatura si è di fatto conclusa. ‘L’approvazione del Bilancio’, dichiarava il consigliere e oggi assessore Alessandro Anello, ‘adesso consente al Comune di procedere con investimenti e assunzioni per dare nuove energie alla ‘macchina’ burocratica. A partire dagli undici dirigenti tecnici vincitori di concorso nel 2017 e definito nel 2022, di altri 14 dirigenti a tempo determinato, la trasformazione da part-time a full time di 80 dipendenti dell’ex categoria D e la stabilizzazione di 90 lavoratori precari socialmente utili. La definizione dei lavori delle fognature di via Messina Marine, alla Cala e in via Tiro a Segno. La manutenzione straordinaria di immobili di edilizia pubblica, edilizia scolastica ed edilizia residenziale pubblica, quella delle strade; ma anche investimenti a favore delle società partecipate’. L’unico di questi obiettivi a concretizzarsi è stato l’assunzione della ventina di dirigenti. Per la stabilizzazione dei 2500 ex Pip servono almeno 30 milioni. E non uno dei lavori annunciati dall’assessore Anello – a partire da strade e marciapiedi – è stato realizzato.

La crisi dei rifiuti di Palermo non ha ‘intenerito’ il Governo nazionale

Siciliani Liberi ha stima e considerazione per ogni consigliere e assessore comunale. L’assessore Anello ha una lunga esperienza di consigliere comunale, rieletto nelle ultime quattro consiliature, le ultime due spese all’opposizione. Se ci fossero le risorse finanziarie, sarebbe il primo a spronare gli Uffici per predisporre i bandi di gara e dare il via ai lavori. Ma non ci sono. Caro assessore, caro Sindaco, amici consiglieri comunali: Palermo è di fatto commissariata dal Ministero del Tesoro. È il Tesoro a inviare il denaro con cui pagare ogni mese gli stipendi e pagare i servizi essenziali. Ma solo quello. I presidenti delle aziende partecipate possono rilasciare tutte le interviste che vogliono reclamando più denaro dai contratti di servizio pagati dal Comune. A pagare è il Tesoro, e non vi riconoscerà un centesimo in più. La Rap non può assumere i 150 vincitori di concorso perché il Tesoro non lo consente: e non la mancanza del fantomatico ‘Piano industriale’. Il gioco delle parti sindacati-politica-stampa – a causa della ‘crisi dei rifiuti’ dovuta alla raccolta rallentata per le feste – non è riuscito. Il Ministero del Tesoro commissario del Comune di Palermo non consentirà le assunzioni. Né in Rap né in altre municipalizzate. Né consentirà di fare alcun investimento. Ecco perché la sindacatura Lagalla è conclusa”. Da quello che leggiamo nel post di Lomonte, in città la crisi nella raccolta dei rifiuti avrebbe dovuto convincere il Governo nazionale a ‘cacciare’ i soldi in favore del Comune.

Esiste una soluzione per la crisi finanziaria della Regione e dei Comuni siciliani? Sì: attivare un’operazione di Helicopter Money a norma dello Statuto siciliano

Lomonte, da mesi, sostiene che i fondi del Pnrr sono una presa in giro. Noi siamo d’accordo con lui: una buona parte dei fondi del Pnrr la Ue li ha dirottati nel posso senza fondo dell’Ucraina. Oggi Lomonte aggiunge che “Il Tesoro è ad un passo dall’insolvenza sul debito pubblico”. E cita le dichiarazioni di queste ore del citato presidente della Regione siciliana: il Governo nazionale, per la precisione il Tesoro, aggiunge il Segretario politico di Siciliani Liberi, “si inventa la carenze di presunti documenti presentati dalla Regione siciliana per negare i 150 milioni di rimborsi a imprese e Comuni siciliani devastati dagli incendi dello scorso Luglio, spingendo poche ore fa il Presidente della Regione Renato Schifani sull’orlo delle dimissioni: ‘Non mi riconosco in questo Stato’, dice furibondo l’ex Presidente del Senato. La posizione politica del Sindaco Roberto Lagalla è ancora più debole. Il peso politico del Sindaco Lagalla e della città di Palermo è ancora minore. La sindacatura Lagalla, di fatto, è conclusa”. Questa dichiarazione ci sembra un po’ ultimativa. Lo scenario è generale e il Comune di Palermo non è il solo Comune in queste condizioni. In queste ore, in Emilia Romagna, hanno deciso di sostenere gli agricoltori che non coltivano i propri terreni agricoli. Forse la Regione siciliana e i Comuni dell’Isola dovrebbero inventare qualcosa. Il Governo Schifani ha fatto malissimo a non contestare allo Stato i 9 miliardi di euro che Roma ha scippato al Fondo sanitario regionale siciliano. L’Unione europea sta franando. Sulla rete leggiamo che stamattina i cittadini di Polonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Ungheria, Svizzera e Francia, per solidarietà con gli agricoltori tedeschi, potrebbero bloccare per qualche ora le autostrade. Sarà vero? Vedremo. La Sicilia nel suo complesso dovrebbe cominciare a valutare Siciliani Liberi, tre anni fa, ha proposto il ricorso a un’operazione di Helicopter Money. Ovvero emettendo, ad esempio, un titolo di alcuni miliardi di euro di euro che l’Irfis dovrebbe mettere nell’attivo del proprio stato patrimoniale. Aprendo nel passivo un conto corrente speciale alla Regione di pari entità. Tutto a norma dell’articolo 41 dello Statuto. Qui nel dettaglio quello che bisognerebbe fare.

Foto sopra tratta da TheStreet

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *