L’attuale dibattito sulle riforme costituzionali è finto. Il centrodestra scoprirà le carte solo dopo le elezioni europee

In questo momento il dibattito sulle riforme costituzionali è finto

Il dibattito sulle riforme costituzionali non ci ha mai appassionato. Della riforma, o meglio, dell’ennesima riforma della Costituzione italiana presentata dall’attuale Governo di Giorgia Meloni ha già scritto Andrea Piazza (come potete leggere qui). Ma a parte il merito di tale riforma – che non condividiamo (come potete leggere anche qui) – sono discutibili anche il momento scelto e il metodo. Il momento scelto dal centrodestra per presentare il proprio progetto di riforma della Costituzione, come raccontiamo avanti, è una mezza presa in giro, perché i ‘giochi’ si faranno solo dopo le elezioni europee. Quanto al metodo, ricordiamo che i Padri Costituenti, anche se non lo hanno imposto, hanno previsto che per cambiare la Costituzione senza successivi problemi legati a referendum è prevista una maggioranza qualificata del Parlamento, ovvero un’approvazione con i voti dei due terzi del Parlamento. Una riforma costituzionale approvata con maggioranza qualificata, come già accennato, non può essere soggetta a referendum. Se invece la riforma costituzionale viene approvata dal Parlamento con una maggioranza semplice, ebbene, tale riforma, seguendo un’opportuna procedura, può essere oggetto di un referendum confermativo: cosa più volte accaduta. (sopra foto tratta da la Fedeltà)

E’ stato un grave errore avere cambiato la Costituzione con una maggioranza semplice. E di questo sono responsabili gli ex comunisti, che hanno inaugurato una stagione di riforme costituzionali fallimentari

Va detto che nella cosiddetta Prima Repubblica la Costituzione non è stata mai cambiata con maggioranza semplice. E’ stata la sinistra di derivazione comunista – e non socialista – nella seconda metà degli anni ’90 a cambiare, per prima, la Costituzione italiana con una maggioranza semplice in Parlamento. La specificazione “sinistra di derivazione comunista” è importante, perché non faceva parte del ‘Dna’ dei socialisti italiani cambiare la costituzione a ‘colpi’ di maggioranze semplici. Da allora sono iniziate le riforme costituzionali a maggioranza semplice e i referendum. L’ultimo referendum che ha ‘bocciato’ la riforma della Costituzione italiana voluta dall’Unione europea e patrocinata dal Governo di Matteo Renzi (foto sopra tratta da Il Messaggero) è stato celebrato nel Dicembre 2016. Oggi assistiamo al solito dibattito con una variazione, rispetto al passato: il numero di parlamentari ridotto alla Camera e al Senato. E assistiamo agli esponenti delle opposizioni di centrosinistra che criticano la maggioranza di centrodestra che vuole riformare la Costituzione. In particolare, criticano gli effetti che la riforma avrebbe sul ruolo del presidente della Repubblica.

Il vero progetto di riforma costituzionale il centrodestra lo tirerà fuori dopo le elezioni europee, soprattutto se vinceranno i cosiddetti ‘populisti’. Perché le elezioni europee potrebbero essere rinviate

Non sappiamo se le opposizioni di centrosinistra temono che la riforma costituzionale possa essere approvata con una maggioranza qualificata. Il centrosinistra di oggi è diviso, ma non ci sembra diviso a tal punto da subire una riforma costituzionale con maggioranza qualificata. Di certo temono che la riforma costituzionale, qualora dovesse essere approvata con maggioranza semplice, superi agevolmente il referendum confermativo. Questo perché gli esponenti del centrosinistra sanno che, nonostante gli ‘scivoloni’ del Governo Meloni – che ci sono – sanno di essere, sotto il profilo elettorale, ancora più deboli del centrodestra. Quanto al merito relativo ai poteri e del presidente della Repubblica, sarebbe da capire se il centrosinistra è contro un’eventuale riduzione di tali poteri in senso generale, o se è contrario solo perché l’attuale capo dello Stato fa capo al centrosinistra. La verità è che la riforma costituzionale italiana prenderà forma dopo le elezioni europee previste nel Giugno del prossimo anno, ammesso che vengano celebrate. Noi pensiamo che le elezioni europee verranno rinviate a data da destinarsi, perché i massoni che oggi controllano l’Unione europea attraverso gli attuali partiti di maggioranza – segnatamente il Partito Popolare Europea e il Partito Socialista Europeo – sanno che potrebbero vincere, se non stravincere, cosiddetti ‘populisti’: e questo i suddetti massoni ‘europeisti’, che non sono affatto democratici, proveranno a impedirlo in tutti i modi, anche sospendendo le elezioni europee. Se le elezioni europee verranno celebrate e vinceranno i ‘populisti’, l’Italia passerà senza mezzi termini a una Repubblica presidenziale con connotazioni molto più marcate rispetto al progetto di riforma costituzionali mandato avanti dal Governo Meloni che non è certo ciò che hanno in testa gli attuali governanti di centrodestra.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *