Le leader del partito di destra AfD, Alice Weidel, anticipa al Financial Times quello che avverrà a breve ovvero l’uscita della Germania dall’Unione europea

La Weidel e il suo partito di destra pronti a lanciare un referendum per chiedere ai tedeschi se vogliono restare o uscire dall’Ue. La dabbenaggine politica del Cancelliere Olaf Scholz e dei partiti che sostengono il suo Governo (Socialdemocratici, Liberali e soprattutto i Verdi) hanno fatto il gioco dell’AfD

C’è una notizia importante che annuncia una burrasca politica in Europa. In un’intervista rilasciata al britannico Financial Times, Alice Weidel (foto sopra tratta da La Provincia Di Varese), leader di AfD lancia la proposta di un referendum per far uscire la Germania dall’Unione europea. La sigla AfD sta per Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), partito politico di destra denigrato – ovviamente – dai partiti europeisti. Si tratta di un partito nazionalista, conservatore, euroscettico, anti-immigrazione. AfD è un partito in grande ascesa che i sondaggi danno al 22%. Anche se i sondaggi sembrano un po’ avari, con il citato 22% questo partito, che gli europeisti catalogano come espressione “dell’estrema destra”, è avanti ai tre partiti che oggi governano la Germania: i Socialdemocratici, i Liberali e i Verdi. Questi ultimi sembrano in caduta libera, se è vero che le proteste di questi giorni in Germania, da parte degli agricoltori, si concentrano sulle scelte ‘green’ del Governo del Cancelliere tedesco Olaf Scholz che penalizzano agricoltori e allevatori di animali. Anche se la questione viene ignorata a bella posta da tanti mezzi d’informazione, AfD è destinato a crescere perché in questo momento il Governo Scholz è impegnato a trovare soldi sia per continuare a foraggiare (in verità di malavoglia) la guerra in Ucraina, sia per sostenere i milioni di cittadini ucraini che si sono riversati in Germania.

Quello che i ‘capi’ dell’attuale Unione europea non dicono, ovvero i milioni di profughi ucraini che hanno invaso l’Europa. Un esodo che, insieme con i costi della guerra in Ucraina, sta facendo saltare i conti nell’Unione europea e in alcuni Paesi europei, Germania in testa

In Germania la questione immigrati è molto delicata. Alla presenza storica della comunità turca si sono aggiunti i migranti provenienti dalla Siria, i migranti arrivati dal Nord Africa e, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, un flusso enorme di profughi ucraini. Sono stati questi ultimi, con molta probabilità – insieme con la guerra in Ucraina e a una crisi economica europea sempre più marcata, a far saltare i conti della Germania. Nell’Estate dello scorso anno Eurostat, l’Agenzia Statistica dell’Unione europea, certificava la presenza di un milione e 200 mila profughi ucraini in Germania. Già allora montavano le polemiche perché il dato appariva sottostimato. la situazione è precipitata negli ultimi tre mesi con la sostanziale vittoria militare ed economica della Russia in Ucraina contro l’Occidente. La Ue non fornisce i veri ‘numeri’ dei profughi ucraini presenti in Europa. Ma i fatti dicono che la popolazione ucraina ammonta a quasi 44 milioni di persone, con il 76% circa di ucraini, il 22% di russi e piccole etnie di bielorussi, ebrei, moldavi, polacchi, rimeni, ungheresi, tatari. E’ chiaro che con i continui bombardamento russi che da oltre un anno non danno tregua, una parte importante dei circa 33 milioni di cittadini ucraini si sarà riversata nei Paesi dell’Unione europea.

Il Governo del Cancelliere Scholz sta cercando di scippare almeno 3 miliardi di euro dalle tasche degli agricoltori tedeschi che erano già in polemica con i Verdi per le politiche ‘green’ che penalizzano l’agricoltura. Ma non ci riuscirà mai, perché gli agricoltori scateneranno un ‘gran bordello’

Tutti sanno che i Paesi europei che ospitano più profughi ucraini sono la Polonia e, soprattutto, la Germania. La situazione, per l’attuale Governo tedesco, è complicata. Pur avendo nel corso degli anni drenato tante risorse all’Europa mediterranea con la truffa monetaria della moneta unica europea (leggere euro), oggi Olaf Scholz e i sui Ministri non sanno dove trovare i soldi per andare avanti. E’ per questo che stanno provando ad ‘alleggerire’ le tasche degli agricoltori tedeschi scippandogli oltre 3 miliardi di euro. Soldi che dovrebbero servire per mantenere i migranti. Gli agricoltori della Germania, che avevano già i cabbasisi gonfi per le politiche ‘green’ del Verdi, sono scesi in piazza e scateneranno un casino fino a quando il Governo del Cancelliere Scholz non farà marcia indietro sugli aiuti che vorrebbe togliere al mondo agricolo. Non solo. Ora la protesta si è allargata e gli agricoltori vogliono anche bloccare le balordaggini dei Verdi, come gli insetti a tavola al posto delle bistecche per distruggere gli allevamenti zootecnici. Questo gli esponenti dell’AfD lo sanno molto bene e infatti stanno cavalcando un’onda di rivolte che non sono state create da loro ma dall’ottusità politica dei tre partiti che oggi governano la Germania, i citati Socialdemocratici, Liberali e Verdi.

Alla crisi economica provocata dalla guerra in Ucraina si è aggiunta la chiusura del Canale di Suez voluta non dai ribelli Houthi – che sono lo strumento peraltro molto efficace – ma da Cina, Russia e Iran per ‘stringere le palle’ all’Unione europea che appoggia Israele contro il mondo arabo e l’Ucraina contro la Russia

Insomma, chi è causa dei suoi mal pianga se stesso. L’economista John Kenneth Galbraith, celebre per la sua ironia, amava dire che “prima o poi il denaro si separa dagli stupidi“. Lo stesso discorso vale in politica: che gli piaccia o no, Socialdemocratici, Liberali e Verdi tedeschi, tra insetti a tavola, tagli all’agricoltura, cappotti termici agli edifici, auto elettriche con le batterie che esplodono e altre buttanate ‘green’ sono destinati a perdere le elezioni europee di Giugno e poi a perdere, a Settembre, le elezioni negli Stati orientali di Sassonia, Brandeburgo e Turingia. Ed è in questo scenario che la leader di AfD, Alice Weidel, ha lanciato la proposta di un referendum per chiedere ai cittadini tedeschi se vogliono restare o uscire dall’Unione europea. La Weidel è molto abile. Dice: “Noi vogliamo cambiare l’attuale Unione europea”. Ma sa benissimo che con la guerra in Ucraina che continuerà per tutto quest’anno e chissà per quanti altri anni ancora – guerra che, per inciso, dovrà essere pagata in massima parte dall’Unione europea – la situazione economica e sociale non potrà che deteriorarsi. Come abbiamo scritto ieri, la spedizione militare di tedeschi, francesi, italiani e belgi nel Mar Rosso per sbloccare il Canale di Suez è una stupidaggine, perché il Canale di Suez chiuso oggi è una priorità di Cina, Russia, Iran e mondo arabo anti-occidentale. La Ue è destinata ad affondare nella crisi economica. Tra sette-otto mesi sarà la maggioranza del popolo tedesco a chiedere una svolta e l’addio della Germania all’Unione europea è ormai nelle cose. Milano Finanza scrive che il partito di Alice Waild “vola nei sondaggi”. Va da sé che l’AfD è il partito destinato a governare la Germania con la ‘benedizione’ dei grandi e piccoli capitalisti tedeschi che saranno ben felici di lasciare un’Unione europea dalla quale non potranno prendere più nulla ma semmai rimetterci.

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