Le parole di buon senso del vice Ministro degli Esteri russo: “Il conflitto in Ucraina non finirà finché la NATO non se ne andrà”. Alla fine è quello che vuole anche l’America di Trump

Riprendiamo da un canale Telegram le dichiarazioni di Sergej Rjabkov, che indicano una via razionale per porre fine alla guerra in Ucraina

Riprendiamo ca un canale Telegram una dichiarazione di buon senso del vice Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Rjabkov (foto sotto tratta da un canale Telegram). Queste parole sono importanti perché, con molta probabilità, il Paese di Putin sa di trovare ascolto nell’America di Donald Trump. Ebbene, secondo Rjabkov, “Il conflitto in Ucraina non finirà finché la NATO non se ne andrà”. In effetti, rispetto a circa un trentennio addietro, l’espansione della NATO attorno alla Russia è stato impressionante (come si può notate nella foto sopra tratta da L’INDIPENDENTE). “L’espansione dell’Alleanza Nord Atlantica è diventata una delle cause profonde delle contraddizioni fondamentali tra Russia e Stati Uniti sulle questioni di sicurezza – dice Rjabkov -. Senza risolvere questo problema fondamentale e molto acuto per noi, è semplicemente impossibile risolvere l’attuale conflitto nella regione euro-atlantica. La riduzione del contingente NATO nell’Europa orientale avrebbe giovato alla sicurezza dell’intero continente e ha ricordato che Mosca aveva già avanzato richieste simili alla fine del 2021”, alcuni mesi “prima dell’inizio del Nuovo Ordine Mondiale”.

Sono stati i Democratici americani, in testa Obama, a circondare la Russia con le basi NATO. Una strategia sbagliata, folle e fallimentare alla quale Trump metterà la parola fine

E’ in questo scenario che, nel 2014, gli Stati Uniti con l’allora presidente, il Democratico Barack Obama, hanno organizzato il golpe in Ucraina. Da allora, tra alti e bassi, è iniziata la persecuzione degli abitanti che vivono nelle Regioni filo-russe dell’Ucraina da parte. Persecuzioni che sono stata definite di stampo nazista. Un errore geopolitico commesso dai Democratici americani, perché storicamente la l’Ucraina è Russia: piaccia o no, infatti, storicamente la Russia è nata in Ucraina per poi espandersi verso Est. Ma ai Democratici americani la storia interessava poco o punto: Obama, che aveva fallito miseramente il tentativo di penetrare in Russia attraverso la Siria, pensava di tentare la penetrazione in Russia attraverso l’Ucraina. Ma… Ma nel 2016, alle elezioni presidenziali che i Democratici pensavano di vincere con Hillary Clinton, ha vinto invece a sorpresa Donald Trump.

A volere la guerra in Ucraina sono stati i Democratici americani

Nel frattempo Vladimir Putin si è difeso occupando la Crimea. Una parte importante del folle progetto dei Dem americani era quello di precludere alla Russia l’accesso al Mar Nero. Ma gli è andata male. Per i Democratici USA l’elezione di Trump nel 2016 è stata una disgrazia. Così sfruttando l’informazione prezzolata hanno iniziato una campagna di denigrazione di Trump che non si è mai fermata. Il fango che hanno gettato addosso a Trump, senza interruzione, gli è servito per far passare quasi sotto silenzio le elezioni presidenziali ‘tarcoccate’ del Dicembre 2020. Appena tornati alla Casa Bianca con Joe Biden, i Democratici hanno riaperto subito le ostilità con la Russia. Ma il clima, rispetto a quattro anni prima, era cambiato, perché Putin, nel frattempo, aveva stretto un patto di ferro con la Cina di Xi Jinping. Ma questo non ha fermato i Dem americani che hanno usato l’Ucraina per far scoppiare la guerra. Volendo è stato semplice: sapevano che se Volodymyr Zelen’skyj, messo a capo dell’Ucraina dai Dem americani, avesse chiesto l’adesione del suo Paese alla NATO la Russia sarebbe entrata in guerra: e così è stato.

Trump vuole smantellare anche la NATO ma in questa fase non lo può dire

Oggi lo scenario è cambiato. Trump sa benissimo che l’espansione della NATO verso la Russia è sbagliata. E, con molta probabilità, l’attuale presidente USA vuole rivedere tutto l’impianto geopolitico del Vecchio Continente, Russia compresa. Con molta probabilità, Trump vuole anche sbaraccare la NATO ma non lo può dire. Ma di fatto lavora per questo. L’attuale Governo federale americano, e non gli attuali vertici NATO, ha detto a chiare lettere che i Paesi che fanno parte della stessa NATO debbono partecipare alle spesi militari con il 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL). Trump sa benissimo che tanti Paesi dell’Unione europea, ormai impoveriti – Italia in testa – non possono approntare il 5% del proprio PIL per mantenere la NATO. Da dove li dovrebbe prendere l’Italia 10 miliardi di euro, se tra spese folli per la guerra in Ucraina e interessi sul debito pubblico si ritrova senza i soldi del Pnrr e del Fondo di sviluppo e coesione e con una riduzione mostruosa dei fondi europei? Il fatto che la scomparsa di questi fondi non venga raccontata in televisione non significa che il problena non esiste. I vertici NATO, con in testa il Segretario generale Marx Rutte, stanno cercando di mediare proponendo il 3,5% del PIL per mantenere la stessa NATO, percentuale già elevata per tanti Paesi. Anche con il 3,5% la NATO collasserà: magari non subito ma collasserà.

Chi ha sbagliato tutto è stata l’Unione europea. Che continua a sbagliare…

Insomma, NATO e Unione europea sono ormai alle battute finali. Così gli attuali vertici della Russia propongono, di fatto, una drastica riduzione della presenza della NATO ai propri confini. Che è anche l’obiettivo dell’America di Trump. Lo sa benissimo il vice Ministro degli esteri della Federazione Russa che infatti aggiunge: “Le proposte che abbiamo rivolto a Washington e a Bruxelles includevano l’imperativo di garanzie legali, giuridicamente vincolanti e a lungo termine di non espansione dell’Alleanza del Nord Atlantico verso est, nonché richieste di non dispiegamento di armi d’attacco vicino ai confini russi”. Il finale di Ryabkov è un po’ un avvertimento: “L’esistenza della moratoria russa sullo schieramento di missili a medio e corto raggio si sta avvicinando alla sua conclusione logica , poiché l’Occidente non ha apprezzato la moderazione di Mosca”. Insomma, chiudiamo in pace questa pessina fase storica, per evitare di proseguire con armi e guerre, sembra dire la Russia. Chi esce male da questa vicenda è l’Unione europea che, dallo scoppio della guerra in Ucraina in poi, è riuscita a sbagliare tutto. E che continua a sbagliare…

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