L’Italia è arrivata alla ‘canna del gas’ e la Sicilia sta per sprofondare? Ne è convinto il Segretario politico di Siciliani Liberi Ciro Lomonte

La tesi a noi sembra un po’ troppo pessimistica, anche se dobbiamo ammettere che quanto ha scritto negli ultimi tempi Lomonte sull’inesistenza dei fondi del Pnrr non è stato smentito

“Sicilani Liberi è l’unica forza politica che può spiegare perché l’approvazione della legge finanziaria 2024, non casualmente avvenuta nei tempi evitando l’esercizio provvisorio, rischia di essere l’ultima legge finanziaria varata dal Parlamento della Regione Siciliana con la fine de facto della stessa istituzione regionale”. Si apre così un post del Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, che torna a raccontare la crisi economica della nostra isola e, in generale, dell’Italia. I toni di questo post sono decisamente pessimisti. Secondo il leader degli Indipendentisti siciliani con l’approvazione della legge regionale di stabilità 2024 da parte del Parlamento dell’Isola sarebbe finita l’istituzione regionale. “I deputati e il Presidente della Regione lo sanno – scrive Lomonte -. Per questa ragione hanno concordato una legge che massimizzasse la spesa pubblica regionale sul territorio: in modo da consentire agli Uffici regionali di produrre subito i mandati di pagamento”. Per carità, la crisi economica e finanziaria c’è e la legge Finanziaria approvata in queste ore dall’Assemblea regionale siciliana sembra, in effetti, una sommatoria informe di mance & mancette prima del diluvio… Detto questo, la tesi di Lomonte non è venata da un pessimismo un po’ eccessivo? Anche se dobbiamo dire che, fino ad ora, quanto ha raccontato da qualche mese a questa parte il Segretario di Siciliani Liberi sull’inesistenza dei fondi del Pnrr non è stato smentito. (sopra foto tratta da POLITICAdeMENTE)

I dati ballerini della legge di stabilità regionale approvata in queste ore dall’Assemblea regionale siciliana

“I siciliani e buona parte dei deputati regionali – scrive il Segretario di Siciliani Liberi – non sanno chi siano il ‘ragioniere generale’ della Regione, il dirigente generale della ‘programmazione’, e i pochi funzionari del Tesoro che di fatto controllano ormai totalmente le casse regionali. Nelle quali hanno lasciato sì e no i soldi per gli stipendi e per metà (avete letto bene) della rete sanitaria regionale. La legge finanziaria dispone la spesa dei soldi indicati nel Bilancio. Il fatto è che ormai le voci di Entrata del Bilancio regionale sono come quelle dei Comuni: aleatorie ed incerte. Le uniche risorse certe erano quelle cosiddette ‘comunitarie’. Cioè i fondi della ‘programmazione’, fra i quali il più ingente era il Fondo di sviluppo e coesione (Fsc). Roma, che non ha mai introitato alcuna rata del Pnrr oltre le prime tre, spese tutte in spesa corrente, ha levato alle Regioni il Fsc, avocandolo a sé”. Non abbiamo ancora letto la legge di stabilità regionale 2024. Di solito, negli ultimi anni, nel Bilancio ci sono sempre state le somme certe, mentre nella Finanziaria le somme incerte, dette anche, sotto il profilo tecnico, “accantonamenti negativi”. Non sappiamo se anche il Bilancio regionale sia diventato un documento contabile con capitoli non coperti. Lo vedremo leggendo la legge. Per un anno – prosegue Lomonte – il governo Schifani (Renato Schifani, presidente della Regione siciliana ndr), fra cui si è distinto per iniziativa l’assessore Tamajo (Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive ndr), ha speso circa 1 miliardo di euro di fondi comunitari non spesi dai precedenti governi. Pagando ‘bonus’ a tutti: incluse 20mila famiglie che non riuscivano più a pagare le rate del mutuo triplicate a causa dell’aumento dei tassi. Ma ora quei soldi sono finiti. E in cassa non è rimasto altro. Ecco perché l’assessore Falcone (Marco Falcone, assessore regionale all’Economia ndr) annuncia che questa sarà la sua ultima Finanziaria: perché sa che il collasso finanziario della Regione è ormai imminente”. (sotto l’assessore Tamajo e il presidente Schifani: foto tratta da PALERMOTODAY)

I tagli alla sanità pubblica siciliana e i fondi per le autostrade dell’isola spariti

A questo punto comincia un’analisti economica e finanziaria da brivido: “Rinviata di due anni la sostituzione di tutte le apparecchiature degli ospedali che si sarebbero dovuti acquistare con i fondi del Pnrr (questa notizia l’abbiamo scritto qualche giorno fa) . Cancellata per carenza di fondi la a costruzione del tratto autostradale da Modica a Gela, e addirittura depennati pure i 10 km fra Modica e Scicli. Sulla A20 Palermo-Messina gestita dalla Regione tramite il Consorzio autostrade a causa della carenza di traffico e quindi di introiti il gestore ha rimosso le pompe di carburante della ex ‘area di servizio Tindari Nord’. Per 200 km non è più possibile fare rifornimento, prendere un caffè o accedere ai servizi igienici. La rete ospedaliera è ormai ridotta della metà – prosegue Lomonte -. Uno dopo l’altro sono chiusi interi reparti. Da Sciacca a Sant’Agata a Petralia ad Acireale, a nulla sono servite le proteste. Le scuole stanno per essere accorpate in massa. I tassi di interesse al 4,5% da 0 che erano, l’inflazione gigantesca dovuta innanzitutto al costo dell’energia più che raddoppiato, e infine la recessione economica dovuta al crollo della domanda estera causa guerre ai confini europei, hanno portato il bilancio dello Stato ad un passo dall’insolvenza sul debito pubblico”.

Secondo Lomonte, Roma ha tagliato tutti i trasferimenti a Regioni, Comuni ed Enti locali vari

“I funzionari del Tesoro – prosegue Lomonte – hanno tagliato praticamente tutti i trasferimenti a Regioni, Comuni ed Enti locali vari. Gli ospedali chiusi, le strade e i marciapiedi distrutti, la pubblica illuminazione spenta, i fondi Pnrr inesistenti, i supplenti e il personale tecnico e amministrativo scolastico a tempo determinato non pagato a Gennaio inoltrato non è un problema causato dalla ‘piattaforma’ (il computer) che non funziona. Queste sono amenità che solo la stampa di regime italiana può diffondere e avallare. Sono causate dai suddetti funzionari del Tesoro a Roma, i quali, per garantire ancora qualche mese di stipendi pubblici – incluse le laute retribuzioni dei parlamentari, dei manager pubblici e ricche pensioni fra cui quelle pagate dalla Regione Siciliana agli ex dipendenti – hanno letteralmente segato i trasferimenti dal c/c del Tesoro a tutti i destinatari. Schifani, ex Presidente del Senato, lo sa molto bene. Per questo passa quasi tutto il tempo a Roma. Cerca disperatamente di non far subire alla Regione altri tagli. E cerca nuove risorse dai ministri che furono suoi compagni di partito. Ma né Tajani né Gasparri né i ministri della Lega Nord titolari del Tesoro e dei Lavori pubblici hanno nulla da dare alla Regione siciliana e ai Comuni siciliani oltre il pagamento degli stipendi e delle pensioni fino a quando sarà possibile”. Ribadiamo: a noi tale analisi sembra eccessivamente pessimistica. Però i fatti citati dal Segretario politico di Siciliani Liberi sono reali.

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