Lo stupro di gruppo a Palermo: si può ricorrere a un processo rapidissimo?

Sarebbe un bel segnale per tutta la società. Sacrosante la rabbia e l’indignazione dei cittadini verso la violenza inaudita di un gruppo di ragazzi su una ragazza di 19 anni
Lo stupro di gruppo a Palermo

Un fatto è certo: lo stupro di gruppo su una ragazza di 19 anni avvenuto a Palermo sta suscitando tanta rabbia e tanta indignazione. I cittadini reagiscono. Chi dice che la rete è il luogo del vuoto umano e sociale si sbaglia. La rete è importante o inutile, se non dannosa, a seconda di chi la usa e di come la si usa. La reazione contro i sette ragazzi autori di violenza inaudita contro una ragazza è sacrosanta e positiva. Ci sono gli eccessi, è vero. Ma sono più che giustificati. In queste ore le toppe di chi ha interesse a sminuire i fatti si stanno rivelando peggiori del buco. Dire che la ragazza era “consenziente” non alleggerisce la posizione degli stupratori, semmai la rende ancora più spregevole. La rende più spregevole perché appare come una difesa pessima, ovvero il tentativo di scaricare la responsabilità sulla ragazza con il solito ritornello “lei l’ha voluto, lei se l’è cercata”. E questo è inaccettabile.

Troppo comodo scaricare la responsabilità sulla mancanza di educazione. Chi ha compiuto un atto simile non può sfuggire dalle proprie responsabilità

La verità è che questa storia, da qualunque parte la si guardi, ci consegna una pagina di abiezione umana, ovvero uno stato di bassezza morale senza se e senza ma. Né ci convince il tentativo di far venire meno le responsabilità personali di chi ha compiuto tale violenza invocando la solita mancanza di educazione da parte dei genitori. Per carità, l’educazione è importante ma davanti a certi fatti un ragazzo maggiorenne o meno non può sfuggire dalle proprie responsabilità, che sono gravissime. Tutti abbiamo insito in noi stessi un concetto: se qualcosa fa male a noi, ebbene, sappiamo che non dobbiamo farla agli altri: e in questo caso l’educazione c’entra poco o punto. Né può bastare il rimorso, anche se importante. Noi non siamo giuristi ma semplici giornalisti. E in quanto tali ci chiediamo e chiediamo: per fatti così gravi non sarebbe corretto ricorrere a un processo rapidissimo? Sarebbe un bel segnale per tutta la società: per i cittadini che si aspettano una punizione esemplare in tempi brevi e, soprattutto, per fare capire a tutti che la violenza sulle donne, a tutti i livelli, non può più essere tollerata.

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