Ma Prigozhin è veramente morto? Vediamo perché la domanda, è il caso di dirlo, non è campata in aria…

Stando alla documentazione, nel jet privato Embraer 135 (EMB-135BJ) precipitato erano stati registrati dieci passeggeri. Ma sono stati trovati i corpi di otto passeggeri. E gli altri due che fine hanno fatto? E soprattutto chi sono gli assenti? Questo si scoprirà – se si scoprirà – con l’analisi del DNA

Un fatto è certo: nella lista delle persone registrate a bordo del jet privato Embraer 135 (EMB-135BJ), oltre a Evgenij Prigozhin e Dmitry Utkin, viaggiavano altre otto persone. Il problema è che nel luogo dove l’aereo si è schiantato sono stati rinvenuti otto corpi senza vita quasi carbonizzati e, di conseguenza, irriconoscibili. La notizia la leggiamo su un canale Telegram (che pubblica un articolo dal titolo: “Evgenij Prigozhin, l’ultima epopea (?) fonte Rangeloni). Gli otto corpi verranno sottoposti alle analisi del DNA per stabilire i nomi. La cosa è un po’ strana, perché due corpi non possono essersi volatilizzati. A meno che… A meno che a viaggiare nell’aereo erano in otto e non in dieci. Se è così bisognerebbe capire chi non si trovava sull’aereo. da quello che si legge qua e là, Prigozhin era un uomo molto attento e, di solito, si registrava in un volo per poi imbarcarsi su un altro aereo. Non ci resta che attendere l’analisi del DNA dei corpi carbonizzati. I russi renderanno noti i risultati di tali analisi? Per la cronaca, gli aerei che trasportavano i militari dell’armata Wagner erano due: uno è atterrato e l’altro è precipitato, non si capisce se colpito dalla contraerea o se esploso in volo. In rete, poco tempo dopo la diffusione della notizia, è apparso un video in cui si vede un aereo precipitare al quale manca un’ala. Si è detto che si tratta dell’areo precipitato, ma è una notizia che va presa con le pinze in una vicenda nella quale non mancano le stranezze. Non è che con l’analisi del DNA avremo qualche sorpresa?

Inutile girarci attorno: la morte – se morte è – del comandante della Wagner svantaggia Stati Uniti e Russia e avvantaggia Zelesnky e la Francia

Un altro fatto certo è che chi ha compiuto questo attentato non vuole che si metta fine alla guerra in Ucraina. E’ noto che la controffensiva dell’Ucraina – che poi è la controffensiva occidentale – è fallita e che sono i russi che stanno conquistando altri territori ucraini. Tutto questo mentre non mancano le fughe di soldati ucraini, che cercano di sfuggire a una morte quasi certa, perché sotto il profilo militare – e soprattutto di strategia militare – i russi sono nettamente superiori. Non solo. tanti giovani ucraini fuggono dal loro Paese per non andare al fronte. In questo scenario gli Stati Uniti d’America stanno cercando una scappatoia per chiudere la guerra in Ucraina senza perdere la faccia. Negli USA la guerra in Ucraina è fonte di crisi economica e il presidente Joe Biden, che si vorrebbe ricandidare (nel Dicembre del prossimo anno si celebreranno le elezioni presidenziali), deve assolutamente chiudere la guerra, anche da sconfitto, per evitare di straperdere la stessa guerra e per cercare di recuperare voti. Il problema è che con questo attentato tutto si complica. La speranza americana è che i militari della Wagner si convincano che ad uccidere Prigozhin sia stato il presidente russo Putin e diano il via a una guerra civile. Ma è una speranza un po’ stupida, perché la morte del capo della Wagner – ammesso che sia fra le otto vittime – allontana la fine della guerra con la vittoria della Russia e, di conseguenza, svantaggia Putin. Chi trae vantaggio dall’incidente aereo sono il presidente dell’Ucraina Zelensky che allontana la fine della guerra con la sua sconfitta e anche la Francia, dal momento che Prigozhin e la sua armata stavano cominciando a lavorare sia in difesa del Niger dove una rivoluzione ha cacciato i francesi, sia, in generale, nei 14 Paesi africani ancora oggi controllati dalla Francia con metodi colonialisti. Ricordiamoci che negli incidenti aerei, da Enrico Mattei all’aereo di linea precipitato nel mare di Ustica, l’ombra dello zampino francese non è mai mancato…

Foto tratta da Quotidianoweb.it

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