Negli orrori della strage di Altavilla Milicia compare spesso la parola “diavolo”. Proviamo a riflettere su questo “agente oscuro e nemico”

La memoria ritorna alle parole pronunciate nel lontano 1972 da Paolo VI

Negli orrori della strage di Altavilla Milicia compare la parola “diavolo”. Di questa triste e inquietante vicenda sono piene le cronache di questi giorni. Noi vogliamo provare ad andare oltre la cronaca. La parola “diavolo” in questa storia è solo un argomento buttato lì, quasi per spiegare razionalmente una storia terribile, o ci potrebbe essere dell’altro che, comunque, non giustifica chi si è macchiato di fatti terribili? La memoria ritorna alle parole pronunciate nell’ormai lontano 15 Novembre del 1972 da Papa Paolo IV in occasione della celebrazione dei Patroni di Roma, i Santi Pietro e Paolo, pilastri indiscussi della Chiesa Cattolica e della fede dei credenti. “Attraverso qualche fessura, il fumo di satana è entrato nella Chiesa”, disse il Pontefice. Il Papa si soffermava sul male esistente nel mondo, “occasione ed effetto di un intervento in noi e nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico, il demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, ma un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Misteriosa e paurosa“. Il diavolo, disse il Papa, “è il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero”.

“… il diavolo introduce deviazioni nocive, ma all’apparenza conformi con le nostre strutture fisiche e psichiche…”

Le parole pronunciate da Paolo VI fecero molto scalpore. Il diavolo veniva presentato non come un semplice simbolo del male ma come un essere creato da Dio che ha scelto di rifiutare Dio. Ci piace ricordare un’omelia di qualche anno fa di un sacerdote di grande acume, Padre Maurizio Botta, omelia fa riportata da La Luce di Maria nella quale delle parole pronunciate da Paolo VI nel 1972. Padre Maurizio Botta ricorda che il Santo Padre presentò il peccato come “occasione ed effetto di un intervento nel nostro mondo di un agente oscuro e nemico”, per l’appunto il demonio. “Nel corso della sua udienza – leggiamo sempre nell’articolo de La Luce di Maria – il Santo Pontefice Paolo VI presentò questa terribile realtà come ‘demoniaca, misteriosa e al tempo stesso paurosa’. Paolo VI, ci ricorda il Sacerdote, ribadì la caratteristica ‘personale’ del demonio. Il Pontefice definì il diavolo come ‘tentatore per eccellenza’. Fu Cristo stesso a definire il demonio ‘padre della menzogna’. Con un termine dalla forte valenza simbolica – ricorda Padre Maurizio, il Pontefice definì il demonio ‘insidiatore sofistico dell’equilibrio morale dell’uomo’. Attraverso dei ragionamenti sofistici, quest’ultimo insidia la vita morale di ogni uomo. Lui è il perfido e astuto incantatore, che in noi riesce ad insinuarsi, per via dei ‘sensi’, della fantasia e della logica utopistica. Inserendosi – leggiamo sempre nell’articolo de la Luce di Maria – il diavolo introduce deviazioni nocive, ma all’apparenza conformi con le nostre strutture fisiche e psichiche. Ci sono segni della presenza diabolica? Padre Maurizio, riprendendo la bellissima e moderna catechesi di Papa Paolo VI, ci dice che potremmo supporre la sua sinistra azione là dove la negazione di Dio si fa radicale. Dove la menzogna si afferma ipocrita e potente, contro la verità evidente. Dove l’amore è spento da un egoismo crudele, dove il nome di Cristo è impugnato con odio cosciente e ribelle. Dove lo spirito del Vangelo è mistificato e smentito. Dove la disperazione si afferma come ultima parola. Lì, è l’esperienza di satana (qui per esteso l’articolo de La Luce di Maria)”.

Nessuna giustificazione per gli autori dell’orribile strage di Altavilla Milicia

Ciò non significa giustificare gli orrori della strage di Altavilla Milicia, che rimangono orrori compiuti da persone che risponderanno dei loro terribili atti alla Giustizia terrena e, per chi crede, anche a quella divina. Staimo solo provando – lo ribadiamo – ad andare al di là non della ricostruzione dei fatti provando a guardare oltre l’abisso terreno, con tutti i nostri limiti. Un tentativo, sicuramente perfettibile, che ci è stato quasi suggerito dalla parola “diavolo” che ricorre sia nella ricostruzione di un evento sconvolgente da parte del mondo dell’informazione, sia da parte di qualche protagonista di questa storia “demoniaca, misteriosa e al tempo stesso paurosa”.

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