Non c’è alcuna pace tra Israele e Iran ma solo una tregua. Gli americani hanno distrutto le tre aree di arricchimento dell’uranio iraniane ma forse ce ne sono altre. Che farà l’imprevedibile Trump?

Gli avversari del presidente americano cercano di sminuire l’importanza dell’attacco ai siti nucleari iraniani. Ma non sono credibili. Non è da escludere qualche nuova azione americana

Non c’è alcuna pace tra Israele e Iran. Semmai è una tregua ma non è detto. Gli avversari del presdente american, Donald Trump, cercano disperatamente di sminuire la sua azione in Medio Oriente. Spiccano il quotidiano New York Times e la CNN. La tesi è cheil bombardamento effettuato in Iran dai militari americani nei tre centri di stoccaggio dell’uranio arricchito non sarebbe riuscita. C’è da crederci? No, perché si tratta di mezzi d’informazione che abbiamo visto all’opera in questi anni, tra discutibili elezioni presidenziali statunitensi del Dicembre 2020 e gestione della pandemia, con riferimento soprattutto ai ‘presunti’ vaccini contro il Covid. La realtà è che i siti sono stati distrutti non è da escludere che gli iraniani, che non escludevano il bombardamento, abbiano altri siti dove tengono altro uranio arricchito. Su questa vicenda è in corso una mezza recita a soggetto, con il Governo Federale di Trump che coinvolge l’FBI per carcare di capire da dove sarebbe partita la fuga di notizie. Questa discussione pubblica sui ‘buchi’ dell’Intelligence americana, a tratti anche plateale, è quanto meno sospetta. Non è da escludere che Trump, che al vertice NATO andato in scena in Olanda, si è presentato come una sorta di vincitore (e in parte lo è, perché, ribadiamo, i tre siti nucleari iraniani sono stati colpiti), stia preparando qualche nuova azione. Anche il bizzarro avvertimento che il presidente americano ha inviato all’ayatollah Khameney: “O tregua o ti veniamo a prendere”, facendogli sapere che i ‘Servizi’ mericano sanno dove si trova sa tanto di scenico. Chissà cos’ha in testa il sempre più imprevedibile Trump.

Il commento più saggio sulla tregua tra Israele e Iran arriva dal Ministro degli esteri russo, Lavrov: “Non traiamo conclusioni affrettate sulla base di informazioni frammentarie. Ma siamo per la pace!”. Gli Houthi annunciano nuovi attacchi a Israele

Il fatto certo è che, fino a un giorno fa, israeliani e iraniani se le sono date di santa ragione (sopra una foto Teheran bombardata tratta da un canale Telegram). Né è credibile una lunga tregua, né tanto meno la pace tra questi due Paesi. Lo stop alle armi conviene ad Israele perché può continuare a colpire Gaza e magari rifornirsi di armi e di una difesa antiaerea che ha lasciato passare almeno il 15% dei missili arrivati dall’Iran. Ma conviene anche agli iraniani, che forse vogliono capire che ‘carte’ ha in mano Trump. Saggio il commento del Ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov: “Meglio non trarre conclusioni sul cessate il fuoco tra Israele e Iran, poiché al momento è difficile avere un quadro chiaro degli eventi che si stanno verificando nel Paese. Allo stesso tempo, la Russia accoglie con favore qualsiasi accordo che porti a un cessate il fuoco. Non traiamo conclusioni affrettate sulla base di informazioni frammentarie. Ma siamo per la pace!”. Mentre il capo di Stato maggiore israeliano, Eyal Zamir, dice che la campagna contro l’Iran non è finita. E aggiunge: “C’è una nuova fase davanti a noi, ma ora la priorità sarà la Striscia di Gaza”. Dall’altra parte della barricata gli Houthi, alleati dell’Iran (e sostenuti anche da Cina e Russia) non sembrano avere intenzioni pacifiche. Mohammed al-Buhiti, componente dell’ufficio politico, stando a quanto leggiamo su un canale Telegram, fa sapere “le nostre operazioni militari contro Israele continueranno, finché l’aggressione a Gaza non sarà fermata e l’assedio della Striscia non sarà revocato”. Non è un avvertimento da prendere sottogamba, perché i guerrieri Houthi sono agguerriti e abili.

Zelenskyj vuole altri 150 miliardi di euro: non ci sono problemi, pagherà l’Unione europea con i soldi dei cittadini europei. Tagli anche alle indennità dei parlamentari e ai vitalizi degli ex parlamentari?

Una notizia tragicomica arriva dall’Olanda dove, come già ricordato, si sono riuniti i rappresentanti dei Paesi NATO. Lì è piombato il solito presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyj. Che, con molta probabilità d’accordo con la NATO, ha chiesto i soldi per le solite ‘spesucce’ di guerra. Quanto chiede stavolta? ‘Appena’ 150 miliardi di euro. Un ‘nonnulla’, va. Ma ha trovato subito la sponda nella presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si è detta disponibile. Da dove arriveranno ‘sti soldi? Da un nuovo debito di tutt’e 27 Paesi Ue e da tagli che verranno effettuati in tutti i Paesi dell’Unione su sanità, scuole, trasporti, enti locali e altri servizi pubblici. Non si esclude una nuova tassa a sostegno della guerra contro la Russia. Del resto, se l’Ue si sta armando per prevenire una ‘invasione’ russa perché non pensare a una nuova tassa a sostegno di chi sta combattendo contro la stessa Russia? Si vocifera – ma è tutto da confermare – anche di un taglio del 15% circa alle indennità di tutti i parlamentari: Parlamento europeo e i Parlamenti di tutt’e 27 i Paesi Ue. Il provvedimento potrebbe essere esteso a tutti i vitalizi degli ex parlamentari. Quest’iniziativa rafforzerebbe i legami tra cittadini europei e le istituzioni comunitarie, perché in questo modo parlamentari ed ex parlamentari dimostrerebbero di essere in prima linea a sostegno di un Paese ‘strategico’ come l’Ucraina.

Il messaggio di ‘pace’ di Finlandia, Paesi baltici e Polonia…

Intanto dalla Finlandia, dagli Stati baltici e dalla Polonia arriva un ‘messaggio di pace’: questi Paesi sarebbero pronti a minare l’intero confine con la Russia per creare una nuova “cortina di ferro” in Europa. La notizia è stata lanciata dal quotidiano del Regno Unito, The Telegraph. Un’altra notizia interessante arriva dalla BBC Persian, mezzo d’informazione finanziato dalla Gran Bretagna: “In realtà, l’Iran è il vincitore di questa guerra. Israele non è riuscito a raggiungere il suo obiettivo principale, rovesciare la Repubblica Islamica, e ha subito una distruzione senza precedenti nella storia di Israele”. In effetti, le bombe iraniane hanno letteralme nte massacrato interi quartieri di Tel Aviv e Haifa. Questa è stata una sorpresa, perché gli israeliani non si aspettavano che i missili iraniani avebbero ‘bucato’ senza problemi le difese aeree d’Israele.

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