Oggi a Palermo manifestazione del sindacato FISI per sensibilizzare la politica siciliana sul grande problema sociale delle chilometriche liste di attesa nella sanità

Le visite nelle strutture sanitarie pubbliche costituiscono un problema che la politica non riesce a risolvere

Stamattina, a Palermo, manifestazione per sensibilizzare la politica e il mondo della sanità sulle liste d’attesa. Il problema è noto da tempo e si è accentuato negli ultimi anni, da quando i soldi della sanità pubblica italiana, già ridotti drasticamente a partire dal 2012 (leggere Governo di Mario Monti) sono stati ulteriormente scippati. Ne fanno le spese i cittadini. I laborarori di analisi della Sicilia, per citare un esempio, esauriscono il budget nei primi dieci giorni del mese. Di fatto, per 20 giorni al mese, le analisi cliniche sono a pagamento. Per ‘fortuna’, mettiamola così, che non ne parla quasi nessuno. I cittadini siciliani, si sa, si abituano a tutto. Poi c’è la questione delle liste di attesa per le visite presso le strutture pubbliche. Chi se lo può permettere va dai privati, chi non se lo può permettere, si arrangia. Questo passano i Governi, nazionale e regionale. Da qui la manifestazione di stamattina.

I sindacati che durante la stagione del Covid hanno difeso l’imposizione dei ‘presunti’ vaccini a colpi di sospensioni dal lavoro, sospensioni dallo stipendio e Green pass oggi non hanno i titoli per difendere i cittadini

Per carità, l’impegno del Governo siciliano c’è. Avvertimenti di qua, interventi di là. Ovviamente, i risultati sono scadenti, perché mancano medici e infermieri e, soprattutto, perché mancano i soldi. E’ normale: l’Italia, in questo momento, ha altre priorità. A comincare dagli oltre 100 miliardi di euro all’anno di pagamenti per interessi sul debito pubblico. Poi i costi della guerra in Ucraina: soldi e armi (cioè altri soldi) da immolare nella guerra contro la Russia. Ora anche il riarmo ‘europeista’ e il 5% del Prodotto Interno Lordo alla NATO, sempre per le armi. Ma c’è chi non si arrende. E’ il caso del sindacato FISI, unica organizzazione sindacale italiana che negli anni del Covid e dei vaccini imposti con sospensioni dal lavoro e dallo stipendio e con il celeberrimo Green pass ha difeso la libertà di autodeterminazione sulla citata vaccinazione contro il Covid. Un periodo storico controverso e ancora oggi oscuro dove a dominare era la globalizzazione sotto l’egida delle multinazionali farmaceutiche, tra main stream e poteri atlantisti.

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