Oggi ricordiamo Sant’Antonio Abate fondatore del Monachesimo. Alessandro Scarlatti Santa Maria di Gesù battezzati a Palermo nella chiesa a lui dedicata

di Frate Domenico Spatola

L’ascetismo fu la novità, alternativa per mantenere e sublimare gli ideali del Vangelo, ormai senza l’eroismo dei martiri, che il nuovo mondo non faceva

A Palermo nella chiesa di Sant’Antonio Abate, nel 1660, fu battezzato Alessandro Scarlatti, compositore di melodrammi e autore di Sonate. Il conservatorio di Palermo è intitolato a lui. Nel 1852, nella stessa chiesa, fu battezzata Carolina Santocanale, oggi Santa Maria di Gesù. Il Santo di cui molti palermitani vanno fieri di portare il nome, visse dal 250 al 356. Nacque a Coma in Egitto nel 250 e morì, ultracentenario, nel deserto della Tebaide. Sappiamo di lui, dalla “Vita Antonii” scritta da Atanasio, vescovo di Alessandria. Fu coevo e primo biografo. Da ricco, Antonio, sul modello di Gesù, si fece povero. Seguì del Vangelo l’invito fatto dal Signore al giovane che voleva garantita la vita eterna. Antonio lasciò la città e nel deserto trovò gli spazi della libertà del cuore. Da anacoreta diede avvio al Monachesimo. L’insoddisfazione dei tanti che lo seguirono era motivata dal nuovo assetto che la Chiesa si dava, simbiotica con l’impero di Costantino dal 313. L’esigenza di radicalismo e l’attuazione delle “Beatitudini” provocò la “fuga mundi” di tanti cristiani, che si rifugiarono nella solitudine del deserto, per “vacare soli Deo”, e vivere di lui. L’ascetismo fu la novità, alternativa per mantenere e sublimare gli ideali del Vangelo, ormai senza l’eroismo dei martiri, che il nuovo mondo non faceva. La vita di santità cercò sopravvivenza, rintanandosi nelle pieghe del Monachesimo, visto con ruolo privilegiato e a sé.

Foto tratta da Quarta Polis –

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *