“Per questo io ti dico che tu sei Pietro e su di te, come su una pietra, io costruirò la mia comunità”

di Frate Domenico Spatola

22 Febbraio 2024, Cattedra di San Pietro Apostolo: Matteo 16, 13-19

Pietro fu il discepolo su cui Gesù aveva investito tutto. Gli lasciò di pascere le sue pecore e i suoi agnelli. Gli consegnò, come a maggiordomo, le chiavi del Regno e il potere di “sciogliere e legare”, lo riconobbe “prima pietra” per la costruzione della sua Chiesa. L’investitura avvenne a Cesarea di Filippo, alle falde dell’Hermon. Richiesto, come tutti i discepoli di dire la propria opinione su Gesù, Pietro lo dichiarò “Figlio del Dio vivente”. Piacque e l’ambiente suggerì a Gesù che si poteva fidare di lui per continuare oltre la sua morte. Va pure detto che, tra i due, non sempre fu facile l’intesa. Testardo come pietra, a Cafarnao tuttavia, generoso, dettò totale attaccamento al Maestro: “Signore, lontano da te dove andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!”. Tratti di passionalità lo resero umano e più vicino ai peccatori, fino alla triplice caduta che fece cantare di vittoria il gallo nella notte. Si riscattò con l’altrettanta triplice attestazione d’amicizia: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene”. A Roma, la sua Sede è garanzia cattolica del magistero universale. “Munus” è il compito a lui affidato per confermare i fratelli nella fede e consacrarli nell’amore. Ogni Papa è segno di unità e garanzia dell’apostolicità di Cristo nella Storia, in linea senza soluzione di continuità. Succeduti a Pietro, i Vescovi di Roma, nei secoli, con carisma proprio, hanno professato stessa fedeltà alla Chiesa. Papa Francesco testimonia oggi il soffio dello Spirito che, nel tempo, detta e interpreta il Vangelo inculturandolo nella storia di ogni uomo. Occasione per noi, anche quest’anno, per dire a lui, con filiale affetto, il nostro grazie.

Foto tratta da La Luce di Maria

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