Prepariamoci alla guerra in Africa voluta dagli occidentali per continuare a rubare a questo Continente oro, uranio e altro

Gli 11 Paesi africani dell’ECOWAS, al servizio degli occidentali, sarebbero pronti ad attaccare il Niger dove i francesi sono stati cacciati via. Va da sé che il Niger verrà difeso da Cina e Russia. Se la guerra esploderà finirà come in Ucraina: con la sconfitta degli occidentali

Prepariamoci a una guerra in Africa. La scusa è la rivoluzione in Niger dove sono stati cacciati via i francesi. Una rivoluzione che gli occidentali chiamano “golpe”. In verità, in Niger non c’è stato alcun golpe. La realtà è che gli abitanti del Niger, come quasi tutti gli abitanti dei Paesi dell’Africa, si sono rotti le scatole dell’Occidente e, segnatamente, della Francia, che ancora oggi sfrutta 14 Paesi africani. Oggi l’Africa è sempre più legata a Cina e Russia e non ne vuole più sapere dell’Occidente. Di occidentale, in Africa, rimane solo l’ECOWAS, un grottesco raggruppamento di Paesi (per la precisione 11 Paesi rispetto ai 14 di qualche tempo fa) che viene foraggiato dall’Occidente. Questi Paesi sarebbero pronti ad attaccare il Niger con circa 12 mila soldati, stando a quanto leggiamo in un post di un canale Telegram. La guerra si annuncia come l’ennesimo disastro per l’Occidente, sia perché alcuni Paesi africani interverrebbero in favore del Niger (Burkina Faso e Mali ma non solo), sia perché Cina e Russia saranno a fianco del Niger. Se sarà guerra – e tutto lo lascia presagire -sarà un gran casino.

L’Occidente – con in testa la Francia – si dovrà rassegnare. L’oro, l’uranio e le altre ricchezze dei Paesi africani non andranno più ad alimentare le economie dei Paesi occidentali. Con il ritorno a un sistema monetario agganciato all’oro tutti i Paesi occidentali dovranno ridurre i propri tenori di vita

Chi è oggi in grande difficoltà è la Francia, Paese che ha puntato molto sulle centrali nucleari alimentate con l’uranio del Niger (il Niger, per la cronaca, è il settimo Paese al mondo per la produzione di uranio). Per quale motivo il Niger dovrebbe continuare a cedere per pochi spiccioli l’uranio alla Francia non si capisce: e infatti la rivoluzione in questo Paese è esplosa soprattutto per porre fine allo sfruttamento coloniale delle risorse di questo Paese da parte soprattutto della Francia. In Niger c’è l’uranio, ma anche l’oro. Sempre per la cronaca, Niger, Burkina Faso e Mali sono Paesi ricchi di miniere d’oro: e, non a caso, sono i tre Paesi pronti a combattere contro un’eventuale invasione dei Paesi dell’ECOWAS (cioè dell’Occidente) in Niger. Se l’uranio è importante, l’oro non è di meno, soprattutto in vista della nuova moneta unica del BRICS che sarà agganciata all’oro. E’ noto che, da anni, il BRICS lavora per creazione di una valuta alternativa al dollaro americano agganciata all’oro. Di fatto, piano piano, tutti i Paesi che oggi non si riconoscono in un Occidente un po’ rincretinito stanno lavorando per tornare al sistema monetario di Bretton Woods senza la centralità del dollaro americano. Ancora per la cronaca, il sistema progettato a Bretton Woods era un gold exchange standard, basato su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all’oro. Oggi i Paesi del BRICS puntano, come già accennato, a un sistema monetario agganciato all’oro. Ciò significa che chi possiede l’oro gode di un grande vantaggio. Anche per questo gli africani vogliono buttare fuori dal loro Paese i parassiti occidentali; e la stessa cosa avverrà in Sudamerica, particolarmente ricco di oro: anche i sudamericani vogliono buttare fuori dai loro Paesi americani e, in generale, occidentali: e lo faranno, è solo questione di tempo.

Foto tratta da Analisi Difesa

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