Sicilia ancora a fuoco. Terrore a Scopello e San Vito Lo Capo. Palermo con Tram e poco verde è un ‘forno a microonde’

Il Governo regionale Schifani, in materia di lotta agli incendi boschivi, sta commettendo gli stessi errori del precedente Governo Musumeci

Non siamo arrivati a quasi 50 gradi come avvenuto a fine Luglio ma a quasi 40 gradi sì. E in Sicilia si contano incendi a mai finire. Terribile la situazione nel Trapanese, da San Vito Lo Capo a Scopello, dove le fiamme hanno messo in fuga gli abitanti. Chiuso l’aeroporto di Trapani. Come ai tempi del Governo regionale di Nello Musumeci, anche l’attuale esecutivo si è incaponito nel seguire una strategia completamente sbagliata: inseguire gli incendi invece di prevenirli. Per ora ad essere colpiti dal fuoco sono alcuni luoghi della Sicilia occidentale. Ma appena qualche giorno fa le fiamme sono arrivate a lambire Ragusa. Ribadiamo: siamo in presenza di una Domenica calda ma non ci sono temperature proibitive. Eppure gli incendi non danno tregua. Superfluo aggiungere quello che abbiamo già scritto più volte: i Vigili del fuoco, il Corpo forestale della Regione, la Protezione civile regionale e gli immancabili aerei Canadair servono, al massimo, se va bene, a controllare gli incendi, a fare in modo che non si espandano troppo. Ma alla Sicilia di oggi serve la prevenzione degli incendi. Sotto questo profilo il Governo Schifani ha ‘toppato’ su tutta la linea, probabilmente perché mal consigliato. L’unico rimedio concreto contro gli incendi boschivi (e anche per prevenire gli incendi nelle aree verdi comunali e private) è la prevenzione: eliminazione di erbe e arbusti secchi dai boschi, realizzazione di viali parafuoco e via continuando. Un lavoro che può essere assicurato solo dagli operai forestali da impiegare 365 giorni l’anno. L’attuale Governo regionale, nella lotta agli incendi boschivi, si è affidato al Corpo Forestale e Protezione civile. Ma non notiamo risultati esaltanti. Anzi.

A Palermo le temperature sempre più elevate sono il frutto non soltanto del clima ma anche di scelte politiche sbagliate, come la follia del Tram. Una scelta che ha ulteriormente ‘cementificato’ la città con contestuale abbattimento di migliaia di alberi

Non sappiamo come finirà: ma sappiamo che altre centinaia di ettari di boschi della nostra Isola sono andati in fumo. Ed è perfettamente inutile imprecare contro i criminali che appiccano il fuoco: sappiamo da anni che gli incendi boschivi sono dolosi ma dobbiamo prendere atto che gli ultimi tre Governi regionali – compreso l’attuale – hanno fatto poco o nulla per prevenirli. Basta girare per Palermo per rendersi conto della totale assenza di prevenzione del fuoco anche in città. Nei giorni scorsi abbiamo lanciato l’allarme per la presenza di erbe e arbusti secchi nel Parco della Favorita e allo ZEN. Ma sono solo due esempi. Sono tante le aree cittadine nelle quali erbe secche e arbusti secchi non sono stati rimossi. Questi sono i fatti. Su Palermo vogliamo aggiungere qualche elemento in più. Chi segue con attenzione l’evoluzione del clima in questa città avrà notato che ogni anno, in Estate, la situazione peggiora. Certo, sono in corso i cambiamenti climatici. Ma è in corso anche una contestuale desertificazione accentuata dal clima sempre più caldo ma anche da scelte politiche sbagliate, che hanno privilegiato l’affarismo a scapito dell’ambiente. Qualche anno fa, per realizzare 15 km di Tram sono stati eliminati migliaia di alberi. Una follia. Chi nelle giornate calde estive si avventura nel tratto di via Leonardo da Vinci che va da Borgo Nuovo alla Rotonda della Circonvallazione dove ‘sguazza’ un Tram quasi sempre con pochi passeggeri non può non accorgersi delle temperature proibitive che si registrano in questa parte della città. A questo si somma l’elettrosmog. Un delirio. Non è un caso unico. Tanti alberi di Palermo sono stati abbandonati e sono caduti a causa di modesti colpi di vento. Equazione semplice: alberi abbandonati, alberi malati che vanno giù.

Una città senza speranza

La mancanza di verde, a Palermo, ha una lunga storia che comincia con la speculazione edilizia degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo passato, quando c’era la mafia. Il problema è che la drastica riduzione del verde di Palermo è continuata anche negli anni in cui a Palermo amministravano esponenti politici considerati esponenti dell’Antimafia. Clamoroso il caso di Mondello-Valdesi, che dai primi anni del 2000 ad oggi ha subito una ‘cementificazione’ impressionante. Il continuo attacco agli alberi della città sommato agli incendi dei monti che circondano Palermo stanno creando uno spaventoso effetto ‘forno a microonde’, con temperature sempre più elevate. E si continua su questa strada: quest’anno altri incendi nel verde che circonda la città mentre è pronto il progetto per altre sei linee di Tram. Un progetto che comporterà altre ‘cementificazioni’ e altri tagli di alberi. Follie su follie su follie. Ma, si sa, a Palermo ‘i picciuli hanno la prevalenza su tutto. Così in città il caldo aumenta di anno in anno, ma invece di salvaguardare il verde che è rimasto lo si abbandona e si punta ad altro cemento, facendo apparire quelle che sono solo scelte volute da comitati di affari per scelte ‘sostenibili’. Quando, tra qualche tempo – volendo anche il prossimo anno – il caldo diventerà insopportabile avremo, in compenso, il Tram. Volete mettere? In questo senso Palermo appare come una città senza speranza.

Foto tratta da Prima Pagina Mazara

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