Qualche settimana fa un’inondazione ha colpito Dubai. E hanno sdoganato l’inseminazione delle nuvole considerata “complottista”. Una storia di 35 anni fa che ha anticipato la realtà di oggi

A Dubai non si era mai vista una pioggia del genere. E nemmeno la mega grandinata. Qualcosa deve essere avvenuta

Questo articolo è scritto in prima persona perché è il racconto di una vicenda personale. Comincio con una domanda: chi crede nelle scie chimiche è ancora “complottista”? Non lo so. Ma so che nei giorni scorsi l’informazione ufficiale – quella che distingue tra notizie vere notizie false (che il linguaggio provinciale italiano definite fake news) – ha sdoganato l’inseminazione artificiale delle nuvole, che con l’immancabile termine inglese viene definita cloud seeding). I fatti. Qualche settimana fa a Dubai, negli Emirati Arabi, è andata in scena un’alluvione (QUI UN VIDEO). Cosa strana, molto strana, perché da quelle parti le piogge non sono abbondanti. Lì il clima è desertico tropicale e questi eventi sono rarissimi. L’acqua che cade dal cielo, da Settembre a Marzo-Aprile, non supera mai i 90 millimetri all’anno. Invece lo scorso 12 Febbraio è successo un pandemonio. E’ caduta anche la grandine che ha danneggiato automobili e locali. A conclusione di un articolo (che potete leggere qui), TGLa7: “Da segnalare infine che fra Maggio e Luglio dello scorso anno Dubai ha sperimentato per la prima volta test di pioggia artificiale con l’utilizzo di droni che volando sulle nuvole rilasciavano materiale chimico o sale con la tecnica altrove ormai collaudata di ‘cloud seeding‘ (ovvero, semina delle nuvole) tecnologia che può aiutare ad incrementare le piogge annuali”. (Sopra un’immagine dell’inondazione di Dubai lo scorso 12 Febbraio, foto tratta da 3BMeteo)

La mia testimonianza diretta a una sperimentazione avvenuta in Sicilia nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato

Insomma, chi oggi scrive che si possono provocare le piogge sparando alle nuove non è più “complottista”. Vi pare poco? Ricordo di essere stato preso in giro per avere scritto, nella seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, che gli israeliani stavano sperimentando lo ioduro di argento per inseminare le nuvole e provocare le piogge. la storia l’ho raccontata qualche tempo fa. Poiché il plagio di se stessi non è reato la riprendo: “Era la seconda metà degli anni ’80 del secolo passato e in Sicilia c’era una grande siccità. Non ricordo di preciso se era il 1987 o il 1988, ma siamo lì. Chi scrive lavorava al giornale L’Ora di Palermo. Un mio amico che prestava servizio all’Ente Minerario Siciliano mi aveva spifferato che c’era in programma una sperimentazione sui monti Nebrodi. ‘Verranno degli scienziati israeliani – mi disse – e spareranno in cielo per produrre nuvole artificiali. Attento, la cosa è molto riservata. Non puoi partecipare, perché ci controlleranno ad uno ad uno. Se sei interessato ti posso raccontare tutto, perché io ci sarò. Sempre se ti interessa, il giorno dopo la sperimentazione ti posso fare parlare con un ingegnere israeliano del quale sono diventato amico che parla benissimo l’italiano e che si intratterrà in Sicilia un paio di giorni. Lui è alla mano e se gli garantirai l’anonimato ti racconterà questa storia. Non parlare al giornale di questa storia prima della sperimentazione prevista il… Proponila dopo, sennò succede un casino. Al resto penso io'”

L’articolo sullo ioduro di argento sperato alle nuvole dai monti Nebrodi pubblicato da Lettera Sud, il settimanale economico de Il Mattino di Napoli

“Il giorno dopo la sperimentazione era un Mercoledì. Lo ricordo bene perché il capo servizio del mio giornale non era molto convinto della storia che gli proponevo. Anche perché non dovevo rivelare il luogo dove era stata effettuata la sperimentazione, né i nomi dei protagonisti. Insomma, la storia non piacque perché le notizie erano troppo frammentarie. Così la sera di quel Mercoledì ho proposto di scrivere un articolo al mio amico Federico, che era uno dei redattori di Lettera Sud, il settimanale economico e finanziario del quotidiano Il Mattino di Napoli. A Federico la storia piacque tantissimo, tanto che mi commissiono, per il Venerdì mattina, un ‘pezzo’ di centoventi righe. Centoventi righe erano quattro cartelle, lo spazio che si riservava alle notizia importanti. Per correttezza gli dissi che l’ingegnere israeliano non poteva comparire. “E tu racconta quello che ti dice senza citarlo”, mi rispose. La sera di quel Mercoledì ero a cena con il mio amico e l’ingegnere israeliano. Si era a fine Maggio e siamo andati in una pizzeria all’aperto. Mi raccontò che, in questa prima fase sperimentale, le particolari sostanze venivano ‘sparate’ in cielo con fucili piuttosto potenti. Gli spari venivano effettuati dalla sommità dei monti. Per questo in Sicilia avevano scelto i monti Nebrodi. Gli chiesi: ‘Ma che sostanze sparate nei cieli?’. Ricordo che la risposta fu secca: ‘Ioduro di argento’. Mi raccontò che erano già state effettuate molte sperimentazioni in tante parti del mondo dove c’erano problemi di siccità. ‘In Sicilia siamo stati contattati perché la siccità sta mettendo a dura prova la vostra Isola’. Era così. Ricordo perfettamente la siccità e ricordo che l’anno successivo Palermo venne riempita di silos con l’acqua che veniva messa gratuitamente a disposizione dei cittadini. L’ingegnere mi disse che la sperimentazione stava andando tutto sommato bene, anche se c’erano alcune cose da sistemare. E aggiunse che era in programma di utilizzare gli aerei per inseminare i cieli con lo ioduro di argento. ‘Però – mi disse – per ora non parli degli aerei, perché mi mette in difficoltà, l’idea è mia e il suo articolo verrebbe collegato a me. Il prossimo anno saremo di nuovo qui e magari lo potrà scrivere insieme con nuovi dettagli’”.

Per anni, quando parlavo e scrivero dell’inseminazione artificiale delle nuvole per provocare le piogge venivo definito “complottista”

L’anno successivo nessuno mi contattò. Ho cercato di sapere qualcosa della sperimentazione. Il mio amico mi disse che avevano cambiato Regione. Ho preso per buona la sua risposta? No. Federico mi disse che a Napoli erano rimasti molto colpiti da questo articolo. Siccome l’avevo proposto anche al mio giornale c’era chi mi prendeva in giro. Nel corso degli anni successivi ho scritto un paio di articoli sulle nuvole inseminate con lo ioduro di argento. Ovviamente sono stato preso per “complottista”. Oggi scopro che la ‘Grande informazione’ – quella che stabilisce se una notizia è vera o falsa – ha sdoganato lo ioduro di argento sparato alle nuvole. Quando lo scrivero poco meno di trentacinque anni fa “sparavo minchiate”, ora invece si spara tranquillamente alle nuvole. Ok, va bene lo stesso. per completezza d’informazione, se c’è qualcuno che vuole verificare questa storia la può cercare negli archivi de Il Mattino di Napoli. Troverà questo articolo su Lettera Sud, che era il settimanale economico e finanziario di questo giornale. Se volete sapere qualcosa sul mio amico Federico che ha lasciato questa Terra – visto che lui ha creduto a questa storia, tant’è vero che l’ha pubblicata – potete leggere qui.

 

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *