Qualcuno ha informato i palermitani che i soldi del Pnrr per la sistemazione della piscina comunale non ci sono? La nuova denuncia di Ciro Lomonte e Il Sole 24 Ore che…

I fondi del Pnrr come il gioco delle tre carte

Per l’ennesima volta il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte, torna a denunciare l’inesistenza dei fondi del Pnrr. Noi abbiamo sempre creduto alla tesi di Lomonte, anche perché siamo convinti che i soldi del Pnrr sono stati in buona parte ‘immolati’ nel pozzo senza fondo della guerra in Ucraina, direttamente e indirettamente. Direttamente per pagare armi e mercenari, indirettamente per sostenere i milioni di cittadini ucraini che si sono catapultati in Europa. Un flusso di profughi cresciuto in questi ultimi mesi, visto che i russi hanno distrutto con le bombe le centrali elettriche da tantissmi centri abitati grandi e piccoli dell’Ucraina. Lomonte, tornando ai fondi ‘fantasma’ del Pnrr, inizia la sua analisi da Palermo, dove i lavori per sistemare la piscina comunale (foto sopra tratta da ilSicilia.it) annunciato lo scorso anno non sono mai iniziati.

L’appello dell’atleta paraolimpico Eros Negro sulla piscina comunale di Palermo: “È più di un anno che aspettiamo la chiusura dell’impianto poiché è in pessime condizioni igieniche e strutturali”

“Il 19 Aprile – dice il Segretario politico di Siciliani Liberi – l’atleta paraolimpico Eros Negro scrive alla testata online PalermoToday: «Qualche giorno fa ho inviato una email al nostro Sindaco Lagalla (Robero Lagalla, Sindaco di Palermo ndr); sono un cittadino di Palermo e spero mi risponda. La piscina comunale dev’essere completamente ricostruita con i fondi del Pnrr. Aspettiamo da un anno che venga chiusa per i suddetti lavori, sperando di non avere perso i fondi europei. Sono usciti nel frattempo diversi articoli della sua imminente chiusura, annunciati dai vari assessori, ma ancora nulla. Il degrado della piscina è sempre più cronico. Gentile signor Sindaco, mi chiamo Eros Negro e sono un atleta paralimpico dei Delfini Blu. Volevo chiederle, quando chiuderà la piscina comunale per i lavori di ristrutturazione totale dell’impianto? È più di un anno che aspettiamo la chiusura dell’impianto poiché è in pessime condizioni igieniche e strutturali. Mi auguro che il Comune non si lasci sfuggire l’occasione unica dei fondi dei Pnrr». La risposta, caro Eros, ci permettiamo di darla noi di Siciliani Liberi. Perché né dal Sindaco di Palermo, né da alcuno degli altri Sindaci siciliani ed italiani otterrà una risposta di verità, che non siano le proteste indignate del Sindaco di Marzabotto. Che si è visto richiedere i documenti dal Ministero degli Interni per la dichiarazione di dissesto dopo che quest’ultimo non gli aveva trasferito i 9 milioni di euro che il Sindaco aveva inopinatamente dichiarato spendibili affidando i lavori ad un’impresa. A Palermo i lavori della piscina olimpica non inizieranno mai perché i soldi del Pnrr non esistono. E il Comune di Palermo, in evidente stato di dissesto finanziario, si guarda bene dal chiederli ad una banca o alla banca pubblica Cassa depositi e prestiti. D’altra parte, nessuna banca farebbe credito ad un Ente pignorato – come abbiamo appreso ancora nei giornhi scorsi dall’articolo di Daniele Ditta pubblicato da PalermoToday – da decine di creditori” (qui un nostro articolo su tale argomento).

Piano piano anche Il Sole 24 Ore comincia a prendere atto che con i fondi del Pnrr i conti non tornano. Alla buon’ora

“Siciliani Liberi – prosegue Lomonte (foto sopra) – lo ha detto pubblicamente in campagna elettorale per le elezioni comunali e regionali del 2022. E poi la ha spiegato nel dettaglio: i soldi del Pnrr non esistono. Anche per questo il Comune di Palermo è guidato da un non-Sindaco. E la Regione siciliana da un non-Presidente. A riprendere le nostre analisi sono stati solo il blog del giornalistica Giulio Ambrosetti e Radio Time. Adesso a darci ragione è la testata giornalistica di proprietà di Confindustria, Il Sole 24 Ore. ‘Comuni in crisi di liquidità preoccupati per i ritardati trasferimenti del Pnrr’. È il titolo dell’articolo scritto per l’inserto de Il Sole 24 Ore dedicato agli Enti locali. A scriverlo è un commercialista vicepresidente di un’associazione che offre i suoi servizi di consulenza fiscale e tributaria ai Comuni. Che spiega: ‘ll 2024 rappresenta l’anno in cui gli enti locali beneficiari dei contributi previsti dal Pnrr dovranno iniziare a realizzare fisicamente la gran parte delle opere previste. Un grido di allarme si sta alzando, però, da parte degli enti locali per le crisi di liquidità che si stanno generando a causa dei ritardi con cui avvengono i trasferimenti da parte dei diversi ministeri… Le regole per i trasferimenti delle risorse finanziarie a favore dei soggetti attuatori (tra cui gli enti locali) sono state ben definite dalle diverse disposizioni normative (es. decreto 11 ottobre 2021 – avente a oggetto «Procedure relative alla gestione finanziaria delle risorse previste nell’ambito del PNRR di cui all’articolo 1, comma 1042, della legge 30 dicembre 2020, n. 178»). Inoltre con circolare n. 19 del 2023, il Mef ha comunque ribadito ed esplicato regole molto chiare sui tempi per le verifiche e le erogazioni intermedie. Le amministrazioni centrali titolari delle diverse misure dovrebbero provvedere entro 15 giorni dalla ricezione delle rendicontazioni da parte dei beneficiari, tramite Regis, alla loro validazione oppure sempre entro tale termine chiedere le integrazioni se necessarie ed entro i successivi 10 giorni provvedere al pagamento. Fin qui tutto bene, ma nella realtà si stanno verificando casi in cui passano parecchi mesi prima che i soggetti attuatori ricevano i pagamenti (se li ricevono!)’. I ritardi nelle erogazioni dei trasferimenti sono inconciliabili però con un altro obiettivo che come Paese ci siamo assunti, ossia il rispetto dei tempi per provvedere al pagamento delle fatture ricevute come Pubblica amministrazione. In pratica, il quotidiano degli industriali che – come i Sindaci – ha inneggiato acriticamente per oltre 2 anni all’inesistente Pnrr, ora dà spazio alle preoccupazioni di un tributarista che lancia l’allarme: non ci sono i soldi. E i Comuni stanno compromettendo la loro solvibilità”.

Ci sono ancora i romantici che credono all’esistenza dei fondi Pnrr

Lomonte è impietoso e cita ancora l’intervento del tecnico: “Le soluzioni che si possono adottare per evitare una sanzione così elevata sono:
– Anticipare con risorse proprie i pagamenti; ma gli enti locali, spesso non hanno tali disponibilità e se le hanno non coprono completamente i pagamenti da effettuare;
– Ricorrere a finanziamenti esterni.
Per quanto riguarda questa seconda soluzione la Cassa Depositi e Prestiti ha creato un apposito prodotto finanziario sia per gli enti locali che per gli enti non territoriali beneficiari di contributi rientranti negli interventi finanziati dal Pnrr e dal Pnc. Il finanziamento è finalizzato a far fronte alle esigenze di liquidità in attesa dell’incasso dei fondi. Il prodotto ha però dei costi, ossia un tasso di interesse che varia tra il 4,9% ed il 5,74%, dipende dalla soluzione scelta. Costi che ricadrebbero a carico della collettività anche se inferiori a quelli da sopportare in caso di pagamenti in ritardo delle fatture ed in ogni caso non tutti i Comuni potrebbero farvi ricorso in quanto non hanno margini per contrarre nuovo indebitamento. Ma come mai succedono questi ritardi? Probabilmente a causa dell’incertezza normativa per le piccole e medie opere come denunciato in queste pagine i giorni scorsi, ma anche per ritardati pagamenti dovuti al mancato rispetto dei tempi per il controllo da parte dei funzionari addetti”.

I Comuni che falliranno perché si sono indebitati in attesa dei fondi del Pnrr che non arriveranno

Precisa ancora Lomonte: “Cari amici de Il Sole 24 Ore e di Anutel: si tratta di una pia illusione. I ritardi nel trasferimenti del denaro del Pnrr non dipendono ‘dell’incertezza normativa per le piccole e medie opere’, ma dal fatto che il Tesoro inutilmente ribattezzato ‘Mef’, non ha in cassa il denaro del Pnrr. I fondi non sono mai stati accreditati. Le prime 3 rate se ne sono andate tutte in spese per gli interessi sul debito pubblico e per pagare Cassa integrazione guadagni ‘in deroga’ ai lavoratori delle imprese di tutta Italia messe in ginocchio da una crisi di cui c’è ordine di non parlare. Nessun’altra rata è stata mai pagata, né lo sarà da parte di Bruxelles al Tesoro italiano o di altri Paesi. I Comuni che si sono indebitati ai tassi fra il 4,9% e il 5,74% sono da considerarsi tutti falliti: perché non avranno mai le risorse per ripagare capitale e interessi. E più passa il tempo delle rate non pagate, più gli interessi divengono ‘di mora’, avvicinandosi ai tassi usurari. In breve, Siciliani Liberi ha avuto ancora una volta ragione. Invece di scrivere puerilmente di ‘incertezze normative’, i tecnici tributaristi e il giornale degli industriali potrebbero chiedersi come sia stato possibile affidare i lavori senza avere i soldi in cassa. O per quale folle motivo i Comuni – Enti dello Stato – dovrebbero chiedere alle banche i soldi pubblici che dovrebbero avere in cassa. Ovvero per quale follia normativa – nel Paese che fa finta di essere la ‘culla del diritto’ – sia possibile affidare lavori senza avere i soldi in cassa. Ricordandoci sempre la necessità dell’austerità fiscale che strozza ogni sviluppo di Italia e Sicilia, gli eredi del PCI e della Sinistra DC, gli amici del Partito Democratico, ricorrono spesso all’analogia fra lo Stato e ‘il buon padre di famiglia’. Ebbene, quando mai un ‘padre di famiglia’ può commissionare i lavori di ristrutturazione di casa propria oppure acqusitare una casa senza avere i soldi? Comunicando all’impresa un generico ‘pagherò’? Siciliani Liberi è l’unica forza politica al fianco dei siciliani e degli italiani. Ed è da tempo al lavoro per formare la classe dirigente siciliana che dovrà ricostruire la Sicilia”. Magari anche gli amici de Il Sole 24 Ore prenderanno atto della condizione ‘beckettiana’ dei fondi del Pnrr, magari nella trasmissione pomeridiana di Radio 24 si comincerà a prendere atto dell’amara realtà…

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