Ricandidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea? Meglio un’alternativa a questa ‘sirena svampita’

di Andrea Piazza

Non è esagerato definire fallimentare l’esperienza dell’attuale Commissione europea e della sua presidente
Ursula von der Leyen con il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz

Cari amici, l’Unione europea vive un momento storico di profondo e diffuso disagio sociale. Le vibranti manifestazioni di agricoltori, allevatori e pescatori sono all’ordine del giorno non solo in Italia ma in tutta Europa a causa delle scelte di indirizzo, autorevolmente supportate dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Politicamente la stessa von der Leyen è stata appoggiata dal PPE, dai Verdi e dai Socialisti del PSE che hanno dettato la linea ambientalista. Una linea politica che, a parere di una maggioranza silenziosa, potremmo definire farlocca, green deal incluso, ovvero l’obbligo di utilizzare le incendiarie auto elettriche a litio + la non commerciabilità degli immobili non conformi alle nuove disposizioni “cappotti termici – sostituzioni infissi – sostituzioni impianti termici a gas etc”. Se ritornasse il reale interesse per l’ambiente, un’oculata scelta ambientalista dovrebbe riportare il sistema industriale dell’Unione europea e fermare la delocalizzazione tanto cara alla logica predatoria delle multinazionali.

Le proteste degli agricoltori europei sono anche, se non soprattutto, contro la gestione di Ursula von der Leyen

La Presidente della Commissione europea uscente è destinataria delle diffuse proteste in tutta l’Unione per le sue politiche di indirizzo contro i comparti produttivi degli agricoltori, degli allevatori, dei pescatori e tante altre categorie. È l’emblema dell’elite per eccellenza, dei salotti ed ambienti riservati che, anche in occasione dell’ incontro a tre con il Presidente turco Erdogan e il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha dato evidenza di non essere una leader eletta ma una nominata. Alla luce di questo bel quadretto di “autorevole personalità”, la di Lei ricandidatura alla guida dell’esecutivo europeo genera la domanda: qui prodest? Certamente non a NOI siciliani. Rammento che in occasione di una sua fugace visita a Palermo nel salotto di città, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università, la descrissi in un articolo come una nuova sirena che attraversava lo Stretto di Messina, anche se in versione svampita. Anche sotto il profilo della linea politica, la di Lei ricandidatura ci porta a rivivere la trama dei governi nazionali della penultima legislatura, dove sono esistite maggioranze di governo variabili che, dulcis in fundo, ci hanno portato al ‘salvatore della patria’ Mario Draghi.

Visto che siamo arrivati ai titoli di coda saremo messi in condizione di scegliere indirettamente l’alternativa alla sirena svampita?

In conclusione, richiamando chi eravamo ieri ed il cambio della nostra esistenza post unificazione delle due Germanie, lo tsunami per le sorti italiche del 1992, dalla sottoscrizione degli accordi di Maastricht alle stragi di Capaci e via D’Amelio, alla mancata elezione di Giulio Andreotti al Quirinale, passando all’avvio dell’inchiesta di Tangentopoli e la successiva caduta della Prima Repubblica, è palmare che il venire meno dei partiti ideologici ha accompagnato la nostra transizione “non ecologica”, ovverosia lo stravolgimento geopolitico dell’Italia, a cominciare dai nostri consolidati rapporti con il mondo arabo che ci rendevano autorevoli nello scacchiere internazionale. Considerato che la grave crisi nell’area europea è testimoniata dalle vibranti e legittime proteste delle classi sociali imprenditoriali e dei lavoratori, mi chiedo e vi chiedo: visto che siamo arrivati ai titoli di coda saremo messi in condizione di scegliere indirettamente l’alternativa alla sirena svampita? Nella speranza di uscire dall’Ade incrociamo pessimisticamente le dita.

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