“Satana non può scacciare se stesso”: così Gesù con la forza della logica sconfisse i ‘dottori’ di Gerusalemme che provavano senza riuscirci a denigrarlo

di Frate Domenico Spatola

22 Gennaio 2024, Lunedì della terza settimana del tempo ordinario: Marco 3,22-30

Si era scomodato il gota dottorale di Gerusalemme. La santa sede di Israele. Le continue trasgressioni del riposo sabatico operate da Gesù a favore degli ammalati avevano scandalizzato, allarmando gli scribi. Questi erano scesi da Gerusalemme per combattere Gesù, iniziando con la denigrazione. Lo accusavano di combutta con Beelzebùl, il capo dei demòni. Il nome della divinità cananea era “Beelzebub”, e la sua specialità era di liberare dalle infezioni. Storpiato dagli scribi in “Beelzebul”, il nome cambiava funzione. Gesù era accusato di “attirare le mosche, causa delle infezioni”. Gesù era denigrato come impostore, perché contagiava anziché guarire. La sua difesa fu semplice e lapalissiana. Era infatti contro ogni logica che Satana scacciasse se stesso. Un regno diviso è destinato a crollare, come una casa, crepata nelle sue mura portanti. Così doveva apparire logico che egli operasse per la sconfitta del Satana, di cui invece gli avversari accusavano la complicità. All’indirizzo del mandante, il sommo sacerdote, “l’uomo forte”, annunciò un sinistro presagio. Qualcuno (i Romani?) lo avrebbe esautorato per togliergli i beni e il potere. L’affondo finale lo serbò per coloro che, contro ogni evidenza, lo accusavano di essere posseduto dal maligno. Li denunciava perciò come “peccati contro lo Spirito Santo, per i quali non c’è perdono!” .

Foto tratta da Cronache di Eliopolis – Altervista

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