Serve veramente la manifestazione di agricoltori a Roma? Molto più importante stabilizzare la protesta in ogni Regione e dare vita subito a un nuovo Sindacato agricolo

Serve un nuovo Sindacato agricolo radicalmente alternativo a Coldiretti, CIA, Confagricoltura e via continuando. La protesta va organizzata e stabilizzata Regione per Regione

Si apre oggi una nuova settimana di proteste degli agricoltori. La situazione è complicata, perché la pressione dell’Unione europea e dei Governi dei Paesi della Ue per tappare la bocca agli agricoltori è fortissima. In Italia si rischia di commettere un gravissimo errore: organizzare una manifestazione a Roma che non approderebbe a nulla, con l’infausta prospettiva di spegnere la rivolta degli agricoltori nelle venti Regioni italiane. Più che pensare a una manifestazione a Roma è molto più importante stabilizzare il Movimento di protesta in ogni Regione italiana, preparandosi a una lotta a oltranza contro l’Unione europea, contro il Governo nazionale, contro i Governi delle venti Regioni italiane e contro le organizzazioni agricole che rappresentano il fallimento culturale prima che politico dell’agricoltura italiana. Consigliamo ai nostri lettori di ascoltare un’intervista di Rc Radio Network a Lorenzo Giocondo e ad Antonino Corsa, due agricoltori siciliani che stanno dimostrando amore per l’agricoltura siciliana e una grande determinazione nell’organizzare le manifestazioni di protesta. Oggi proveremo a fare il punto della situazione.

Combattere l’Unione europea che vuole eliminare i terreni agricoli per sostituirli con i pannelli fotovoltaici e vuole eliminare gli allevamenti animali per farci mangiare insetti e carne sintetica

Cominciamo con lo scenario europeo. E iniziamo smentendo le minchiate che scrivono i leccaculo dell’Unione europea. La prima stupidaggine è che la Ue ha stanziato 400 miliardi di euro per l’agricoltura, quasi il 30% del budget della stessa Unione europea. I 400 miliardi di euro sono veri, ma la la maggioranza di questi fondi non va agli agricoltori ma alle industrie. Non solo. Questi fondi europei servono all’Unione europea non per potenziare l’agricoltura ma per indebolirla. L’obiettivo di questi ‘banditi’ è convincere il maggior numero di agricoltori a non coltivare i terreni agricoli e ad abbattere gli allevamenti di animali. Questa pressione è molto forte sull’Europa mediterranea dove gli ‘europeisti’ vogliono sbaraccare l’agricoltura per impiantare pannelli fotovoltaici. Parimenti, da parte della Ue, c’è un attacco violentissimo agli allevamenti animali, che gli ‘europeisti’ vogliono smantellare per sostituirli con gli allevamenti di insetti e con le industrie per produrre carne sintetica. Lo smantellamento degli allevamenti e delle coltivazioni in Europa deve essere accompagnato da un aumento delle importazioni di ortofrutta da Paesi esteri: a questo serve il Mercosur (foto sopra tratta da Euractiv Italia), l’accordo con i Paesi del Sudamerica che aspettano con ansia di riempire l’Europa con i loro prodotti agricoli, magari a dazio zero. Il problema – il solito problema – è che in Sudamerica utilizzano pesticidi e, in generale, sostanze chimiche dannose per la salute umana.

Attenzione al ruolo delle multinazionali farmaceutiche

Riassumendo possiamo affermare che gli insetti a tavola e la carne sintetica interessano alle multinazionali che li debbono produrre. Nessuno sa con precisione che effetti avranno insetti e carne sintetica sulla salute umana. Si sa, ad esempio, che gli insetti contengono sostanze dannose per la salute. Così come si sa che i prodotti agricoli che arrivano a fiumi dall’Africa, dal Canada, dalla Cina e in generale dall’Asia non sono di grande qualità: anzi. Con l’approvazione del Mercosur arriveranno dal Sudamerica altri prodotti agricoli che contengono residui di pesticidi che in Europa sono stati banditi dieci, venti, trenta anche quarant’anni fa perché dannosi per la salute umana. L’obiettivo dei ‘banditi’ che hanno organizzato questo sistema espressione del liberismo e del globalismo economico è quello di peggiorare la vita di milioni di persone che avranno così bisogno di nuove cure: di questo si occuperanno le multinazionali farmaceutiche, che dai nuovi malati guadagneranno una barca di soldi. Bisogna spezzare questo sistema mantenendo i nervi saldi. Che fare, allora?

Le richieste al Governo nazionale di Giorgia Meloni, a cominciare dal No al Mercosur, l’accordo commerciale tra Ue e Sudamerica

La prima cosa da fare, prima di organizzare la manifestazione a Roma, è chiedere il blocco dei trattati internazionali che fanno arrivare prodotti agricoli in Europa e in Italia. Per l’Europa serve un raccordo con gli altri Paesi europei; ma si può cominciare con l’Italia chiedendo al Governo italiano il “No” secco al Mercusur (in queste ore il Governo francese lo ha già fatto); il blocco della produzione di insetti per alimentazione; il blocco delle sperimentazioni sulla carne sintetica; il blocco del grano ucraino che non deve più arrivare in Italia (cinque Paesi dell’Unione europea – Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria e Slovacchia – già da Agosto dello scorso anno non importano più grano ucraino); il blocco del CETA, l’accordo tra Ue e Canada che, tra le altre cose, non è mai stato approvato da tutti i Paesi dell’Unione europea; il blocco dell’importazione del grano canadese, tenero e duro, coltivato nelle aree fredde e umide di questo Paese: il grano coltivato nelle aree fredde e umide de Canada viene fatto maturare artificialmente con il glifosato utilizzato in pre-raccolta e questo è un grano che danneggia la salute umana; i canadesi sono furbi: il grano buono, coltivato dove matura naturalmente con il Sole se lo tengono ed esportano invece il grano coltivato nelle aree fredde e umide, grano tenero e duro di pessima qualità; il blocco dell’olio d’oliva che arriva dalla Tunisia; il blocco degli agrumi che arrivano dal Nord Africa; il blocco degli ortaggi che arrivano dal Nord Africa e da altre aree del mondo che possono essere coltivati in Italia. Non si tratta di inserire dazi doganali: l’importazione di questi prodotti va bloccata senza se e senza ma. Non è vero che non si può fare: Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria e Slovacchia, che fanno parte della Ue, come ricordato, hanno bloccato l’importazione di grano ucraino. Se questi cinque Paesi Ue lo hanno fatto perché non dovrebbe farlo l’Italia? Ciò non significa bloccare tutti i prodotti agricoli che arrivano in Italia dall’estero: significa bloccarne drasticamente alcuni e farne arrivare altri che prima di essere venduti ai consumatori italiani vanno rigorosamente controllati. Il Governo di Giorgia Meloni non lo farà? Allora la lotta continuerà ad oltranza, cominciando a pensare a strumenti più efficaci. Del resto, rivolgimenti sociali e rivoluzioni non sono mai state passeggiate.

Senza un nuovo Sindacato di agricoltori il Movimento di protesta degli agricoltori è destinato a fallire

Questi obiettivi si potranno realizzare solo se il Movimento di protesta saprà organizzarsi. Come? Ribadiamo: in questa fase la priorità non è la manifestazione a Roma che rischierebbe di ridurre, se non di spegnere la forza del movimento di protesta. Serve invece la stabilizzazione del Movimento di protesta. Che deve continuare Regione per Regione. Serve soprattutto un nuovo Sindacato degli agricoltori. Un nuovo sindacato da organizzare in modo federale, Regione per Regione. Un nuovo sindacato che dovrà essere radicalmente alternativo a Coldiretti, CIA, Confagricoltura e movimenti vari, compresi quelli legati al mondo della cooperazione. Un nuovo Sindacato per ogni Regione italiana, quindi venti nuovi sindacati degli agricoltori che poi dovranno provare a federarsi. Dovrà essere questo nuovo Sindacato a trattare con il Governo nazionale e con la Ue. Dovranno essere i sindacati di ogni Regione a trattare con i rispettivi Governi regionali. Dovrà essere questo sindacato, d’accordo con le autorità sanitarie italiane, a verificare, con propri soggetti di fiducia, la salubrità dei prodotti agricoli esteri che arrivano in Italia. Se non si arriverà, in tempi brevi, alla costituzione di un nuovo sindacato degli agricoltori il Movimento di protesta degli agricoltori è destinato a soccombere.

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