Sono ucraini e occidentali che vogliono bloccare i gasdotti nel Mar Nero o lo vuole la Russia per far crescere il prezzo del gas e massacrare l’economia Ue?

Forse è opportuno analizzare con molta attenzione le recenti dichiarazioni del Ministro degli Affari Esteri della Russia, Lavrov, che di solito quando parla “impiccica ruru”

E’ passata quasi sotto silenzio una strana dichiarazione del Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, rilasciata mentre erano in corso i lavori del G 20: “La Russia – ha detto Lavrov – ha informazioni relative a tentativi di far saltare i gasdotti Turkish Stream e Blue Stream nel Mar Nero”. Dichiarazione ripresa dagli organi di informazione, dall’ANSA al quotidiano Il Giornale, per citarne solo due. Le parole del Ministro degli Affari Esteri della Russia hanno richiamato alla memoria i sabotaggi ad altri due gasdotti: il Nord Stream 1 e il Nord Stream 2. Sono i due gasdotti che attraversano il Mar Baltico per portare il gas russo non in Europa, come hanno sempre cercato di far credere, ma in Germania. I due gasdotti che attraversano il Mar Baltico sono stati sabotati dagli Stati Uniti d’America che sanno benissimo che la Germania finge di aiutare l’Ucraina nella guerra contro la Russia ma, in realtà, è schierata con la stessa Russia. Del resto, è noto che l’ex Cancelliere socialdemocratico tedesco, Gerhard Schroeder,  è stato nominato presidente del consiglio di sorveglianza di Gazprom , il colosso russo che opera nel settore del gas. Si è trattato del primo colpo assestato dagli americani ai tedeschi e non se ne possono escludere altri: anzi.

Già l’Europa è a rischio con i pericolosissimi rigassificatori…

Però in questa dichiarazioni di Lavrov, politico russo molto accorto, c’è qualcosa che non torna. Qualcuno ha detto che la Russia, con le dichiarazioni del Ministro degli Esteri, stia giocando di anticipo. Della serie: se hanno sabotato i gasdotti del Mar Baltico perché non potrebbero fare la stessa cosa con i gasdotti che attraversano il Mar Nero? Resta da chiedersi: alla fine chi trarrebbe vantaggio da un eventuale stop ai gasdotti Turkish Stream e Blue Stream che attraversano il Mar Nero? Già oggi l’Unione europea è in grandissima difficoltà e ha dovuto sostituire il gas russo con il Gpl (gas liquido) per lo più americano, che costa di più e viene lavorato nei rigassificatori, impianti che sono ordinariamente pericolosi ma che diventano pericolosissimi in un contesto di guerra dove non possono essere esclusi attentati: e un attentato a un rigassificatore provocherebbe un’ecatombe!

Attenzione perché i russi, che hanno vinto la guerra militare ed economica in Ucraina, potrebbero presentare il conto anche all’Unione europea

Questa, ovviamente, è una digressione – da non sottovalutare – ma sempre digressione. Il vero problema di un eventuale attentato ai gasdotti del Mar Nero o comunque a un’interruzione delle forniture di gas da questi due impianti provocherebbe inevitabilmente un aumento del prezzo del gas, con effetti pesanti sull’Unione europea. Ricordiamo che l’Unione europea sta sulle scatole alla Russia. L’invasione di migranti a Lampedusa, dove il numero degli stessi migranti ha ormai superato il numero degli abitanti della stessa isola, è la dimostrazione chi i russi – che esercitano un grande ascendente in Africa – stanno lavorando per mettere in difficoltà l’Italia, Paese che non ha risparmiato penalizzazioni e umiliazioni alla Russia. Far crescere il prezzo del gas mentre l’Unione europea continua a svenarsi per sostenere l’Ucraina in una guerra già vinta dalla Russia potrebbe essere una buona occasione per far saltare le economie di tanti Paesi della Ue. Ricordiamoci che sarebbero in tanti a guadagnare con un aumento del prezzo del gas, a cominciare dagli americani.

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