Sparatoria alla movida di Palermo: la militarizzazione provocherebbe la crisi delle attività commerciali: i commercianti che ne pensano?

Le responsabilità di atti di violenza durante la movida sono personali e non possono essere generalizzate

Come per i femminicidi, dove i responsabili non sono più i soggetti autori degli assassinii ma un improbabile “patriarcato”, anche per la sparatoria andata in scena nella notte tra Sabato e Domenica non sembrano esserci più soggetti da acciuffare ma una condizione di terrore che andrebbe combattuta con controlli a tappeto, militarizzazione del centro della città e altri provvedimenti di stampo militare e poliziesco. In queste ore leggiamo dichiarazioni a ruota libera da parte di soggetti che raccontano che da tempo denunciano, chiedono controlli e via continuando. La realtà è che la crisi economica, l’abbandono di intere aree cittadine provocata da un Comune senza soldi e il disagio sociale provocano inevitabilmente atteggiamenti violenti da parte di minoranze. Sono queste che vanno perseguite, evitando di criminalizzare la movida della città nel suo insieme. Dovrebbero essere i commercianti di Palermo a difendere le proprie attività da generalizzazioni sbagliate. Le responsabilità di atti vandalici, di violenze – e adesso anche dei colpi di arma da fuoco – sono personali e non riguardano la stragrande maggioranza dei ragazzi che si ritrovano la sera -soprattutto di Venerdì e Sabato – nei locali della città.

A Palermo si è creato un certo equilibrio tra alcune attività del terziario classico e i redditi che in massima parte sono legati alla pubblica amministrazione. Sarebbe un errore alterare tale equilibrio

Questo va detto a tutela della stragrande maggioranza dei ragazzi, a tutela delle attività commerciali e, in generale, a tutela di una città che ha già tanti problemi e che non merita certo di diventare un luogo militarizzato per responsabilità di minoranze facinorose. Ciò non significa che non debbano essere incrementati i controlli: ma un conto sono i controlli, altra e ben diversa cosa è la militarizzazione, come sembra essere richiesta da chi oggi sbraita con il solito “noi l’avevamo detto”. Una delle poche attività economiche che a Palermo, bene o male, non sono state travolte dalla crisi sono quelle commerciali; non che brillino, perché l’inflazione, lo sappiamo tutti, è sempre elevata. A Palermo si è creato un certo equilibrio tra alcune attività del terziario classico e i redditi che in massima parte sono legati alla pubblica amministrazione. E’ un equilibrio delicato, perché si inserisce in un contesto di crisi economica che oggi colpisce quasi tutto il cosiddetto Occidente industrializzato. Detto in parole ancora più semplici, l’eventuale militarizzazione del cuore di Palermo avrebbe come effetto lo spostamento della movida in altre zone della città, o la creazione di nuove forme di aggregazione giovanile notturna. Sarebbe solo un autogol per il centro della città e per la fragile economia legata alla movida.

Foto tratta da Sicilia

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