‘Trappola giudiziaria’ per Trump che rischia di non potersi candidare. La moglie di Obama, Michelle LaVaughn Robinson, candidata Democratica al posto di Biden?

L’unico modo per sconfiggere Trump, in nettissimo vantaggio, è la via giudiziaria. Infatti è con i Tribunali che provano a bloccare la sua ricandidatura. Gli Stati Uniti d’America, che ‘esportano democrazia’, si confermano un Paese dove la commistione tra potere giudiziario e potere esecutivo è pressoché totale. Insomma, un Paese che è tutto, tranne che democratico. La moglie di Obama candidata alla Casa Bianca?

Non potendo fermarlo con il voto democratico ci stanno provando con la soluzione giudiziaria. La Corte Suprema del Colorado ha dichiarato Donald Trump ineleggibile in base al 14esimo emendamento in base al quale chiunque sia coinvolto in un’insurrezione contro la Costituzione, dopo aver giurato fedeltà alla stessa carta Costituzionale, non può diventare presidente. E’ la prima volta, nella storia degli Stati Uniti d’America, che un candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America viene escluso in forza del 14esimo emendamento. Trump, Repubblicano, ex presidente degli Stati Uniti d’America, sconfitto alle elezioni presidenziali del Dicembre 2020 con tanti, tantissimi dubbi, con mezza popolazione americana convinta ancora oggi che il Democratico Joe Biden è presidente sulla base di elezioni ‘taroccate’, ha deciso di ricandidarsi ed è in notevole vantaggio. E’ in vantaggio su Biden, che è ricandidato alla Casa Bianca nonostante la sua esperienza fallimentare, tra sconfitta nella guerra in Ucraina e le ‘sberle’ che sta prendendo nella Striscia di Gaza, dove il capo del Governo israeliano, Benjamin ‘Bibi’ Netanyahu, procede come un rullo compressore, appoggiato dalla lobby ebraica americana. Trump è in vantaggio anche nelle elezioni primarie del Partito Repubblicano. Ed è su questo fronte che la solita Magistratura americana politicizzata sta provando a colpire Trump, escludendolo dalla partecipazione alle elezioni primarie. La motivazione l’abbiamo già accennata: Trump sarebbe coinvolto nell’insurrezione del 6 Gennaio 2021, quando centinaia di suoi sostenitori assaltarono il Congresso. Un’accusa strana, controversa. Non a caso la votazione presso la Corte Suprema del Colorado è passata con quattro voti a favore e tre contro. Una decisione che somiglia tanto a una scusa per bloccare chi vincerebbe le elezioni presidenziali contro il presidente uscente Biden, un presidente che la stragrande maggioranza del popolo americano considera fallimentare. Un candidato che non si capisce come dovrebbe essere rieletto. E infatti si sussurra che i Democratici abbiano già pronto un altro candidato. C’è chi dice che potrebbe essere la moglie di Obama, Michelle LaVaughn Robinson (foto sotto) avvocata e scrittrice.

Debole, se non risibile, la giustificazione della Corte Suprema del Colorado che ha escluso Trump dalle primarie

Un articolo dell’AGI riporta una dichiarazione della Corte Suprema del Colorado: “La maggioranza della Corte – hanno scritto i giudici nel dispositivo – ritiene che il presidente Trump non possa ricoprire l’incarico di presidente in base alla Sezione 3 del 14esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti… Poiché non è legittimato sarebbe un errore inserirlo come candidato alle primarie presidenziali. Noi non abbiamo raggiunto queste conclusioni con leggerezza. Siamo consapevoli della magnitudine e del peso delle questioni che ci troviamo di fronte. Siamo, tuttavia, consci del nostro solenne dovere di applicare la legge, senza paura o favoritismi, e senza farsi influenzare dalla reazione pubblica alla decisione a cui siamo giunti”. Nell’articolo dell’AGI si ricorda che “casi simili erano stati rigettati in Minnesota e New Hampshire. In Michigan un giudice ha stabilito che la questione era politica e non spettava a lui decidere, mentre secondo una corte d’appello Trump non andava tolto dalla corsa”. La trappola politico-giudiziaria contro Trump è stata preparata bene. Altri Stati americani governati dai Democratici, con la connivenza delle rispettive magistrature (in America ogni Stato americano ha la propria magistratura) potrebbero dichiarare Trump ineleggibile. Non potendo essere votato nella metà degli Stati americani Trump perderebbe matematicamente le primarie. Per provare a bloccare questa macchinazione l’ex presidente americano ha una sola via: rivolgersi alla Corte Suprema Federale: cosa che farà. Ma non è facile. Nel Gennaio del 2021 i legali di Trump presentarono decine di ricorsi non soltanto denunciando brogli elettorali, ma anche violazioni costituzionali in quattro o cinque Stati. Ricorsi motivati ma tutti respinti dalla Corte Suprema americana. Il Democratico Biden ‘doveva’ diventare presidente per difendere gli Stati Uniti d’America dall’attacco al dollaro portato avanti dalla Cina e, in generale, dai Paesi del BRICS che lavorano da anni a una moneta unica alternativa al dollaro statunitense legata all’oro. I risultati ottenuti da Biden sono sotto gli occhi di tutti: anche se la guerra in Ucraina ha bloccato il varo della moneta unica del BRICS legata all’oro e alternativa al dollaro americano negli scambi commerciali internazionali, decine e decine di Paesi, sotto la regia della Cina, commerciano i propri prodotti ignorando il dollaro statunitense. Però, a quanto pare, le lobby che governano di fatto gli Stati Uniti, vogliono insistere con Biden. Tra queste lobby ci sono sicuramente i produttori di armi ma non c’è la lobby ebraica, che è schierata con Netanyahu contro l’attuale amministrazione americana. Questo, forse, potrebbe dare qualche speranza a Trump in merito al ricorso alla Corte Suprema Federale. La partita, in ogni caso, non è facile.

Il Partito Democratico americano si conferma quello che è sempre stato: un partito di personaggi pericolosi

Insomma, non potendo vincere le elezioni presidenziali con il voto popolare, i Democratici, come hanno già fatto in passato, hanno optato per la scorciatoia giudiziaria. Non è la prima volta che questo accade. E’ stato così, l’abbiamo ricordato, alle elezioni presidenziali del Dicembre 2020. Ed è andata così anche nel 1960. In quell’anno John Fitzgerald Kennedy non aveva vinto le elezioni presidenziali: aveva vinto un allora quarantenne avvocato della California, il repubblicano Richard Nixon. Ma i poteri forti americani dell’epoca decisero che il presidente ‘doveva’ essere John Kennedy. Così i grandi elettori, come per ‘magia’, risultarono essere in esigua maggioranza favorevoli a John Kennedy che divenne presidente degli Stati Uniti. Si racconta che un noto esponente di Cosa nostra americana di origini siciliane, Sam Giancana, amico del padre di John Kennedy, aveva appoggiato suo figlio John. I mafiosi statunitensi avrebbero voluto riprendersi Cuba, mentre le lobby delle armi volevano la guerra in Vietnam. John Kennedy, una volta eletto presidente degli Stati Uniti, non accontentò né gli uni (i mafiosi), né gli altri (gli industriali delle armi). come tutti sanno, venne ammazzato a Dallas il 22 Novembre del 1963. Il suo posto verrà preso dal suo vice, Lindon Johnson, che accontenterà la lobby americana delle armi avviando la guerra nel Vietnam. Cinque anni dopo verrà assassinato anche il fratello del presidente ucciso nel 1963: Robert Kennedy, candidato alla guida della Casa Bianca. Non abbiamo citato a caso John e Robert Kennedy, perché il figlio di quest’ultimo, Robert Kennedy junior, è candidato alle primarie nel Partito Democratico contro Biden. Il primo avversario, come già illustrato – il Repubblicano Trump – lo hanno quasi messo fuori gioco per via giudiziaria (sempre che la lobby ebraica americana, molto potente, non decida di appoggiare Trump). Adesso bisognerà capire cosa farà la cricca che dalla seconda metà degli anni 2000 controlla il Partito Democratico americano: la famiglia Clinton, Barack Obama, lo stesso Biden. Proveranno a sbarazzarsi anche di Robert Kennedy junior, inviso alle lobby farmaceutiche?

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