Una melanzana da 650 grammi costa 1,80 euro. Agli agricoltori la pagano 0,40 euro. Quanto stanno guadagnando i commercianti? Chi tutela i consumatori?

L’euro è una truffa e l’inflazione viene sottostimata grazie alla disinformazione distribuita a piene mani da chi ci governa. Però è in corso anche una mega-speculazione ai danni dei consumatori. Illustriamola con l’esempio di una melanzana da 650 grammi

Cosa sarebbe successo se al tempo della lira un supermercato avesse nesso in vendita una melanzana di poco meno di 650 grammi al prezzo di 3 mila e 600 lire? Probabilmente non sarebbe mai successo, perché con la lira c’era il senso della misura. Con l’avvento dell’euro, una delle più grandi truffe monetarie nella storia dell’economia politica, succede questo ed altro. E infatti in un centro commerciale di Palermo una melanzana di poco meno di 650 grammi viene venduta a poco più di 1,80 euro, che equivalgono a poco più delle vecchie 3 mila e 600 lire. Nel prezzo folle delle melanzane – che ormai il popolo italiano addormentato dalla televisione e da una spaventosa disinformazione sopporta senza battere ciglio – non c’è soltanto la truffa dell’euro: c’è anche un’inflazione che i truffatori dell’Unione europea ci raccontano essere al 5-6%. Bugia colossale. Ormai neanche l’inflazione di fondo, come la chiamano gli economisti è al 5%, anche se i disinformatori di professione cercano di farcelo credere. Per la cronaca, per inflazione di fondo s’intende l’inflazione calcolata al netto dei costi energetici e dei prodotti alimentari freschi. Già il calcolo dell’inflazione al netto dei costi energetici e dei prodotti alimentari freschi è un imbroglio, perché, guarda caso, tolgono dal calcolo dell’inflazione le cose che oggi costano di più: l’energia e la frutta fresca. Siamo davanti a una buffonata, perché la vera inflazione italiana, oggi, ‘viaggia’ tra il 25 e il 30%, con punte del 40-50% per i prodotti alimentari non soltanto freschi, ma anche lavorati: basti pensare all’aumento del prezzo del pane e della pasta.

Quanto stanno guadagnando Grande distribuzione organizzata e piccoli commercianti di frutta e verdura? Qualcuno difende i consumatori?

L’esempio della melanzana non è un caso unico: tutta l’ortofrutta italiana ha prezzi elevati: non a caso, nella presa per i fondelli che il Governo di Giorgia Meloni ha chiamato Patto anti-inflazione o carrello tricolore l’ortofrutta non è contemplata, proprio perché i prezzi sono alle stelle e i cittadini si accorgerebbero facilmente del raggiro. A questo punto ci dobbiamo chiedere: se una melanzana di poco meno di 650 grammi costa 1,80 euro circa, ebbene, gli agricoltori debbono essere miliardari! Infatti, ci rifiutiamo di pensare che gli agricoltori vendano alla Grande distribuzione organizzata o ai piccoli commercianti di frutta e ortaggi una melanzana da poco meno di 650 grammi a meno di 70-80 centesimi di euro: a questo prezzo, infatti, la Grande distribuzione organizzata e i piccoli commercianti hanno un guadagno di quasi il 60% che può ridursi al 50% considerando i costi di gestione. In realtà, da quello che leggiamo, nel mercato ortofrutticolo di Vittoria, che è uno dei più importanti della Sicilia, un kg di melenzane di serra viene pagato agli agricoltori a 0,75 euro. Ciò significa che un agricoltore vende una melanzana da poco meno di 650 grammi a meno di 0,50 euro. Ciò significa che su un melanzana di poco meno di 650 grammi la Grande distribuzione organizzata e il piccolo commerciante guadagnano 1,30 euro! Vogliamo considerare 10 centesimi di costi? Allora Grande distribuzione organizzata e i piccoli commerciante guadagnano 1,20 euro per ogni melanzana da poco meno di 650 grammi vendita ai consumatori. Se consideriamo tutta l’orto frutta – per esempio l’uva da tavola venduta ai consumatori a 2,50-3 euro al kg e pagata agli agricoltori, se va bene, a 60-70 centesimi di euro – la domanda è: quanto stanno guadagnando Grande distribuzione organizzata e piccoli commercianti di frutta e verdura? Qualcuno difende i consumatori?

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