Venerdì 12 Gennaio primo presidio di agricoltori siciliani a Bolognetta. Intanto la chat sta riscuotendo un grande successo

Gli agricoltori della nostra Isola stanno lavorando per dare vita a un movimento pronto a scendere nelle piazze

I soliti mezzi di informazione ‘europeisti’ cercano di sminuire le manifestazioni di questi giorni in Germania. Ma oggi, nelle vie e nelle piazze tedesche si sono contati 100 mila persone circa nonostante l’ondata di freddo. E non sono solo agricoltori ma anche lavoratori di altri settori e studenti. E in Italia? Non abbiamo notizie. Invece novità sono in arrivo in Sicilia, dove la chat del Movimento di agricoltori registra un grande successo. Non solo. nella nostra Isola si sta passando dalle parole ai fatti: Venerdì mattina 12 Gennaio dovrebbe essere previsto il primo presidio di agricoltori presso il bivio di Bolognetta. Questa notizia, in realtà, è un’indiscrezione, non a caso utilizziamo il condizionale. Ma è un’indiscrezione che abbiamo ‘naschiato’ qua e là e che ci sembra piuttosto veritiera. Leggendo gli interventi nella chat si ‘respira’ un’aria di grande passione civile e di voglia di partecipazione. In effetti, il mondo agricolo siciliano è stanco e sfiduciato. La politica siciliana è assente: ed è anche logico, visto che in queste ore è stata impegnata – con riferimento all’Assemblea regionale siciliana – nell’approvazione di una manovra economica e finanziaria 2024 confusionaria. Per l’agricoltura – questo va detto a chiare lettere – nella manovra approvata da Sala d’Ercole non c’è un euro. Tutti i fondi destinati all’agricoltura siciliana sono fondi europei che la politica siciliana millanta come propri interventi. Se non ci fossero i fondi europei – che sono destinati agli agricoltori a prescindere dalla volontà della Regione – per l’agricoltura siciliana ci sarebbe una sorta di vuoto economico-pneumatico. Il problema è che i fondi europei sono, come dire?, ‘avvelenati’: sono fondi che servono per tirare avanti, senza prospettive.

Oggi l’agricoltura siciliana è abbandonata

La realtà è che gli agricoltori siciliani sono soli. Gli uffici della Regione, per ciò che riguarda gli agricoltori, sono ‘castelli di Kafka’ che erogano, quando li erogano, i fondi europei. Il resto è il nulla totale. Dalla Regione non arrivano indicazioni sulla crisi del grano duro, sulla crisi dell’uva da vino, sui problemi dell’olio d’oliva, sull’ortofrutta. E’ sempre stato così? No. Nella Prima Repubblica la Regione interveniva nei miglioramenti fondiari, nei settori produttivi e dialogava con gli agricoltori. E’ stata la Cee – la Comunità economica europea – a cominciare a inquinare l’agricoltura siciliana facendo da ‘sponda’ a intrallazzi e mafia. Pio La Torre, quando ritorna in Sicilia da segretario regionale del Pci, nei primi anni ’80, una delle prime cose che nota sono gli imbrogli nei centri di ritiro Aima. Queste cose le denuncia ma rimane solo, perché tutto il sistema dei partiti politici siciliani, ad eccezione degli ex fascisti che allora erano considerati fuori dal cosiddetto ‘Arco Costituzionale’, era coinvolto nella gestione ‘allegra’ dei fondi europei in agricoltura. Pio la Torre aveva visto giusto ma non gli hanno dato il tempo di intervenire per fare chiarezza. La Seconda Repubblica è stata, per l’agricoltura siciliana, un mezzo disastro. Un po’ di luce si è vista alla fine degli anni ’90 con Totò Cuffaro assessore regionale all’Agricoltura. Negli anni successivi l’agricoltura siciliana – soprattutto con la gestione di Forza Italia – è diventata una leva clientelare. E tale è rimasta. Oggi il vero problema è l’assenza delle istanze reali degli agricoltori nel Governo regionale e, in generale, nel Parlamento siciliano. Certo, il Movimento deve avere contenuti. Ma deve farsi conoscere e riconoscere. Bisogna tornare tra la gente comune. Agricoltori siciliani e cittadini hanno interessi comuni. Bisogna diventare protagonisti della politica.

Foto tratta da Il Mattino

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *