Veramente l’Unione europea vuole regalare all’Ucraina 180 miliardi di euro di beni russi ‘congelati’ nei Paesi Ue? Gli ‘europeisti’ lo capiscono cosa potrebbe succedere?

Intanto il Belgio ha iniziato questa nuova follia, annunciando che trasferirà in Ucraina 611 milioni di euro russi

Da tempo si parla di utilizzare i beni russi presenti nell’Unione europea per sostenere l’Occidente in guerra contro la Russia in Ucraina. Ebbene, l’operazione si sta concretizzando. Il Belgio trasferirà all’Ucraina 611 milioni di euro. Sono soldi che derivano dagli interessi ricevuti dai beni russi ‘congelati’. A quanto si racconta questo è solo l’inizio. Stando a quello che si sa, l’importo totale dei beni russi congelati nei Paesi che fanno parte dell’Ue ammonta a circa 180 miliardi di euro. La maggior parte di questo fondi si trova in Belgio. Considerato che gli Stati Uniti d’America vogliono che la guerra in Ucraina prosegua ma non vogliono più pagarne i costi, che vengono scaricati sull’Unione europea, la soluzione adottata dal Belgio – che con molta probabilità è la soluzione che adotterà l’Unione europea al gran completo – apparentemente sembra razionale. In realtà non è così. Bisognerà vedere, infatti, come reagiranno i russi. Continuare ad armare l’Occidente, ucraini compresi, nella guerra dello stesso Occidente contro la Russia – peraltro con i soldi degli stessi russi – non dovrebbe certo migliorare i rapporti tra Unione europea e la stessa il Paese di Putin. Chi governa oggi la Ue lo capisce a quali rischi stanno esponendo l’Europa? Ci spieghiamo meglio. (sopra foto di Putin tratta da Il Messaggero)

Lo hanno capito che così facendo si va verso una guerra economica e militare globale?

Pensare di utilizzare 180 miliardi di euro russi – risorse che si trovano nell’Unione europea – nella guerra contro la Russia sembra un azzardo che potrebbe far aumentare la tensione in altre aree del mondo. A cominciare dai Paesi alleati della Russia. Intanto i russi potrebbero chiudere l’ultimo ‘rubinetto’ di gas che fino ad oggi è arrivato in Austria: cosa, questa, che accentuerebbe i problemi energetici in Europa. Le reazioni negative verso l’Europa potrebbero materializzarsi in Africa, un Continente che oggi è molto legato alla Russia e alla Cina, vanificando sul nascere il Piano Mattei presentato in queste ore dal Governo italiano di Giorgia Meloni. Una risposta potrebbe essere quella di aumentare il flusso di migranti verso Lampedusa: ricordiamoci che lo scorso anno chi controlla il ‘sistema migranti’ in Africa ha dato dimostrazione di cosa è capace di fare, facendo arrivare a Lampedusa, in un paio di giorni, un numero di migranti di poco superiore al numero degli abitanti della stessa Lampedusa, scatenando il caos. Un altro rischio – forse il più elevato – potrebbe essere una risposta ‘pesante’ alla tragicomica militarizzazione del Mar Rosso da parte dell’Occidente. Solo gli stupidi possono pensare che a bloccare il Mar Rosso e il Canale di Suez siano i ribelli Houthi. Dietro i ribelli Houthi ci sono Iran, Russia, Cina e alcuni Paesi del mondo arabo. Andare nel Mar Rosso, come stanno facendo alcuni Paesi Occidentali (e tra questi l’Italia), con proprie navi militari per ristabilire l’ordine in un’area che non è di pertinenza occidentale è già un azzardo. Andarci dopo aver iniziato a razziare i fondi russi presenti in Europa per armare i nemici della stessa Russia è una follia. Altro che riapertura del Canale di Suez! Il rischio è la guerra totale, economica e militare. Soprattutto gli europei che vorrebbero scippare 180 miliardi di euro alla Russia per continuare ad armare i nemici della stessa Russia lo hanno capito con chi hanno a che fare?

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