Vi raccontiamo come la Ue con la ‘sponda’ dell’Ocse vuole ‘infilare le mani in tasca’ a coloro i quali percepiscono una pensione retributiva da 3 mila e 200 euro in su

Non è vero che questi tagli delle pensioni serviranno a ridurre il debito pubblico italiano, perché nel sistema di ‘monetazione a credito’ dell’euro, complice anche la crisi economica, il debito pubblico italiano non può che aumentare. Il taglio delle pensioni annunciato dall’Ocse serve solo a fare ‘cassa’

L’acronimo Ocse che in questi giorni la televisione ci propone in tutte le salse sta per Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Con i pensionati italiani questo organismo non ha alcunché da dividere. E’ stato messo in mezzo dall’Unione europea dell’euro semifallita a causa della guerra in Ucraina che ha un bisogno disperato di fare ‘cassa’. La Ue la ‘cassa’ la vuole fare sulla pelle dei pensionati italiani, con particolare riferimento a chi negli anni passato, quando era ancora possibile, è andato in pensione con il sistema retributivo. Poiché il sistema retributivo è stato eliminato a partire dall’1 Gennaio 1998, quando è stato sostituito dal sistema contributivo, se ne deduce che la Ue vuole fare ‘cassa’ sui pensionati anziani: e questo è veramente odioso. Va precisato che percepire una pensione retributiva non è un reato, perché fino a quando lo si poteva fare, lo si faceva in base a una legge dello Stato. E’ sbagliato colpire oggi le pensioni retributive, che risalgono a oltre 25 anni fa. Proviamo a riassumere lo stato delle cose e il progetto Ue-Ocse. (sopra foto tratta da Nurse Times)

E’ a causa del sistema euro da strozzinaggio che la sanità pubblica di oggi è alla canna del gas, a cominciare dal caos nei Pronto soccorso. I soldi tolti alla sanità pubblica sono serviti per pagare gli interessi sul debito pubblico da imbroglio imposto dalla Ue dell’euro. Di questo gli italiani debbono ‘ringraziare’ i politici che hanno ‘infilato’ l’Italia nell’euro

I ‘filosofi’ dell’Ocse, per dare una mano ai loro amici della Ue, improvvisamente, hanno scoperto di essere “preoccupati” per l’alto debito pubblico italiano, che oggi sfiora i 3 mila miliardi di euro. Chi ‘mastica’ un minimo di economia sa che nessun Paese al mondo è in grado di pagare un debito pubblico così alto, che è il frutto del sistema monetario a debito dell’euro. Chi ‘mastica’ un minimo di economia sa che l’Unione europea non ha alcun interesse a far pagare questo debito pubblico all’Italia, perché l’Italia fallirebbe e affonderebbe la stessa Unione europea. Chi ‘mastica’ un po’ di economia sa che la Ue ha interesse a mantenere l’Italia con l’attuale debito, possibilmente in aumento. Attualmente l’Italia paga ogni anno circa 90 miliardi di euro all’anno di interessi sul debito pubblico. Soldi che vengono tolti dalle tasche degli italiani e dai servizi pubblici italiani, a cominciare dalla sanità. Basti pensare che dal 2010 ad oggi alla sanità pubblica italiana sono stati tagliati più di 40 miliardi di euro che sono stati utilizzati per pagare gli interessi sul debito pubblico. E’ questo il motivo per il quale, oggi, gli ospedali pubblici e, in particolare, i Pronto soccorso sono in grande sofferenza. Per i Pronto soccorso è il gatto che si morde la coda: più i medici e gli infermieri dei Pronto soccorso sono massacrati dal lavoro, più aumenta il numero di medici e infermieri che lasciano il lavoro nei Pronto soccorso, mentre diminuisce il numero di medici intenzionati a lavorare nei Proto soccorso.

Con questa manovra lo Stato farà ‘cassa’ soprattutto facendo pagare il conto a chi percepisce una pensione di 5 mila euro lorde, che significa 3 mila e 200 euro netti. Questi pensionati potrebbero perdere da 400 a 600 euro al mese

Chiusa questa digressione sugli effetti dei tagli alla sanità – che sono legati ai tagli che la Ue vuole appioppare ai pensionati con sistema retributivo – ricordiamo che all’Unione europea i soldi che toglie ogni anno all’Italia con gli interessi su un debito pubblico frutto dello strozzinaggio del sistema monetario euro (ringraziamo i politici italiani che hanno ‘infilato’ l’Italia nell’euro) non bastano più. Così ha deciso di ‘tosare’ le pensioni retributive, sempre con la scusa di ridurre il debito pubblico che è impossibile ridurre. Perché per ridurre il debito pubblico il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Italia dovrebbe crescere del 6-8% l’anno: e questo è difficilissimo in condizioni normali e impossibile con la crisi economica attuale. La televisione ci ha ‘informato’ che verrebbero ridotte le “pensioni d’oro”. Sentendo le parole “pensioni d’oro” una persona pensa: andranno a sfoltire le mega-pensioni. Poi, però, se si va ad approfondire meglio la questione, andando a leggere le ‘carte’, si scopre che l’Unione europea, su consiglio dell’Ocse, vuole tagliare le pensioni “da 5 mila euro lorde in su”. Fatti quattro conti, scopriamo che una pensione di 5 mila euro lorde equivale a una pensione pari a 3 mila e 200 euro nette al mese. Scopriamo così che Ue e Ocse non vogliono tagliare solo le “pensioni d’oro” (cioè le pensioni alte), ma vogliono cominciare dalle pensioni medie. Basta una semplice ricerca su Google per appurare che in Italia il numero di pensionati con 5 mila euro lordi al mese ammonta a poco più di cinque milioni di persone che ricevono il 25,6% della spesa totale dello Stato. Mentre il numero di coloro i quali percepiscono più di 5 mila euro lordi di pensione è il 2,3% dei pensionati, che ricevono il 9,4% della spesa pensionistica pubblica. E’ chiaro che la maggior parte dei soldi verranno tolti ai pensionati che prendono una pensione retributiva di 3 mila e 200 euro. Per completezza di informazione ricordiamo che la Regione siciliana è già intervenuta sui dipendenti e sui dirigenti regionali. Da quello che sappiamo, chi percepiva una pensione di circa 9 mila euro ha subito una decurtazione di circa 2 mila euro. Se ne deduce che il taglio ai pensionati con 3 mila e 200 euro al mese con sistema retributivo potrebbero subire una decurtazione che potrebbe variare da 400 a 600 euro mensili.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *