Cresce il fermento tra gli agricoltori siciliani. Una possibile alleanza con i forestali del Sifus e con il sindacato Sinalp. Proteste in Puglia contro un mega impianto eolico

Il Sifus è l’unico sindacato che si batte per la stabilizzazione degli operai forestali. Passaggio importante, perché per proteggere le aziende agricole dagli incendi estivi serve un’alleanza tra agricoltori e operai forestali. Il Sinalp è un sindacato in prima fila contro le follie dei Verdi europei che vogliono smantellare agricoltura e allevamenti far farci mangiare gli insetti

A che punto è la protesta degli agricoltori? Facciamo il punto della situazione. Cominciamo dalla Sicilia. Dove si procede in ordine sparso. Si parte dalla grande manifestazione di Pergusa dell’altro ieri Mercoledì 17 Gennaio (qui un nostro articolo). Grande partecipazione popolare, quasi mille agricoltori arrivati dalle nove province dell’Isola. In questa fase il Movimento che sta nascendo si va assestando. Tra oggi e domani dovrebbero essere individuati i giorni in cui scendere in piazza la prossima settimana. Il momento è delicato e si cerca di dare un indirizzo unitario all’interno di tante realtà agricole della nostra Isola che si vanno piano piano risvegliando e che, piano piano, si vanno organizzando. In questa fase è importante non forzare la mano con idee ‘accentratrici’: meglio lasciare che gli agricoltori delle nove province si organizzino da sé. Come già accennato, in questa fase è importante, quasi necessario, procedere in ordine sparso. Difficile avere il quadro preciso di quanto sta avvenendo, anche perché le aggregazioni vanno prendendo forma spontaneamente in tante aree della Sicilia. L’importante è avere chiaro il progetto: tutti contro l’attuale Unione europea e contro i Governi che, come si vede nella foto sopra (tratta da Pagella Politica), ci vogliono propinare insetti come cibo, vino con acqua e latte finto.

Due presidi di agricoltori: il primo nella valle del Belìce, il secondo nel Vallone. La necessità di tenere lontana dal Movimento la Coldiretti

Si sa che gli agricoltori del cosiddetto Vallone e della Valle del Belìce si vanno organizzando. E che i Sindaci dovrebbero essere accanto a loro. Ottima notizia: nessuno meglio dei Sindaci dei Comuni agricoli conosce lo stato delle cose. Sappiamo che da qualche giorno è presente un presidio di agricoltori a Marianopoli dove vanno convergendo gli agricoltori nisseni del citato Vallone. Sabato dovrebbe materializzarsi un grande presidio di agricoltori lungo la strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, all’altezza del bivio di Poggioreale. Questo sarà il presidio di agricoltori della Valle del Belìce. Il presidio nasce anche dalla necessità di cominciare a coinvolgere gli agricoltori che ancora pensano alla Regione siciliana, alle vecchie organizzazioni agricole tipo Coldiretti (che con l’ausilio della solita televisione sta provando ad ‘accarezzare’ la rivolta che sta nascendo in Sicilia e, come vedremo, nel resto d’Italia). Attenzione su questo punto: la Coldiretti deve restare fuori dalla protesta, si tratta infatti di un’organizzazione agricola che oggi vive nel ‘formaggio’ dei Governi ‘europeisti’. La chiusura verso la Coldiretti deve essere totale e visibile.

Il taglio degli aiuti agli agricoltori disposto dal Governo del Cancelliere Olaf Scholz è funzionale al progetto di smantellamento dell’agricoltura voluto dagli ambientalisti. Ricordiamoci che oggi i Verdi europei sono i veri nemici dell’agricoltura. Il problema dei cinghiali che distruggono i fondi agricoli

Vanno invece privilegiate le aperture ad organizzazioni sindacali che si muovono liberamente in difesa dei lavoratori come il Sifus, l’unica organizzazione sindacale che in questi anni si è battuta per la stabilizzazione degli operai forestali in Sicilia e nel resto d’Italia. E va privilegiata l’apertura anche il sindacato Sinalp che, oltre ad aver sempre difeso le ragioni dell’agricoltura, è una delle poche voci in difesa dei cittadini contro le politiche truffaldine ‘green’ dell’Unione europea. Ricordiamoci che sono state le politiche ‘green’ dei Verdi europei – eliminazione degli allevamenti animali, insetti a tavola al posto dei prodotti agricoli, pannelli fotovoltaici al posto dei campi di grano e, in generale, di cereali – a scatenare le proteste degli agricoltori e degli allevatori tedeschi, olandesi, francesi e via continuando. Il taglio degli aiuti agli agricoltori disposto dal Governo del Cancelliere Olaf Scholz è funzionale al progetto di smantellamento dell’agricoltura voluto dagli ambientalisti. Lo stesso discorso, anche se per altri versi, avviene in Sicilia con il problema dei cinghiali. Appena si cerca di porre un argine ai cinghiali che invadono i fondi agricoli siciliani provocando enormi danni scattano subito gli ‘alt’ a qualunque provvedimento di contenimento.

Franco Calderone su incendi boschivi e cinghiali

“Il contenimento dei cinghiali e l’apertura al sindacato che difende realmente gli interessi degli operai forestali sono passaggi centrali – dice Franco Calderone, titolare di un’azienda agricola dalle parti di Marineo, tra i protagonisti del Movimento di protesta -. Non si può andare avanti con i cinghiali che si mangiano i prodotti agricoli danneggiando, spesso irreversibilmente, le piante. Da anni chiediamo una soluzione ma la Regione siciliana, nei fatti, ignora il problema. Idem per gli incendi boschivi. Sappiamo tutti cosa è avvenuto in questi ultimi tre anni con gli incendi estivi. Mentre il fuoco divampava nei boschi della Sicilia provocando enormi danni alle nostre aziende, negli uffici della Regione si baloccavano con i costosissimi aerei anfibi e gli elicotteri, lasciando a casa gli operai forestali. Il risultato si è visto: oltre 80 mila ettari di boschi inceneriti nel 2021, circa 70 mila ettari di verde bruciato nel 2022 e circa 50 mila ettari di boschi inceneriti lo scorso anno, anche se i danni del 2023 sembrano molto sottostimati. Per quest’anno l’attuale Governo regionale ha previsto un misero aumento delle ore lavorative per gli operai forestali. Nulla al confronto di ciò che serve per fronteggiare gli incendi boschivi. Per questo invitiamo gli operai forestali ad unirsi alla nostra protesta. Per noi agricoltori è fondamentale difendere le nostre aziende dagli incendi boschivi e dai cinghiali – aggiunge Calderone -. E dobbiamo farlo con gli operai forestali, gli unici che sanno come prevenire gli incendi. La presenza degli operai forestali nelle aree verdi è fondamentale per effettuare le opere di prevenzione del fuoco e per intervenire tempestivamente. Gli aerei Canadair arrivano solo quando il danno è stato prodotto. Anche per i cinghiali bisognerà trovare una soluzione, magari creando delle aree chiuse delle quali si potrebbero occupare gli stessi operai forestali”.

La proposta di Agostino Cascio per organizzare il Movimento in ogni provincia

Interessante la proposta di Agostino Cascio, agricoltore del Vallone. Che pone l’esigenza di un’organizzazione del Movimento provincia per provincia. Sul fatto che in questa fase va lasciato tutto alla libera aggregazione abbiamo già scritto. Ma se la prossima settimana si dovranno organizzare manifestazioni in ogni provincia davanti alle nove Prefetture, ebbene, un minimo di raccordo, se non di organizzazione, provincia per provincia andrà trovato.

Finalmente si sveglia anche l’Italia. Il 22 Gennaio prima mobilitazione di agricoltori in tante città. Polemiche in Puglia per il solito impianto eolico al posto dell’agricoltura. Attenzione al PD, partito che è piena espressione di quell’Unione europea ultra-liberista e globalista che vuole la distruzione dell’agricoltura dell’Europa mediterranea

In Italia sembra che qualcosa si stia muovendo. A svegliare i sonnacchiosi pugliesi ha pensato la Regione Puglia che, stando a quello che leggiamo su Byoblu, avrebbe sponsorizzato un impianto per la produzione di energia al posto dei fondi agricoli. Non c’è da stupirsi: la Puglia è amministrata dal PD, un partito che in Italia rappresenta l’Unione europea ultra-liberista e globalista. “A Cerignola, in provincia di Foggia – leggiamo nell’articolo di Byoblu – alcuni proprietari di terreni avrebbero ricevuto una comunicazione dalla quale emergerebbe che la Regione Puglia avrebbe autorizzato in quell’area la costruzione di un impianto eolico. Si tratterebbe in pratica di un procedimento espropriativo in favore di una società privata milanese, motivo per cui i proprietari dei terreni avrebbero scritto al presidente della Regione, Michele Emiliano”. Anche il Partito Democratico, come la Coldiretti, va tenuto lontano dal Movimento. Ribadiamo: si tratta di un partito che difende le ragioni dell’attuale Unione europea: un’Unione europea che vuole trasformare in Sud Italia e la Sicilia in un hub per produrre energia eolica e fotovoltaica da esportare nel Nord Italia e in Europa. Ribadiamo: tenere lontano Coldiretti e PD. “Alla luce di quanto sta accadendo nel settore agricolo, sembra che qualcosa inizi a muoversi anche in Italia. Per il prossimo 22 Gennaio è stata indetta una mobilitazione in diverse città che vedrebbe la partecipazione di “centinaia di gruppi di agricoltori, da Nord a Sud, fanno sapere gli organizzatori del comitato C.R.A. “Ci faremo sentire in maniera civile e senza atteggiamenti violenti. La nostra è una protesta per far sopravvivere il mondo agricolo, perché migliaia di aziende hanno chiuso e tante altre sono allo stremo”, fa sapere il coordinatore Danilo Calvani (qui per esteso l’articolo di Byoblu).

Gli agricoltori e gli allevatori che vogliono intervenire illustrano problemi e proposte hanno a disposizione questo blog. Contattare Giulio Ambrosetti su Facebook. Un saluto a tutti

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