Formazione professionale siciliana: con gli ‘Enti Paperoni’ a rischio 5 mila posti di lavoro. Tornerà la ‘macelleria sociale’ come ai tempi bui del centrosinistra?

di Mandrake

Sotto accusa la norma ‘maramalda’ approvata dall’Assemblea regionale siciliana

Cosa sta succedendo nella Formazione professionale in Sicilia? Chi ha consegnato la gestione dei corsi di formazione e la dote finanziaria ai pochi ricchi? Il Governo regionale di Renato Schifani ha così bisogno dell’intervento degli enti formativi per ripristinare le regole nel settore? Tante domande senza risposta. Confusione, caos o cos’altro? Certo è che la norma approvata l’8 Gennaio dal Parlamento siciliano, che cancella il tetto al finanziamento per ciascun ente di formazione professionale, non fa fare una bella figura al Governo siciliano della legalità. Intanto perché non si capisce come mai non ne sapesse nulla di quanto stesse accadendo in aula e poi perché la norma in questione riforma il settore senza essere stata discussa in Giunta e nella Commissione legislativa di merito dell’Assemblea regionale siciliana. Blitz o cosa? (sopra foto tratta da Il Quotidiano del Sud)

Così, per capire, qual è la posizione del Governo regionale di Renato Schifani su questa norma che serve solo a creare i ‘Paperoni’ della Formazione professionale?

E’ curioso capire quale sia la posizione del Governo dell’Isola su questa strana vicenda che vede protagonisti alcuni enti ricchi che si vedono favoriti dall’approvazione di una norma cancella-tetto al finanziamento pubblico. Questa norma spuntata dal nulla non è stata discussa? Non è stata votata? E il Governo, ignaro, cosa ha fatto? Era veramente ignaro? Che posizione ufficiale ha assunto in aula durante la votazione della legge di stabilità regionale, allorquando si è ritrovato a discutere del contenuto di questa norma? La norma che ha tolto il tetto massimo è stata presentata e messa ai voti a Sala d’Ercole. Su questo non ci piove. La stranezza è che il Governo Schifani non ha preso alcuna posizione in Aula. Come mai? Eppure gli effetti sul settore sono chiaramente prevedibili, visto che la gestione della massa finanziaria viene assegnata in regime di oligopolio. Chiariamo meglio questa strana storia facendo un passo indietro.

I ricchi della Formazione diventeranno sempre più ricchi e gli altri chiuderanno i battenti. Complimenti alla politica siciliana!

Nell’Agosto del 2022 il Parlamento siciliano, con il consenso del Governo regionale, ha introdotto una misura per evitare che i colossi del settore fagocitassero i finanziamenti a danno degli enti di piccole dimensioni. In pratica, in ogni bando fino a prima dell’approvazione della norma contestata la Regione inseriva una percentuale massima assegnabile a ciascun ente vincitore in base al budget. Limite che adesso non c’è più per buona pace dei colossi che già gestiscono svariate decine di milioni di euro annui. Tra le possibili conseguenze, quelle annunciate da molti enti che si troveranno costretti ad avviare i processi di mobilità per circa 3 mila dipendenti strutturali, in quanto non saranno più nelle condizioni di far fronte al costo del lavoro dei propri lavoratori. Stessa sorte subirebbero i circa 2 mila lavoratori con contratti flessibili. Siamo di fronte ad una nuova ‘macelleria sociale’. Termine che ci fa ripiombare al passato tumultuoso e caotico dei passati Governi di Raffaele Lombardo e, soprattutto, di Rosario Crocetta. Tutto potevamo immaginare, ma non che con l’attuale Governo siciliano di centrodestra la Formazione professionale siciliana sarebbe di nuovo sprofondata nel caos degli anni del centrosinistra, ‘macelleria sociale’ compresa.

L’assessore Girolamo ‘Mimmo’ Turano fa il pesce dentro il barile

C’è un tema politico che non può sfuggire al lettore. Certamente non è sfuggito ai titolari degli enti che sono insorti, chiedendo democrazia e tutela dall’attacco di pochi ricchi. C’è da capire in capo a chi va la responsabilità politica per l’accaduto. Al Governo oppure il Parlamento dell’Isola? Se la responsabilità dovesse essere additata all’Ars, beh, ci troveremmo di fronte ad un Governo che ha subito la norma. In tal caso, il Governo della legalità non ci fa una bella figura. Anzi ne uscirebbe con le ossa rotte, così come il Parlamento, perché nessuna delle due istituzioni ha consumato il passaggio concertativo con associazione degli enti formativi e organizzazioni sindacali. Adesso gli enti ed i sindacati hanno chiesto all’assessore regionale alla Formazione professionale, Girolamo ‘Mimmo’ Turano (foto sopra tratta da ilSicilia.it) che fino ad oggi ha fatto il pesce dentro il barile, di convocare il Comitato per le politiche regionali della Formazione professionale per metterci una pezza. Certamente non sarà facile smontare l’oligopolio ripristinato. Torneremo a parlarne sicuramente. Anche se un dubbio aleggia: e cioè che l’oligopolio in questo settore sia stato creato da Governo e Ars insieme…

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