Gli agricoltori assaltano la sede di Bruxelles del Parlamento europeo: roghi e scontri con le forze dell’ordine. A Modica bloccato un camion pieno di grano estero (VIDEO)

Sale di tono la protesta degli agricoltori europei: all’assalto del Parlamento europeo

Proteste degli agricoltori in Europa: lo scontro si sposta al Parlamento europeo. Tensione anche in Sicilia: a Modica, provincia di Ragusa, un gruppo di agricoltori ha bloccato un camion pieno di grano estero: dovrebbe trattarsi, con molta probabilità, del grano arrivato ieri mattina nel porto di Pozzallo che è già stato depositato presso alcuni mulini della Sicilia (come abbiamo raccontato qui). Di questo grano si sa poco o nulla: non si sa nemmeno da quale parte del mondo sia arrivato. Considerato che nel 2023 l’Italia ha fatto il ‘pieno’ di grano estero – duro e tenero – proveniente da Ucraina, Canada e anche dalla Russia con la ‘sponda’ della Turchia, si ipotizza che sia arrivato da uno di questi tre Paesi. Sulla rete va un video che immortale il blocco del camion pieno di grano estero da parte di un gruppo di agricoltori siciliani. Ma andiamo con ordine. Cominciamo con il Parlamento europeo che, negli ultimi anni, non ha fatto altro che penalizzare le produzioni agricole, ora per favorire le multinazionali che operano nell’industria e nei servizi, ora per aiutare la Tunisia a spese delle produzioni dell’Europa mediterranea, a cominciare dall’olio d’oliva. Idem la Commissione europea. (sopra foto di agricoltori Bruxelles tratta da Il Messaggero)

Sotto accusa la politica agricola dell’Unione europea. L’ombra di Big Pharma

Gli agricoltori europei oggi si sono concentrati a Bruxelles, davanti la sede del Parlamento europeo. In effetti, la sede del Parlamento europeo è a Strasburgo, a Bruxelles operano le Commissioni parlamentari. A Bruxelles c’è stata un’invasione di oltre mille trattori, con strade occupate, roghi e anche scontri con le forze dell’ordine. Insomma, il clima ricorda le manifestazioni che precedono le rivoluzioni. La sensazione è che i politici e i burocrati della Ue, che fino ad oggi hanno fatto dell’agricoltura quello che hanno voluto, cominciano ad avere paura: e ne hanno ben donde. Come scriviamo da quando è iniziata la protesta degli agricoltori, sotto accusa è la politica agricola dell’Unione europea: quindi Commissione europea e Parlamento europeo. Gli agricoltori contestano – lo ribadiamo – quasi tutte le linee strategiche della Ue in agricoltura. Contestano la criminale globalizzazione dell’economia (foto sotto tratta da Wikipedia), che consente a Paesi dove i costi di produzione sono molto bassi – il 90-95% in meno rispetto a Paesi europei come Francia, Germania, Belgio, Olanda, Italia, Spagna solo per il costo del lavoro – di esportare i propri prodotti nell’Unione europea. Si tratta, in molti casi, di prodotti di qualità scadente coltivati con pesticidi che in Europa sono stati banditi da dieci, venti anche trent’anni perché considerati dannosi per la salute umana. Su questo punto la Ue non ha mai arretrato di un millimetro, tanto che c’è il dubbio che questi prodotti agricoli pieni di residui di pesticidi facciano il gioco delle multinazionali farmaceutiche perché, peggiorando la salute dei cittadini, consentono alle stesse aziende di Big Pharma di vendere più medicinali.

Le politiche ‘green’ in agricoltura sono una grande presa per i fondelli che nascondono grandi affari sulla pelle degli agricoltori

Un’altra legge europea contestata dagli agricoltori è la previsione di lasciare il 4% di terre incolte per stimolare la biodiversità. Senonché la stessa Ue, da anni, non fa altro che prorogare l’uso del glifosato, un erbicida che non è esattamente un toccasana per la biodiversità! Come si può notare, ci sono contraddizioni che lasciano pensare ad altro. Anche in questo caso, il dubbio è che l’Unione europea voglia ridurre la produzione agricola in Europa per fare arrivare i prodotti agricoli esteri. Questo punto – estremamente grave – lo approfondiremo in un altro articolo. Un altro punto di scontro tra agricoltori e Ue sono gli insetti a tavola e la carne sintetica: l’Unione europea li sponsorizza perché vuole eliminare gli allevamenti animali, il Movimento degli agricoltori è contrario a insetti a tavola e carne sintetica e, ovviamente, difende gli allevamenti animali. A conti fatti, gli agricoltori europei contestano le politiche ‘green’ dell’Unione europea che, in moti casi, di ‘ecologico’ hanno poco o nulla e che nascondono grandi affari sulla pelle degli agricoltori per favorire le multinazionali.

Il tragicomico cambiamento di linea politica della Coldiretti di Gianni Prandini

Su alcuni giornali online leggiamo una notizia tragicomica: la Coldiretti di Gianni Prandini, che in Italia si è schierata con il Governo di Giorgia Meloni, di fatto contro gli agricoltori italiani che protestano (QUI UN ARTICOLO CON UN VIDEO DI PRANDINI), in Europa invece sceglie la via della protesta. Il problema è che la linea politica del Governo Meloni, in agricoltura, è sostanzialmente la stessa linea politica dell’Unione europea in agricoltura. Il Governo Meloni, che sembrava contrario agli insetti a tavola e invece ha autorizzato la produzione di cibi a base di polveri di insetti. Con molta probabilità, ha ragione Danilo Galvani, leader del Movimento degli Agricoltori traditi, che sostiene che la linea di Prandini non è gradita alla base di questa organizzazione agricola, così per non perdere iscritti il ‘capo’ della Coldiretti sta provando a cambiare linea politica. Sarà interessante vedere che posizione prenderà la Coldiretti quando lo scontro tra agricoltori italiani e Governo Meloni salirà di tono. Su euronews. Prandini dichiara: “Chiediamo di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale”. Prandini dimentica che il Governo Meloni che lui e la sua organizzazione agricola difendono contro gli agricoltori italiani in lotta si sono messi sotto i piedi la sovranità alimentare, facendo arrivare in Italia fiumi di grano ucraino che per cinque Paesi dell’Unione europea hanno respinto per tutelare i propri produttori di grano. Sono la Romania, la Slovacchia, l’Ungheria, la Bulgaria e la Polonia. Se la Coldiretti è difende la sovranità alimentare come mai non ha attaccato l’attuale Ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida? La verità è che la Coldiretti sta affondando nelle contraddizioni.

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