Gli agricoltori europei: stop al flusso di prodotti agricoli da Asia, Africa, Sudamerica e Canada. La Ue finge di non capire. Una grande manifestazione in contemporanea a Bruxelles e Strasburgo?

Fino ad ora gli agricoltori europei hanno avuto pazienza. Le pagliacciate della Ue che propone agli agricoltori aiuti e minchiate varie ignorando la vera richiesta: bloccare il flusso in Europa di prodotti agricoli extra-europei a prezzi stracciati

Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire. Il vecchio adagio si adatta molto bene all’Unione europea, ai Ministri dell’Agricoltura dei 27 Paesi europei e al Ministro delle Politiche agricole italiano, Francesco Lollobrigida. Di fronte alle proteste di una piccola delegazione degli agricoltori europei, la Ue, nel suo complesso, fa finta di non capire. I Ministri blaterano di rivedere qua e rivedere là la PAC, il prezzo del gasolio agricolo e bla bla bla. Fanno finta di non capire che la prima richiesta degli agricoltori europei è il blocco dei prodotti agricoli che arrivano dall’Asia, dall’Africa,dal Sudamerica e dal Canada. Se non si blocca questo flusso di prodotti agricoli a prezzi stracciati che massacrano le produzioni europee la protesta degli agricoltori europei non si fermerò. Tra l’altro, in molti casi questo prodotti agricoli extra-europei fanno letteralmente schifo, perché pieni di pesticidi ed erbicidi che in Europa non vengono utilizzati da decenni. Ma questa richiesta non piace ai vertici della Ue, perché colpisce al cuore la globalizzazione dell’economia. Su questo punto i telefoni tra Unione europea e agricoltori sono destinati a rompersi. Non è da escludere un’altra manifestazione di agricoltori, questa volta più determinata. (Sopra foto tratta da Il Messaggero)

I vertici dell’Unione europea sanno benissimo che il flusso di prodotti agricoli che arrivano da Asia, Africa, Sudamerica e Canada distrugge l’agricoltura europea. Ma non gliene frega niente. La Ue vuole la morte di buona parte dell’agricoltura europea. Non a caso ha già pronti i sostituti: insetti a tavola e carne sintetica

E’ importante illustrare questo aspetto. I vertici dell’Unione europea sanno benissimo che il flusso di prodotti agricoli esteri distrugge l’agricoltura europea. Ma l’invasione di questi prodotti agricoli di Asia, Africa, Sudamerica e Canada cementano rapporti economici e in alcuni casi geopolitici che interessano le multinazionali a tutti i livelli. Prendiamo il Canada: il discutibile grano canadese (duro e tenero), le discutibili lenticchie canadesi consentono alle multinazionali di andare a fare affari in Canada nel settore dei servizi e dell’industria. Se la Ue comincia a rifiutare grano e lenticchie canadesi si sfasciano anche i rapporti tra Canada e multinazionali occidentali su industria e servizi. E siccome l’Unione europea è il ‘teppetino’ delle multinazionali i rapporti commerciali con il Canada non possono essere interrotti e pazienza se i prodottori di grano europei ne pagano le conseguenze e se i cittadini mangiano derivati del grano di pessima qualità. Non solo. Il grano al glifosato e alle micotossine provoca la diffusione di patologie croniche che sono una manna dal cielo per le multinazionali farmaceutiche, che acquisiscono milioni di pazienti che saranno costretti a curarsi per tutta la vita. Le intolleranze alimentari, spesso scambiate per celiachia, non arrivano dal nulla. Ieri, nel corso della manifestazione di protesta degli agricolotori nel porto di Pozzallo, che hanno contestato l’arrivo della solita nave piena di grano estero (nel caso di ieri grano duro canadese), nel servizio del TGR Sicilia, un agricoltore ha detto a chiare lettere: fanno arrivare qui in Sicilia questo grano canadese che avvelena i nostri bambini. Come si fa a non dargli ragione?

L’Europa tra grano canadese e grano ucraino

Il grano canadese è solo un esempio. Un’altra follia è l’invasione di grano ucraino. L’Ucraina, prima della guerra, era il quinto produttore di grano nel mondo. Era, insieme con la Russia, il fornitore di grano dell’Africa. Oggi, per vari motivi, il grano ucraino, per solidarietà verso l’Ucraina, viene dirottato in Europa contro il volere degli agricotori europei. Cinque Paesi Ue si sono opposti e non lo vogliono. Sono la Slovacchia, la Polonia, l’Ungheria, la Romania e la Bulgaria. Possono violare gli accordi di libero scambio vouti dall’Unione europea? No, ma li hanno violati lo stesso. Perché questi cinque Paesi non vogliono il grano ucraino? In primo luogo perché distrugge le produzioni di grano di questi cinque Paesi, mandando in miseria gli agricoltori che producono grano. In secondo luogo perché il grano ucraino è inquinato dalla presenza di contaminanti (piombo in testa ma non solo) che sono il risultato di due anni di guerra: è questo uno dei motivi che ha spinto molti Paesi africani a preferire il grano russo. L’Italia, invece, grazie al Governo Meloni, ha fatto il pieno di grano ucraino a partire da Gennaio dello scorso anno.

Lo scontro tra agricoltori e Unione europea è ormai all’ultimo stadio. Se non verrà fermato il flusso di prodotti agricoli extra-europei l’agricoltura europea non avrà speranza

Siamo arrivati al punto centrale del problema. Cinque Paesi Ue hanno rifiutato il grano ucraino. Adesso la questione si sposta su tanti altri prodotti agricoli extra-europei che invadono l’Europa: ortaggi e frutta. Prima che scoppiasse la protesta degli agricoltori europei, la Commissione stava per siglare un nuovo accordo commerciuale con il Sudamerica del Mercosur. Se questo accordo – come nelle previsioni – fosse stato siglato entro la fine di Gennaio, l’Europa sarebbe già stata invasa da prodotti agricoli sudamericani che avrebbero assestato il colpo di grazia all’agricoltura europea. Per chiarire di cosa stiamo parlando, va precisato che tutta l’agricoltura estensiva del Sudamerica è imperniata su OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e l’uso di glifosato in alcuni Paesi è semplicemente spaventoso, se è vero che viene irrorato con gli aerei su immense estensioni di terreni con effetti nefasti sulla popolazione (come potete approfondire qui). Non a caso nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha sostanzialmente approvato l’utilizzazione di piante OGM cambiandogli il nome, perché la Ue vuole a tutti i costi approvare l’accordo con il Sudamerica per finire di distruggere l’agricoltura europea. Lo scontro tra agricoltori e Unione europea è ormai all’ultimo stadio. Se non verrà fermato il flusso di prodotti agricoli extra-europei l’agricoltura europea non avrà speranza. La PAC, il prezzo del gasolio agricolo, gli aiuti sono questioni importanti ma secondarie. Il punto centrale è il blocco del flusso di prodotti agricoli extra-europei. Sono prodotti agricoli in buona parte di pessima qualità. E sono prodotti in Paesi dove il costo del lavoro agricolo è irrisorio rispetto al costo del lavoro agricolo in Europa (tecnicamente si definisce dumping salariale). Ed è per questo che si parla di una nuova, grande manifestazione di agricoltori europei, questa volta non un migliaio di agricoltori ma di ventimila, trentamila, quantamila per ‘assediare’, contemporaneamente Bruxelles e Strasburgo…

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