Le guerre in Medio Oriente e in Ucraina e il blocco del Canale di Suez stanno creando carenza di petrolio e aumento dell’inflazione

Di fatto la strategia di Cina e Russia di utilizzare i ribelli Houthi per costringere le navi commerciali – soprattutto le navi petroliere – a non passare per il Canale di Suez si sta rivelando vincente (e disastrosa per l’Unione europea). Il giornale scenarieconomici.it prevede nuova inflazione

E’ in arrivo un’ondata di nuova inflazione? Per i lettori di The Hour non è una novità (qui un nostro articolo del 19 Dicembre scorso). La novità è che loscrive scenarieconomici.it: “Petrolio: la scarsità di petroliere dovuta agli Houthi e alle sanzioni rischia di provocare uno shock dei prezzi energetici”. Ancora: “Gli attacchi degli Houthi obbligano le petroliere a passare il Capo di Buona Speranza, allungando i tragitti e aumentando i costi. Intanto ci sono petroliere bloccate dalle sanzioni russe. Questo può provocare uno aumento dei prezzi energetici a causa dei costi dei trasporti”. I Paesi occidentali – Italia compresa – hanno inviato nel Mar Rosso navi da guerra che non stanno risolvendo il problema. Il giornale scenarieconomici.it riprende una dichiarazione di Alexander Saverys, amministratore delegato di Euronav NV, uno dei maggiori proprietari di navi cisterna al mondo: “L’impatto delle deviazioni è visibile ogni giorno nel trasporto marittimo in generale e, direi, in particolare nel trasporto di greggio e prodotti petroliferi”. In un clima di guerra le navi petrolifere che passano dal Golfo di Aden evitano di attraversare lo Stretto di Bab el Mandeb e di passare per il Mar Rosso e per il Canale di Suez: preferiscono, in alternativa, passare per il Capo di Buona Speranza, navigando 15 giorni in più con costi di trasporto maggiorati. Il risultato è che in Europa arrivano meno navi petroliere e, quindi, meno petrolio greggio.

In tutto questo cominciano anche a scarseggiare le navi petroliere. Secondo voi gli italiani che seguono il calcio, il tennis e la televisione lo hanno capito che il potere d’acquisto delle loro retribuzioni è destinato a ridursi non chissà quando ma nel giro di pochi mesi?

Scrive sempre scenarieconomici.it: “Ai problemi legati agli attacchi Houthi si sommano le sanzioni al Petrolio russo, Sokol in particolare, che ha bloccato numerose petroliere di fronte alle coste della Corea del Sud, dove fungono da deposito galleggiante per un petrolio in cerca di acquirente. Si parla di una trentina di navi, comunque sottratte alla normale offerta di mercato per i trasporti”. Lo scenario è destinato a peggiorare, sia perché le guerre in corso non aiutano, sia perché, come si legge sempre nell’articolo, cominciano a scarseggiare le navi petroliere. Ci chiediamo se i governanti dell’Unione europea tra insetti a tavola, ‘cappotti termici alle abitazioni’ e le proteste degli agricoltori che si fanno sempre più stringenti hanno capito che cosa sta succedendo. Alla mancanza di gas si va aggiungendo, piano piano, la mancanza di petrolio, anche perché i Paesi arabi che producono petrolio hanno di fatto mandato a quel Paese l’America di Biden e gli altri Paesi dell’Occidene che appoggiano l’Ucraina e non hanno alcun motivo per aumentare l’offerta di petrolio: anzi, sono ben felici di ridurre l’offerta per risparmiare guadagnandoci, perché il prezzo del petrolio è destinato a salire. Abbiamo il dovere di avvertire gli italiani che seguono il calcio, il tennis e la televisione che il potere d’acquisto delle loro retribuzioni si ridurrà in tempi brevi a causa dell’inflazione. Ce lo chiede l’Europa…

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