Il 25 Aprile visto da un uomo di Chiesa che ricorda che l’odierna ricorrenza è stata voluta da Alcide De Gasperi nel 1946, poi ratificata a memoria storica nel 1949

di Frate Domenico Spatola

Il ricordo dei cimiteri di ceneri senza corpi

L’anno venturo sarà l’ottantesimo compleanno della liberazione ad opera dei partigiani “antifascisti” che, a partire dall’8 Settembre del 1943, sostenuti dagli Alleati anglo-americani, riuscirono a forzare la “linea Gotica” che da Rimini si allungava fino a La Spezia, a difesa della Repubblica Sociale di Salò, estremo avamposto di difesa, preteso da Hitler. I partigiani, poche migliaia all’inizio, avevano raggiunto cifra duecentomila, provenendo da ogni appartenenza politica e tutti con l’unico obiettivo: combattere il nazifascismo, che nel frattempo si esercitava in nuovi atti di terrore con le stragi di Sant’Anna di Strazzema, di Marzabotto, delle Fosse Ardeatine e di altre ancora. Le deportazioni in massa di Ebrei e dissidenti nei “Campi della soluzione finale”, dove gli internati non lasciavano tracce del loro passaggio, perché in cimiteri di ceneri e senza corpi.

La Costituzione italiana del 1948 e l’Antifascismo

L’orda nazifascista furoreggiava, combattuta con generosità indomita fino al sangue di coloro che ci meritarono la libertà, dopo l’infame “Ventennio”, che aveva causato disastri all’Italia, con le “Leggi razziali” del 1938, e l’entrata in guerra il 10 giugno del 1940. A Mussolini “bastavano millecinquecento morti”, per sedersi al tavolo dei vincitori. Delirante follia! Finirà appeso a testa in giù a Piazzale Loreto. La “guerra lampo” in Europa condotta dai Tedeschi, lo aveva stregato. Il 25 Aprile del 1945 la popolazione insorse a Milano e i tedeschi rimasti si diedero alla fuga verso la Germania. Con loro anche c’era “El caprùn”. Così Giuseppe Negri identificò Mussolini, da partigiano occhiuto. Lo trasse in arresto in nome del popolo italiano e Mussolini verrà fucilato con la Petacci, il 28 aprile successivo. La odierna ricorrenza, voluta da De Gasperi nel 1946, fu ratificata a memoria storica e imperitura nel 1949. Doveva ricordare la ritrovata liberazione e la riconquista della democrazia in Italia. La “Costituzione”, su cui si fonderà la nuova Repubblica, ha nel suo DNA l’Antifascismo. Se ne facciano una ragione coloro che sono chiamati a governare (e tengono a precisare di essere stati “democramente eletti”), l’Italia di oggi e del futuro. Su quella “Carta” hanno giurato fedeltà!

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