La tassa di ingresso di 5 euro istituita dal Comune di Venezia (e da altri Comuni). Enzo Guarnera: “E’ una discriminazione fondata sulle condizioni sociali”

di Enzo Guarnera

L’autore di questa nota nella vita fa l’avvocato

Fa discutere la tassa di ingresso pari a 5 euro per tutti i turisti giornalieri introdotta dal Comune di Venezia che dovrebbe essere pagata dai turisti. Dove per turisti si intendono gli stranieri ma anche gli italiani non residenti a Venezia. La tassa è stata introdotta per frenare il turismo di massa ma siccome si tratta di Venezia, una città unica al mondo e tra le più famose al mondo – e tra le città più visitate al mondo – c’è il dubbio che sia stata istituita anche per fare ‘cassa’. Al di là delle perplessità di chi a Venezia vive di turismo – anche di massa – ci sembrano interessanti alcune considerazioni giuridiche di Enzo Guarnera, avvocato, già parlamentare regionale siciliano.

“Tesi azzardata? Forse, ma non tanto. Cosa ne pensano i giuristi che leggono questa nota?”

“L’art.3 della Costituzione Italiana – scrive Guarnera – prevede la pari dignità sociale di tutti i cittadini e la loro l’uguaglianza dinnanzi alla legge, anche senza distinzione di condizioni personali e SOCIALI. L’ art.16 della stessa Costituzione stabilisce la libertà di circolazione e soggiorno in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni stabilite dalla legge per motivi di sanità o di sicurezza. I motivi di sanità li abbiamo compresi bene nel caso del COVID 19; quelli di sicurezza sono previsti dall’art. 233 del codice penale e riguardano le persone socialmente pericolose (sorveglianza speciale, obbligo o divieto di dimora, foglio di via obbligatorio). Al di fuori di tali casi limitare la libertà di movimento e soggiorno incide sulla dignità personale dei cittadini. E adesso il caso concreto. Alcuni Comuni italiani hanno introdotto l’obbligo di versare una tassa come condizione per l’ingresso nel loro territorio, per ultimo il Comune di Venezia (5 euro). Ne consegue che un cittadino poco abbiente, addirittura povero, un senza dimora, che con pochi euro al giorno riesce appena a sfamarsi, non può andare a Venezia e in tanti altri Comuni. Trattasi di una discriminazione fondata sulle condizioni SOCIALI, sul censo. Tesi azzardata? Forse, ma non tanto. Cosa ne pensano i giuristi che leggono questa nota?”. Le domande ci stanno tutte. Venezia è una nota città d’arte. L’Italia è piena di città d’arte. E se tutte le città d’arte italiane – città d’arte siciliane comprese – imiteranno Veneia che succederà? Immaginate i siciliani che, per entrare a Taormina, a Siracusa, a Palermo, ad Erice e via continuando dovrebbero ‘cacciare’ 5 euro?

Sopra foto tratta da CGIA Mestre

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