Il No dell’Italia al MES e le possibili rappresaglie finanziarie. Diego Fusaro: “Avete ancora il coraggio di chiamarla democrazia?”

di Diego Fusaro

In effetti, nell’Unione europea non c’è alcunché di democratico. Romano Prodi, dopo quello che ha combinato ‘infilando’ l’Italia nell’euro, continua a pontificare

Il fatto che il Governo abbia, giustamente, respinto il MES ha innescato una catena di reazioni furenti da parte dei mercati, delle loro classi e dei loro apologeti intellettuali, politici e giornalistici. Era prevedibile. Il MES, del resto, come “La Repubblica” ha candidamente ammesso, serve alle banche. E quel che vogliono le banche è per definizione insindacabile. Come si permette dunque la politica italiana di interferire con la sacra volontà delle banche d’affari? Tra i tanti, è intervenuto anche l’immarcescibile Romano Prodi. Questi ha asserito che il rifiuto del MES pone l’Italia in una condizione di instabilità. Vero è che le affermazioni di Prodi su euro e UE sono già state ampiamente falsificate dalla storia. Ricordate quando disse che grazie all’euro avremmo lavorato un giorno in meno alla settimana guadagnando come se avessimo lavorato un giorno in più? Ma non è solo Prodi a lagnarsi. Anche Giancarlo Giorgetti, il più europeista tra i leghisti, ha detto testualmente “ce la faranno pagare”. Insomma, il quadro che emerge è limpido: al tempo del neoliberismo, la politica deve semplicemente eseguire gli ordini delle banche e, quando osi dissentire, arrivano le rappresaglie finanziarie. Avete ancora il coraggio di chiamarla democrazia?

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