Il papocchio ‘aereo’ dell’accoppiata Schifani-Aricò che penalizza la Sicilia ricorda tanto gli scippi alla sanità e al Bilancio regionale targati centrosinistra

Che fine ha fatto la compagnia aerea che avrebbe dovuto aumentare l’offerta di voli da e per la Sicilia riducendo il costo dei biglietti? Ma i rappresentanti del Governo siciliano e di Ryanair, dopo le baruffe, non avevano cominciato a dialogare? La verità è che anche quest’anno avremo un Natale-incapretta siciliani. Il resto sono chiacchiere e cucchiteddri ‘i lignu

Stanno per arrivare le vacanze di Natale e sui trasporti aerei siamo sempre allo stesso punto: prezzi alle stelle che penalizzano i siciliani che lavorano fuori dalla Sicilia, costretti a pagare un ‘botto’ di soldi per passare le vacanze natalizie nella nostra Isola. Penalizzati anche i turisti che vorrebbero passare il Natale in Sicilia. Lo scorso anno il Governo regionale di Rosario Schifani si era appena insediato e non poteva avere responsabilità. Ma un anno dopo lo spettacolo ‘coloniale’ si sta ripetendo tale e quale. Pensavamo – così aveva annunciato il Governo Schifani – che era stata trovata una nuova compagnia aerea per aumentare l’offerta a calmierare i prezzi dei biglietti aerei. In questi giorni, però, non abbiamo più notizie di questa compagnia aerea. Qualche mese fa c’è stata una polemica dai toni molto duri tra il presidente Schifani e il ceo group di RyanairMichael O’Leary. Il presidente della Regione ha accusato i vertici della compagna aerea: “Il comportamento di Ryanair è inaccettabile“. E’ intervenuto anche il Governo nazionale con il Decreto prezzi. Con la replica a muso duro dei vertici di Ryanair: “Decreto prezzi stupido e idiota“. Poi sono iniziate le prove di dialogo tra Regione siciliana e Ryanair. Poi – e siamo arrivati ai nostri giorni – il nuovo ‘incaprettamento’ per i cittadini siciliani costretti a pagare i soliti biglietti aerei ‘salati’ per tornare nella nostra Isola.

Sconti solo per i siciliani. E i turisti che decidono di passare le vacanze natalizie in Sicilia?

E adesso? Il Governo regionale prova a mettere una toppa che, secondo il Codacons, il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, rischia di rivelarsi peggiore del buco. Ma andiamo con ordine. I governanti della Regione, probabilmente in preda alla confusione, si sono catapultati a Roma per trovare una soluzione. L’hanno trovata? A nostro modesto avviso, no, perché hanno combinato un pasticcio. Riassumiamolo. La Regione si propone di abbattere le tariffe aeree fino al 50%. Già le parole “fino al 50%” e non un secco “abbattimento delle tariffe del 50%” la dice lunga sul confusionario inghippo messo in atto dal Governo. Intanto va detto che se un biglietto costa 500 euro si passerebbe a 250 euro. Ma il costo di 250 euro per arrivare in Sicilia con l’aereo non è esattamente ‘regalato’. Lo sconto è riservato a chi risiede in Sicilia: e questo è un altro errore, perché lo sconto dovrebbe essere esteso ai turisti che intendono passare le vacanze in Sicilia. Ma l’assurdità è che tale sconto riguarda solo i collegamenti tra la Sicilia e gli aeroporti di Roma e di Milano. E chi arriva da altri luoghi? Ancora: gli sconti riguardano i voli dal 1° Dicembre 2023 al 31 Dicembre 2024. Capodanno e l’Epifania non rientrano più fra le festività natalizie? Ma il presidente Schifani e l’assessore Alessandro Aricò si rendono conto del papocchio che hanno messo in campo?

La dichiarazione di Giorgio Assenza, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese a metà strada tra un’operetta oscena e una commedia di Eugène Ionesco

Da quello che abbiamo capito il Governo regionale ha trovato 27 milioni e mezzo di euro: 12,5 milioni di fondi assegnati dallo Stato alla Sicilia per l’insularità e di 15 milioni di fondi del bilancio della Regione. Restiamo basiti nel leggere una dichiarazione tra l’osceno e l’assurdo di Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Assemblea regionale siciliana, e di Giampiero Cannella e Salvo Pogliese, coordinatori regionali dello stesso partito: “Un provvedimento senza precedenti, molto concreto e contemporaneamente anche dal forte valore simbolico, perché ribadisce che il Governo regionale- in piena comunione di intenti con quello nazionale guidato a Roma dalla nostra Giorgia Meloni – sta tutelando e tutelerà con i fatti il sacrosanto diritto dei siciliani a godere di una mobilità economicamente sostenibile”. Siamo alla propaganda politica allo stato puro in difesa di un Governo nazionale che, al pari del precedenti Governi nazionali del PD, non ha fatto altro che scippare risorse finanziarie alla Sicilia. E’ il caso dei 9 miliardi di euro di fondi sanitari strappati al fondo sanitario regionale con un vergognoso raggiro parlamentare iniziato nel 2006 e completato nel Dicembre dello scorso anno con un accordo-capestro ai danni della Sicilia siglato dal presidente Schifani e dal Ministro di quello che resta dell’Economia italiana, il leghista Giancarlo Giorgetti (e biri chi manci, come si usa dire in Sicilia).

Come il centrosinistra quando governava l’Italia e la Sicilia, anche il centrodestra, che oggi Governa l’Italia e la Sicilia, sta massacrando 5 milioni di siciliani che ancora si ostinano ad andare dietro a questi due schieramenti politici

Ricordiamo che lo scippo di 9 miliardi di euro dal Fondo sanitario regionale siciliano è stato voluto da un Governo nazionale di centrosinistra, il Governo di Romano Prodi 2006-2008. Il Governo regionale di Rosario Crocetta, sempre di centrosinistra, nel 2016, ha fatto approvare da un Parlamento siciliano una legge che scippava 280 milioni di euro all’anno agli ospedali pubblici siciliani. Lo scippo è stato bloccato sette anni dopo solo perché sono intervenuti Corte dei Conti e Corte Costituzionale. Oggi la Cgil e il PD – che sono le facce della stessa medaglia -organizzano manifestazioni contro i tagli alla sanità siciliana, come se la ridicola sinistra siciliana fosse estranea allo sfascio che si registra negli ospedali pubblici della nostra Isola. Targato centrosinistra è anche l’operazione che ha azzerato i 10 miliardi di crediti che la Regione siciliana vantava in buona parte dallo Stato e in parte da misteriosi soggetti privati rimasti tali. Questo è avvenuto nel 2015, con un voto dell’Assemblea regionale siciliana a maggioranza di centrosinistra, mentre il centrodestra siciliano si cimentava in un ‘silenzio assordante”. Fine delle vergogne finanziarie contro la Sicilia? Ma quando mai. C’è anche l’affossamento dell’articolo 36 dello Statuto siciliano, con la cessione di quote importanti di IRPEF e IVA allo Stato. In barba al citato articolo 36 dello Statuto che stabilisce che tutta l’IRPEF siciliana e tutta l’IVA siciliana deve restare alla Regione. Centrosinistra e centrodestra hanno affossato la Sicilia distruggendo la sanità pubblica e regalando allo Stato decine di miliardi di euro tolti, di fatto, dalle tasche degli ignari cittadini siciliani che ancora votano per questi due schieramenti politici.

La dura nota del Codacons sul papocchio ‘aereo’ dell’accoppiata Schifani-Aricò

Oggi va in scena la pantomima sui trasporti aerei. Come già accennato, dopo un anno non è cambiato nulla. C’è solo il papocchio messo su in frett’e furia da un Governo siciliano che cerca di nascondere il fallimento in materia di tutela dei siciliani dal caro-voli. Che si tratti di un papocchio non lo pensiamo solo noi. Anche il Codacons non ci va leggero: “Si tratta – dicono i vertici del Codacons – di una misura che non risolve affatto il problema del caro-voli, ma anzi rischia di spingere le compagnie aeree a lucrare ancora di più aumentando le tariffe sfruttando proprio lo sconto concesso ai viaggiatori siciliani. Inoltre per la misura vengono usati fondi pubblici. Questo significa che saranno sempre i cittadini a pagare le tariffe stellari dei biglietti aerei, solo in modo diverso: non più attraverso l’acquisto del titolo di viaggio, ma mediante i finanziamenti messi a disposizione dalla Regione. Infine la misura rischia di determinare una pericolosa discriminazione a danno dei cittadini che vivono fuori dall’Isola: lo sconto sarà infatti valido solo per chi parte dagli scali di Roma e Milano, ma non si applicherà alle partenze da tutti gli altri aeroporti della Penisola, con evidente pregiudizio per gli utenti”.

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