In ricordo di Giovanni Falcone. La testimonianza personale di Frate Domenico Spatola che incontrò il magistrato nel Gennaio 1990: “Lessi nei suoi occhi premonizione e sottile paura”

di Frate Domenico Spatola

Oggi, 23 Maggio 2025, anniversario della scomparsa di Giovanni Falcone

L’avevo incontrato due anni prima. Ricorreva il decennale della morte di Piersanti Mattarella. Era il 6 Gennaio 1990. Mi chiese preghiere, Giovanni Falcone (foto sopra tratta da Fondazione Falcone). Lessi nei suoi occhi premonizione e sottile paura. Il 23 Maggio 1992 alle 17,57 sull’autostrada di Capaci si scatenò l’inferno. Trecento chili di tritolo mandarono in frantumi, con l’asfalto, le macchine che in corteo sfrecciavano verso Palermo. Giovanni Brusca, dalla postazione panoramica sulla collina che costeggia a l’autostrada, per conto di Totò Riina e Company, aveva azionato il telecomando. I morti furono cinque. Tre poliziotti di scorta Bersaglio numero uno furono Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo. Li avrei visti il giorno dopo, allineati nelle bare esposte ai visitatori per una preghiera, nell’atrio del tribunale di Palermo. “Con lui muore la speranza degli onesti cittadini” scrisse qualcuno. E Palermo, impaurita e senza difesa, pianse, come il cielo che non ebbe ritegno, ai funerali del 25 Maggio successivo nella chiesa di San Domenico, il pantheon cittadino.

Dopo Falcone, Paolo Borsellino

Falcone aveva lottato per liberarci dalla mafia, ma i suoi metodi non furono compresi e comunque avversati anche da colleghi e politici. Falcone tuttavia, per la Storia, resterà il vincente. “Le nostre idee cammineranno sulle gambe di tanti che credono nella libertà e la democrazia”. Era l’idea che lo portò a stanare Buscetta dal Brasile e farlo, suo malgrado, “collaboratore di Giustizia”. Inventò il carcere duro per i mafiosi impenitenti e l’aula/bunker servirà per processarli e condannarli. Tattica da campione? Non gli fu riconosciuta unanimemente e fu lasciato solo. Minimizzando anche l’attentato non riuscito dell’Addaura. Paolo Borsellino, nel discorso su di lui nel primo mese, accennò in maniera misteriosa a tante cose e parlò del Giuda, ma anche egli non arrivò al secondo mese della morte di Falcone. Il 19 Luglio salterà in aria, in via D’Amelio, con tutta la scorta. Morta la speranza? L’albero “Falcone” in via Notarbartolo a Palermo è sempre verde perché è “l’albero dei cittadini onesti”.

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