La protesta degli allevatori: Sebastiano Lombardo costretto a interrompere lo sciopero della fame. Al Movimento serve una scossa tipo la rivolta dei Forconi siciliani del 2011

Senza offesa, ma con scioperi della fame non crediamo che il Governo nazionale e i Governi regionali della Sicilia e della Campania faranno qualcosa. Serve molto più ‘scruscio’, come si dice dalle nostre parti

Sebastiano Lombardo, l’allevatore siciliano in sciopero della fame dal 18 Ottobre, è stato costretto a interrompere protesta per problemi di salute. Il ‘testimone’, chiamiamolo così, è passato nelle mani di un altro allevatore della nostra Isola, Carmelo Galati, che da oggi ha iniziato lo sciopero della fame. Non si ferma la battaglia degli allevatori siciliani e campani per sensibilizzare un Governo nazionale che, in materia di agricoltura tutela solo le Regioni del Nord Italia, come hanno già fatto i Governi del PD, i Governi del grillino Giuseppe Conte (a questo Governo fallimentare la Sicilia deve lo scippo che ha subito a valere sulle risorse del Feasr, con la connivenza di PD, Lega, Forza Italia e Italia Viva (come potete leggere qui). Tirando le somme, l’attuale Governo di Giorgia Meloni e i Governo precedenti non hanno mai affrontato in modo razionale due patologie che colpiscono gli animali: la Brucellosi (BRC) e la Tubercolosi (TBC) (ce ne siamo occupati qui). Per la cronaca, la Brucellosi colpisce i bovini, le bufale (molto presenti in Campania), gli ovini e i caprini, mentre la Tubercolosi colpisce i bovini, le bufale e, in minima parte, i caprini.  Così gli allevatori di Campania e Sicilia hanno iniziato una battaglia che, forse, dovrebbe essere sostenuta da più allevatori. Poiché seguiamo questa protesta da quando è iniziata con le sue evoluzioni (come potete leggere qui) una maggiore partecipazione, magari con azioni più ‘forti’, potrebbe smuovere le acque stagnanti della politica. Andiamo alla cronaca.

Lo stop dello sciopero della fame di Sebastiano Lombardo e la dichiarazione di Gianni Fabris

“Nel pomeriggio di oggi, 7 Novembre 2023 – leggiamo in un comunicato – al suo ventunesimo giorno di sciopero della fame, Sebastiano Lombardo, che dal 18 Ottobre ha perso 17 chili, ha dovuto interrompere questa dura esperienza per pesanti problemi fisici dovuto al manifestarsi di una forte infiammazione ai denti che lo ha costretto a sottoporsi ad una terapia a base di antibiotici e antidolorifici incompatibile con la condizione di digiuno che si protrae da tre settimane. Commenta Gianni Fabbris a nome del Movimento Salviamo l’Allevamento di Territorio di cui è portavoce: “A Sebastiano Lombardo va il più sentito ringraziamento da parte di tutto il movimento degli allevatori per la determinazione e il rigore cui ha condotto questa dura prova condotta a nome di tutti per far valere le ragioni dei tanti suoi colleghi in Sicilia e nelle altre Regioni meridionali finora inascoltate. In questa esperienza di mobilitazione, non certo un gesto solitario di protesta ma il nucleo di una nuova stagione di protagonismo degli allevatori, degli agricoltori e di chi lavora la terra, sta nascendo un nuovo gruppo dirigente che sarà una risorsa preziosa per il progetto di Riforma del nostro agroalimentare. Una leva di dirigenti che si sta formando all’azione sindacale di cui abbiamo sempre più bisogno ed urgenza e che, restituendo dignità e visione alla funzione della rappresentanza, sa interpretare i bisogno delle imprese agricole, dei lavoratori e dei cittadini con capacità, visione ed autonomia del progetto. Sebastiano Lombardo ne ha dato un esempio concreto mettendosi in campo in queste nelle tre settimane di sacrificio cui si è sottoposto mantenendo la lucidità e il rigore che lo ha portato ad essere un punto di riferimento per i tanti allevatori che si stanno mettendo in campo in questi giorni in Sicilia. Lucidità e capacità di cui abbiamo sempre più bisogno sia per concludere questa fase con il risultato della realizzazione del Commissario Nazionale sulla BRC e TBC, sia per quella nuova che si aprirà che, evidentemente, non potrà che vedere il Movimento degli allevatori come il primo protagonista della riuscita dei nuovi Piani di iniziativa”. Insomma, Fabbris dà atto a Sebastiano Lombardo del contributo decisivo che ha offerto insieme al suo collega Pasquale D’Agostino che in Campania sta conducendo analoga esperienza.

A Troina una nuova assemblea per rafforzare la mobilitazione

Che dire? Che noi, fino ad oggi, non vediamo grandi risultati. Non vediamo la nomina del Commissario Nazionale per la BRC e la TBC e non cogliamo interesse da parte della politica, a parte qualche sparuto intervento. Come già accennato, “Carmelo Galati, allevatore vicepresidente dell’Associazione Unione Allevatori di Sicilia – leggiamo sempre nel comunicato – da questa mattina è in sciopero della fame nella Sala Consigliare del Comune di Troina dove il Movimento chiama a raccolta gli allevatori, i Sindaci, i cittadini e i movimenti e le associazioni siciliane per una nuova Assemblea aperta in cui decidere ulteriori iniziative per rafforzare ed estendere in Sicilia la mobilitazione contro il fallimento dei Piani di Eradicazione e per una soluzione condivisa. Sebastiano Pruiti, a nome del Coordinamento Siciliano, nel ringraziare il Sindaco di Troina, Alfio Giachina, l’assessore alle Attività Produttive Salvatore Leanza e tutta la giunta comunale (che peraltro si erano recati nei giorni scorsi a incontrare Sebastiano Lombardo in sciopero della fame a San Teodoro esprimendo vicinanza, condivisione e sostegno) e nel sottolineare l’accoglienza positiva e solidale riservata loro dal Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Schillaci, che ha offerto la disponibilità della Sala Comunale in cui da oggi Carmelo Galati sostiene lo sciopero della fame, ha annunciato che dopodomani (9 novembre 2023 alle ore 18) il coordinamento Siciliano della Rete Salviamo l’Allevamento di Territorio convoca la pubblica assemblea presso il Centro Peppino Impastato (sotto la Piazza Nuova)”. Il nostro augurio è che la protesta assuma toni molto più sostenuti, perché fino ad oggi – spiace dirlo – non abbiamo visto reazioni da parte del Governo nazionale e dei Governi regionali della Sicilia e della Campania.

Assolutamente inutile perdere ancora tempo con il Ministro Schillaci che è solo un chiacchierone

Intanto in Campania, leggiamo ancora nel comunicato, “Pasquale D’Agostino (che al suo ventunesimo giorno di rifiuto di assumere alimenti, accusa un calo di tredici chili) continua lo sciopero della fame avendo lasciato una dichiarazione di voler ‘andare fino in fondo e di non voler smettere fino a quando gli allevatori non riceveranno una risposta’ che ancora non arriva dopo che lo stesso Pasquale D’Agostino e Sebastiano Lombardo hanno rivolto una lettera aperta al Presidente del Consiglio Meloni ed al Ministro Schillaci cui è indirizzata la petizione degli allevatori”. Per la cronaca, Orazio Schillaci, Ministro della Salute-Sanità, probabilmente è il Ministro che passerà allo storia per il nulla della sua azione amministrativa e politica condita dalle tante chiacchiere che distribuisce a piene mani. Nel comunicato si cita anche la visita di una delegazione del Coordinamento Salviamo le Bufale formata da Adriano Noviello (presidente dell’Associazione di Tutela Allevamento Bufala Mediterranea) e Francesco Geremia (segretario della CNA Confederazione Nazionale Artigiani Campania Nord) che è stata ricevuta in Prefettura, a Caserta, dal Prefetto Vicario, Dott. Biagio Del Prete che ha ‘preso atto con preoccupazione della gravità della situazione di salute di Pasquale D’Agostino e si è impegnato a rappresentarla con una nota al Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, ed al Sottosegretario on.le Marcello Gemmato”. Lodevole l’iniziativa del Prefetto, ma non crediamo che i Ministri faranno qualcosa per gli allevatori del Sud Italia e della Sicilia.

Allevatori siciliani e campani, fateci sognare: date vita a un movimento di popolo come hanno fatto i Forconi siciliani nel Gennaio del 2011

Adriano Noviello, che come annunciato dal Coordinamento, affianca Pasquale D’Agostino nello sciopero della fame ad oltranza, cosa che aveva già fatto nel Gennaio 2022. “Allora – leggiamo sempre nel comunicato – grazie ad uno sciopero della fame condotto con Peppe Pagano, si avviò il Movimento che, proprio grazie a quell’impegno incassò il primo risultato: la Regione Campania (che fino ad allora lo aveva sempre negato) ascoltando le istanze ragionevoli della scienza e degli allevatori, ammise nel Piano la Vaccinazione e l’Autocontrollo dando prova di lungimiranza. Poi accadde che le aspettative furono tradite, il Piano è stato gestito come sempre dalla logica della macelleria, la Regione Campania si è rifiutata di aprire un tavolo di confronto scegliendo la via della conservazione invece che il coraggio del cambiamento. Ora, con questo nuovo sciopero della fame, gli allevatori tornano a sperare nella ragionevolezza della politica che è chiamata alla vera prova di coraggio: quella di dimostrare che sceglie la via del cambiamento per risolvere i problemi e garantire gli interessi collettivi che in trent’anni di fallimenti sono stati inascoltati”. Noi ci auguriamo che le cose vadano così, anche se siamo pessimisti. Ribadiamo: l’univa via da percorrere è, come si diceva negli anni ’70 del secolo passato, “una lotta dura senza paura”. Aspettare che il Governo Meloni, ferocemente antimeridionale a antisiciliano, faccia qualcosa è pure illusione. Al massimo potrà essere costretto a fare qualcosa. Ma, per l’appunto, ci vuole’ ‘qualcosa’. Con il centrosinistra, con i grillini e con il centrodestra, tutti, ribadiamo, ferocemente antimeridionali e antisiciliani, ci vuole una grande protesta popolare, tipo i Forconi siciliani del 2011.

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