La storia delle ‘terrae nullius’ luoghi del mondo non abitati da nessuno e non sottoposti alla sovranità di questo o quel Paese. Sono più di quanto si pensi anche se…

di Nota Diplomatica

Il ‘caso’ della Repubblica di Liberland

Nel diritto internazionale, il termine ‘terra nullius’ esprime il concetto di un territorio che non è abitato o che almeno non è sottoposto alla sovranità di alcuno Stato. Siccome gli Stati tendenzialmente cercano di arraffare tutto il territorio possibile, i casi di terrae nullius (il plurale) sono relativamente poco comuni nel mondo, ma forse non così rari quanto si potrebbe supporre. Esempi attuali comprendono la Terra di Marie Byrd in Antartide, la cui rivendicazione è bloccata dal Trattato Antartico del 1959. Un altro territorio che ricade nella definizione è quello del cosiddetto ‘triangolo’ di Bir Tawil, un’area disabitata di 2.060 km² situata tra l’Egitto e il Sudan e non reclamata da nessuna delle due nazioni. Poi c’è il caso di alcune piccole zone di confine sulle rive del Danubio contese senza entusiasmo tra Serbia e Croazia, ed altre ancora sulla riva occidentale che non sono invece rivendicate da nessuno. La Croazia sostiene che siano territori serbi, mentre la Serbia non li riconosce affatto. Il più importante di questi è Gornja Siga, con un’estensione territoriale di circa 700 ettari, dove nel 2015 è stata fondata la ‘micronazione’ denominata ‘La Repubblica di Liberland’ (foto sopra tratta da Reddit). Si direbbe quasi che questo mini-staterello fosse stato progettato dopo una lunga serata in osteria. Il ‘Paese’, poco più grande del territorio comunale di Ravenna, non aveva assolutamente abitanti. Poi – forse a causa di un consumo eccessivo di vino – Liberland si è improvvisamente trovata con un Presidente, un Ministro delle Finanze, uno agli Affari Esteri, e altri all’Interno e alla Giustizia, nonché due Vice-Presidenti. Comunque sia, dopo otto anni durante i quali il microstato si è finanziato essenzialmente vendendo passaporti ai collezionisti, i croati si sono stufati e, nell’Autunno del 2023, sono entrati e hanno smantellato ciò che c’era di Liberland. Poi, se ne sono tornati a casa…

La Corte australiana sull’occupazione britannica

Le terre ‘di nessuno’ spesso restano tali proprio perché non vale né la pena né il costo di ‘governarle’. D’altro canto, come si vede dalla fine fatta da Liberland, gli Stati ‘reali’ sono gelosi del proprio potere e perlopiù non vogliono neanche concorrenti inermi, inutili e ridicoli sulle proprie frontiere. Queste situazioni non sono però tutte delle barzellette. Nel 1788, quando l’Impero Britannico decise che anche l’Australia doveva essere tra i suoi possedimenti, ne giustificò la presa di possesso e la colonizzazione proprio con la dottrina di terra nullius. Non che il continente fosse esattamente ‘disabitato’, c’erano già gli aborigeni, ma non si erano organizzati in uno Stato ‘sovrano’ e dunque, per gli inglesi, era come se non ci fosse nessuno… Nel 1992, nel caso di Mabo vs. Queensland, una Corte australiana ha stabilito che, all’epoca dell’occupazione britannica, il Paese non era affatto una terra nullius. È stata una vittoria più ‘morale’ che pratica. Per qualsiasi reclamo, la Corte ha anche precisato che i discendenti degli abitanti originali avrebbero dovuto dimostrare di aver mantenuto un legame ‘ongoing’ – cioè ‘continuo’ – con le loro terre tradizionali negli oltre due secoli intercorsi dall’arrivo dei britannici… Un’impresa e, per i più, una beffa…

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *