L’Anas che lavora sulla Pa-Ct senza soldi ad Aprile è il segno del crollo imminente? Il post di Ciro Lomonte e il nuovo Patto di stabilità che costerà all’Italia 18 miliardi di euro all’anno

La Sicilia si conferma terra pirandelliana: presentano alcuni lavori completati nell’autostrada Palermo-Catania ma non hanno i soldi per pagare le imprese. Gli imprenditori dovrebbero lavorare per la gloria? E chi li paga i salari agli operai?

“A più riprese Siciliani Liberi ha detto e scritto che il 2024 sarà per l’Italia e la Sicilia l’anno del collasso finanziario. Con la fine dell’euro e, ovviamente, dell’artificiosa ‘unione’ su di esso costruita. I fatti, ogni giorno di questo 2024, non fanno che confermare la validità delle tesi di Siciliani Liberi”. Così il Segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte (foto sotto), apre il suo post tornando sull’argomento che tratta da oltre un anno: il crollo, a suo avviso ormai imminente, dell’Unione europea e dei Paesi che ne fanno parte, compresa l’Italia. Lomonte parte da un fatto di cronaca che, in verità, ha stupito anche noi: l’Anas senza soldi ad Aprile. Per la cronaca, l’Anas è una società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane che si occupa di infrastrutture stradali. Il Segretario politico di Siciliani Liberi cita una dichiarazione di un imprenditore edile la cui impresa ha completato i lavori di un tratto dell’autostrada Palermo-Catania sena ave ancora ricevuto il pagamento. Dice l’imprenditore: “La categoria delle imprese è preoccupata, perché se la prima stazione appaltante in Italia ha un problema di liquidità in un momento particolarmente importante dal punto di vista degli investimenti questo rappresenta un elemento critico. Non è un problema solo del compartimento Sicilia ma dell’intero sistema Paese”.

L’Italia sta affondando ma non si deve dire

Lomonte riporta anche la risposta dell’ingegnere Lelio Russo, sub commissario per i lavori di adeguamento e ristruttrazione dell’autostrada A19 in questione (la sigla A19 sta per autostrada Palermo-Catania ndr): “Il problema in questo momento è che non abbiamo cassa, perché abbiamo speso tutti i soldi che ci avevano dato. Per cui adesso c’è bisogno di un ulteriore immissione di liquidità nelle casse di Anas per procedere ai pagamenti. Abbiamo scritto due lettere al Mef ma ancora non abbiamo risposta. Ci sono dei pregressi che le imprese stanno maturando”. Commenta il leader degli Indipendentisti siciliani: “Sentendo la notizia, il Presidente della Regine siciliana, Renato Schifani, ha assicurato il suo impegno per fare avere ad Anas i soldi con cui pagare le imprese. Anas, dunque, è senza soldi ad Aprile: ovvero ad appena il quarto mese dell’anno. E non è in grado di pagare imprese che hanno completato, collaudato e consegnato i lavori. Il ‘Mef’ di cui parla Russo, come Siciliani Liberi ha spiegato più volte, è il Tesoro dello Stato. Ovvero il Ministero con sede in via XX Settembre, a Roma, dove pochi tecnici governano pienamente l’Italia ormai dal 2011, ovvero dalla defenestrazione dell’allora presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi ndr) con la ridicola vicenda dello spread. Ricordiamo che la defenestrazione di Berlusconi avvenne perché Mario Draghi gli rimproverava di fare un deficit del 3,4% del Pil. Draghi farà deficit pari all’11% del Pil. E il Governo di Giorgia Meloni (foto sotto) ha fatto un deficit del 7,4% nel 2023 appena comunicato da Istat. Eppure, nonostante questi enormi deficit accumulati dai governi Conte, Draghi e Meloni, Anas non ha in cassa poche decine di milioni da trasferire alla sede siciliana per pagare le imprese”.

Siciliani Liberi ribadisce la necessità che tutti i Sindaci siciliani dichiarino immediatamente il dissesto finanziario dei loro Enti

Il motivo per cui l’Anas è senza soldi a fine Aprile, sottolinea Lomonte, “è che il Tesoro assicura a Regioni e Comuni ed enti dello Stato, fra cui Inps ed Anas, i soldi per gli stipendi del personale. Ma non quelli per pagare gli appalti. Tutto è fermo. I soldi servono a pagare gli stipendi e la cassa integrazione in deroga a molti milioni di lavoratori le cui aziende – tutte ferme – altrimenti provvederebbero all’immediato licenziamento. Né gli imprenditori non pagati da Anas possono andare in banca e farsi pagare le fatture praticando ad esempio uno sconto del 10% trasferendo alla banca il credito. Perché le banche, che dallo Stato sono state tutte salvate nel 2016 con il trasferimento di oltre 500 miliardi di sofferenze bancarie (cioè di crediti che imprese, famiglie ed enti pubblici non restituivano più), sanno benissimo che il Tesoro (cioè la cassa dello Stato) sta per dichiarare default. Ovvero l’insolvenza sul debito pubblico. Perché a differenza del 2011, in cui gli interessi erano di poco superiori allo zero, oggi sono quasi al 5%. E il Tesoro non è in grado di reggerli. Perché il Paese è oltremodo indebitato, e la produzione industriale al minimo da 40 anni. Ecco perché Siciliani Liberi ribadisce la necessità che tutti i Sindaci siciliani dichiarino immediatamente il dissesto finanziario dei loro Enti. Che non si proceda in alcun modo ad aumentare tasse o tariffe, trasferendo al Tesoro la responsabilità di continuare a pagare gli stipendi dei dipendenti. Siciliani Liberi ha anche precise soluzioni per la gravissima crisi finanziaria, che in pochi giorni diverrà economica e sociale, che sta per deflagare pienamente in Italia e in Sicilia. Ma adesso è il tempo della responsabilità. Nessuna perdita di tempo con le ridicole ‘elezioni europee’, peraltro non democratiche”. Per Lomonte, Regione siciliana e Comuni dell’Isola dovrebbero dichiarare il dissesto finanziario. Alla Regione siciliana, sempre secondo il Segretario di Siciliani Liberi, “Roma non concederà null’altro (nessuna emissione di titoli di debito regionale, nessuna creazione del Tesoro regionale, etc.), ma sarà già un primo risultato. Come si vede anche in questo momento precedente al pieno dispiegamento della crisi, Siciliani Liberi è una forza politica concreta, pacata e interessata solo alla soluzione dei problemi della Sicilia”.

I politici della cosiddetta Seconda Repubblica si rendono conto dei danni che hanno prodotto infognando l’Italia nel sistema monetario euro?

A questo punto dobbiamo illustrare alcune verità. Il Governo di Giuseppe Conte ha accumulato deficit durante la pandemia azionando anche il bonus 110% che non è un provvedimento sbagliato ma è un po’ esagerato e, soprattutto, poco mirato: sbagliatissimo erogare il bonus edilizio 110% anche ai ricchi, la dimostrazione che il Governo Conte bis Movimento 5 Stelle-PD non è stato un Governo di sinistra; il Governo di Mario Draghi ha proseguito con i bonus pandemia aumentando il deficit, sempre per pagare i bonus e non ha bloccato gli errori del Superbonus 110% del precedente Governo Conte bis; il Governo di Giorgia Meloni ha ereditato tutti i bonus dei due precedenti Governi e ne sta pagando le conseguenze. Di fatto, il 7,4% di deficit fatto dal Governo Meloni sta servendo per pagare solo una parte dei bonus dei due precedenti Governi e se oggi, a fine Aprile, l’Anas è senza soldi, ebbene, ciò sta avvenendo anche perché in Italia si pagano tanti bonus e non soltanto il bonus 110%. L’errore politico del Governo Meloni sta nel cercare di far credere ai cittadini che tutti i problemi dei conti pubblici italiani sono legati al Siperbonus 110%: questo Superbonus è un problema ma ci sono tanti altri bonus e altri contibuti a fondo perduto: per esempio, i contributi per alcuni giornali (come potete leggere in questo articolo e in quest’altro articolo). Ora siamo arrivati alla fine della corsa: con l’approvazione del nuovo, folle Patto di stabilità da parte del Parlamento europeo l’Italia non potrà fare più dell’1% di deficit: follia totale in un sistema di ‘monetazione a credito’. Ciò significa che, da Settembre in poi, a meno che il Patto di stabilità non venga rivisto subito dopo le elezioni europee di Giugno (ammesso che si vada a votare), l’Italia dovrà recuperare 18 miliardi di euro ogni anno. Da dove li dovrebbe prendere? Smantellando tutti i bonus e quindi bloccando l’economia italiana? Togliendo altri soldi alla sanità pubblica da dove i medici e gli infermieri scappano per i carichi di lavoro stressanti e per i bassi stipendi? Dalla scuola piena di ‘classi pollaio’? I politici della cosiddetta Seconda Repubblica si rendono conto dei danni che hanno prodotto infognando l’Italia nel sistema monetario euro? Ha torto Lomonte quando dice che sta per saltare tutto?

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