Il Parlamento europeo spegne il microfono di una parlamentare che denuciava gli intrighi sull’acquisto dei vaccini anti-Covid ‘pilotati’ da Ursula von der Leyen e dalla Pfizer

Che fine hanno fatto gli antifascisti e gli anticomunisti? Queste forme di censura sono tipiche dei regimi fascisti e comunisti. E meno male che oggi, 25 Aprile, ricordiamo la liberazione dell’Italia dal fascismo!

Nel Parlamento europeo è vietato parlare degli affari e degli intrighi legati all’acquisto di vaccini anti-Covid. Ci ha provato l’europarlamentare Christine Anderson, che fa capo alla destra del Gruppo Identità e Democrazia (foto sopra tratta da Arezzo Informa). Ma è stata bloccata. In pratica, hanno spento il microfono. Come avviene nei regimi fascisti e comunisti è stata messa a tacere. Il fatto che questa parlamentare europea sia di destra giustifica un atto così grave? A nostro modesto avviso, no. Su tante cose non la pensiamo come questa europarlamentare. Ma questo non giustifica lo ‘spegnimento’ della Democrazia in un Parlamento. La notizia sta facendo il giro della rete. Un clamoroso autogol per il Parlamento europeo. Non ci sono – almeno noi non le abbiamo lette – dichiarazioni degli esponenti che si definiscono democratici. Noi abbiamo approfondito questa inquietante notizia su Radio Radio. La parlamentare europea ha parlato senza mezzi termini di corruzione: “Un Parlamento europeo che copre questa corruzione è altrettanto corrotto”, ha detto Christine Anderson. Ovviamente è scoppiato un putiferio. Com’è noto, la Procura europea indaga sulla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen (come potete leggere qui). Ma, a quanto pare, al Parlamento europeo l’argomento non può essere affrontato. E questo sarebbe un Parlamento libero? O siamo in pieno regime e non si deve dire?

A ordinare lo spegnimento del microfono dell’europarlamentare Christine Anderson è stata la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Il Parlamento europeo come “l’aula sorda e grigia” di mussoliniana memoria?

Le cronache raccontano che a ordinare lo spegnimento del microfono dell’europarlamentare Christine Anderson sia stata la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “La denuncia della parlamentare tedesca – leggiamo su Radio Radio – fa riemergere infatti lo Pfizergate, l’inchiesta sui negoziati per i vaccini tra la Presidente von der Leyen e Pfizer. Un massiccio approvvigionamento che avrebbe trovato importanti sviluppi in SMS tra von der Leyen e Albert Bourla, capo dell’azienda farmaceutica”. Superfluo aggiungere che un Parlamento che impedisce a un parlamentare di parlare ha, evidentemente, qualcosa da nascondere. E siccome parliamo di miliardi di euro, con tale atto che calpesta la democrazia il Parlamento europeo si è auto-screditato. Radio Radio riporta un passo dell’intervento dell’europarlamentare che non sono riusciti a bloccare: “Ha negoziato con il CEO di Pfizer tramite SMS un contratto del valore di 35 miliardi di euro – ha detto Christine Anderson -. E von der Leyen sorride persino al rimprovero della Corte dei Conti europea con un’arrogante alzata di spalle. Noi dobbiamo mostrarle il cartellino rosso, visto che la Procura europea la sta indagando per corruzione“. A questo punto il microfono della parlamentare europea è stato spento e la presidenza ha messo ai voti la mozione presentata dalla Anderson, che il Parlamento europeo non ha approvato. E’ incredibile che un fatto così grave stia passando, di fatto, sotto silenzio. Non è che il Parlamento europeo comincia a ricordare “l’aula sorda e grigia” di mussoliniana memoria? L’europarlamentare alla quale è stato impedito di parlare in Parlamento non ricorda anche i dirigenti comunisti ‘silenziati’ dopo la rivoluzione russa perché non obbedivano ai dettami di chi aveva finanziato la stessa rivoluzione russa?

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