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Razzi per incendiare il Monte Pellegrino? O tecnologie usate in tutto il mondo?

Razzi per incendiare il Monte Pellegrino
Tratto da lasiciliaweb
Se sono stati i razzi a provocare l’incendio sul Monte Pellegrino di Palermo non ci dovrebbero essere problemi ad appurarlo. Se sarà così verrà fugato il dubbio di tecnologie sconosciute per appiccare il fuoco

Torna il caldo in Sicilia. Per oggi le previsioni raccontano di una giornata a 35 gradi. ‘Numeri’ che vanno presi con le pinze, perché spesso si registrano temperature maggiori. Si temono altri incendi, boschivi e non soltanto boschivi, dal momento che nella nostra Isola quasi nessuno si occupa di eliminare le erbe e gli arbusti secchi nel sottobosco e anche nelle aree comunali e private. A Palermo, dalle parti di Monte Pellegrino, dove qualche giorno fa un incendio ha incenerito una parte della Riserva naturale, si sono tutti auto-assolti. Perché? Perché hanno scoperto l’acqua calda, ovvero che l’incendio è stato appiccato da criminali. Alcuni abitanti avrebbero visto passare un razzo responsabile, a quanto pare, dell’incendio. Forse avranno avvertito la presenza di più razzi, dal momento che l’incendio si è sviluppato simultaneamente in più punti. Non sappiamo se si tratta di razzi o di altre tecnologie. Un fatto, però, è certo: come scriviamo da qualche anno (prima su I Nuovi Vespri, oggi in questo sito), gli incendi boschivi sono un fenomeno mondiale e sono tutti dolosi. Nel caso di Monte Pellegrino, a Palermo, le auto-assoluzioni sono fuori luogo, perché come avviene in tante altre parti della Sicilia è stata la presenza delle erbe e degli arbusti secchi ad accelerare la diffusione del fuoco. Ed è veramente singolare che in una Riserva naturale di proprietà della Regione siciliana non venga effettuata nei tempi dovuti la rimozione delle erbe e degli arbusti secchi. Il resto sono solo chiacchiere.

La mappa degli incendi nel mondo in un planisfero digitale messo a punto della NASA. In Africa e in Sudamerica gli incendi più diffusi

Quanto ai “razzi” che avrebbero dato il via agli incendi, ebbene, se sono tali gli inquirenti dovrebbero appurarlo con facilità. C’è chi dice che tali razzi sarebbero partiti da alcune abitazioni che si trovano non lontano dall’aria di Monte Pellegrino andata a fuoco. Vedremo cosa diranno le indagini. Noi, intanto, segnaliamo una mappa degli incendi che in questo momento colpiscono le aree verdi del Pianeta Terra. Si tratta di un planisfero digitale messo a punto dalla NASA, sigla che sta per National Aeronautics and Space Administration (in italiano: “Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche”). E’ un’immagine impressionante (che potete vedere qui: https://www.elledecor.com/it/lifestyle/a37278280/mappa-incendi-nasa/) che è stata pubblicata lo scorso 7 Luglio. Le cronache di Giugno e Luglio ci hanno raccontato di grandi incendi in Canada. In realtà, quelli che a noi sono sembrati grandi incendi sono poco o nulla a cospetto di quanto è successo e che forse sta ancora succedendo nel centro-sud dell’Africa, ovvero nella repubblica Democratica del Congo, in Tanzania e nell’Angola. In questa parte del Continente africano gli agricoltori sono abituati a ripulire i terreni con il fuoco. Ma gli incendi spaventosi illustrati dal planisfero della NASA non sembrano sotto il controllo degli agricoltori: anzi! Il fatto che se ne parli poco, o che non se ne parli affatto, non significa che nel centro Africa non ci siano problemi con incendi.

Abbiamo abbiamo esatta contezza degli effetti che questi incendi hanno provocato e, forse, stanno continuando a provocare nel mondo. Sembrerebbe di no

Gravissima, anche, la situazione nel Sudamerica, con incendi intensi e molto diffusi nell’area centrale di questa parte del Continente americano. Abbiamo più volte raccontato degli incendi boschivi in corso in Canada, dove sono andati in fumo circa 13 milioni di ettari di boschi e dove le fiamme non danno tregua da metà Maggio, con problemi enormi causati dall’inquinamento dell’aria: inquinamento dell’aria che tocca il Canada e alcuni Stati del Nord America (come potete leggere qui: https://www.ultimavoce.it/il-nord-america-brucia-aria-irrespirabile-negli-usa/). In Canada la situazione resta fuori controllo, con il fuoco che lambisce alcuni centri abitati, con i cittadini che sono stati costretti ad abbandonare le abitazioni (come potete leggere qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2023/08/17/canada-incendi-ordinata-evacuazione-piu-grande-citta-del-nord_0efa8a28-c414-42d2-be35-8dc7fc2b6b2b.html). Gli incendi hanno raggiunto una parte delle isole Hawaii, con danni enormi nell’isola di Maui, dove si contano fino a questo momento 67 decessi (come potete leggere qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2023/08/12/hawaii-sale-a-67-il-numero-delle-vittime-degli-incendi_5501597b-2344-4d25-b67f-f9b2b5943126.html). Se osservate il planisfero digitale che abbiamo allegato a questo articolo noterete che in Canada, dove la situazione è critica, i punti in rosso che indicano gli incendi sono tanti; tuttavia non sono densi come quelli che si possono osservare nel centro Africa e nella parte centrale del Sud America. Ciò significa che non abbiamo esatta contezza degli effetti che questi incendi hanno provocato e, forse, stanno continuando a provocare nel mondo.

In Sicilia da oltre un decennio c’è un problema di mancanza di prevenzione degli incendi non soltanto boschivi ma anche degli incendi nelle aree comunali e private

Perché quando scriviamo degli incendi boschivi battiamo sempre sullo scenario mondiale? Perché, come già accennato, il fenomeno è mondiale. E non si può escludere la presenza di una setta di invasati che agisce in tutto il Pianeta Terra. A Palermo – nell’incendio di Monte Pellegrino – il fuoco è stato appiccato con i razzi? Non ci resta che attendere l’esito delle indagini. Un fatto è certo: chi ha dato fuoco a tante aree della Sicilia sta usufruendo di un grande vantaggio: gli errori commessi dall’attuale Governo regionale – che poi sono gli errori commessi anche dai tre precedenti Governi – ovvero i mancati interventi di prevenzione degli incendi nelle aree verdi della Sicilia e anche nelle aree private e comunali. Il Governo regionale ha sottovalutato il problema, affidandosi al Corpo Forestale, alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco e agli aerei anfibi. I risultati fallimentari sono sotto gli occhi di tutti. Per prevenire efficacemente gli incendi servono le attività di prevenzione (eliminazione di erbe e arbusti secchi nelle aree verdi demaniali, nelle aree comunali e nelle aree private) che possono essere assicurare solo dalla presenza, per 365 giorni all’anno, degli operai forestali. Se nelle prossime ore dovessero materializzarsi altri incendi tutto l’ambaradan messo in campo dall’attuale Governo regionale servirà a poco. Gli ultimi tre Governi regionali hanno sottovalutato il ruolo degli operai forestali preferendo Coro forestale, Protezione civile, Vigili del fuoco, i mezzi aerei. E si vede…

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