Tanti, troppi incendi nella nostra Isola lo scorso Aprile. Sette anni fa il professore Silvano Riggio diceva: “Dietro gli incendi in Sicilia c’è una strategia terroristica”. E oggi?

Sette anni fa: “E’ impressionante la sequenza degli incendi, che si snodano da un capo all’altro dell’Isola”. Lo scorso Aprile lo scenario di fuoco si è ripetuto, addirittura in anticipo sul caldo estivo. Che sta succedendo?

“Dietro gli incendi in Sicilia c’è una strategia terroristica”. Così si esprimeva nel Luglio del 2017 il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia presso l’Università di Palermo. Sette anni fa l’Estate siciliana era piuttosto rovente non tanto per il caldo, quanto per gli incendi che colpivano a ripetizione le aree verdi della nostra Isola. E’ importante ricordare, è importante riannodare i fili tra il passato e il presente. Sette anni fa il professore Riggio gli incendi boschivi che finestavano la Sicilia la vedeva così: “Un’idea l’ho maturata. Questi che appiccano il fuoco in tanti punti dell’Isola, credo che siano più di cento i roghi contati fino ad oggi, non sono semplici piromani. Questo è terrorismo. Sì, siamo davanti ad atti terroristici sapientemente organizzati”. E ancora: “E’ impressionante la sequenza degli incendi, che si snodano da un capo all’altro dell’Isola. Ripeto, dietro questi fatti c’è una sapiente regia. Qualcuno ha approfittato del momento per scatenare l’inferno: le aree verdi senza le attività di prevenzione effettuate, il grande caldo, in qualche caso anche il vento. Troppe coincidenze”. Già allora il professore Riggio parlava di “effetti terribili”. E aggiungeva: “La Sicilia, oggi, ha urgente bisogno di verde, non di incendi. E chi ha appiccato il fuoco in tutta l’Isola queste cose le sa: sa di aver moltiplicato i problemi già gravi della nostra regione” (qui per esteso la nostra intervista al professore Riggio di sette anni fa). Oggi la situazione è molto più grave, se è vero che negli ultimi tre anni, in Sicilia, il fuoco ha incenerito oltre 200 mila ettari di verde.

Perché abbandonando le aree verdi i Comuni e la Regione siciliana non aiutano a prevenire gli incendi

Le parole del professore Riggio ci tornano in mente in queste ore. Aprile non è stato un mese particolarmente caldo. Al contraio, per alcuni giorni è tornato il freddo con la neve sull’Etna, sulle Madonie e sui Nebrodi. Eppure il numero di incendi registrati in Sicilia ad Aprile è impressionante. Fuoco nelle aree verdi e non soltanto nelle aree verdi. Abbiamo messo insieme alcuni articoli che abbiamo letto nelle scorse settimane. osservati ad uno ad uno, questi incendi sono cronaca. Se messi insieme danno l’impressione di una sorta di strategia in atto. Certo, la pubblica amministrazione siciliana – con riferimento alla regione e ai Comuni – non aiuta. Ieri sera abbiamo letto un post di Michele Salvatore Lonzi, già comandante del Corpo Forestale della Regione siciliana; “I Comuni in Sicilia emettono l’ordinanza relativa alla prevenzione dagli incendi di vegetazione. Si potrebbe quindi verificare il fenomeno dell’automulta nel caso della mancata pulitura delle sterpaglie nei terreni appartenenti al demanio del Comune”. Insomma, i Comuni che non eliminano erbe secche ed arbusti secchi dai propri terreni danno una grande mano a chi appicca il fuoco. Idem per i terreni dei privati. Poi c’è la Regione siciliana, che invece di far lavorare gli operai forestali tutto l’anno annucia l’avvio dell’attività di prevenzione degli incendi addirittura il 15 Maggio. Errore gravissimo in tempo di cambiamenti climatici, che ci sono, in parte provocati dal Sole e in parte frutto dell’attività umana che oggi manomette il clima, con il dubbio che ciò venga fatto per scopi militari (come potete leggere qui).

Ad Aprile scorso una sequenza impressionante di incendi in quasi tutte le province della nostra Isola

Quali sono i risultati? Vediamoli per grandi linee. Incendio a Realmonte, nell’Agrigentino (come potete leggere qui e anche qui) e ad Alessandria della Rocca, sempre in provincia di Agrigento (come potete leggere qui). Fuoco anche tra Cammarata e Acquaviva Platani, sempre nell’Agrigentino (qui un articolo). Incendi nella provincia Iblea: le fiamme hanno colpito Ragusa, Modica, Pagliarello Torre di Mezzo, Punta Secca (qui un articolo). Pesante, nel Ragusano, l’incendio che ha colpito la Riserva naturale di Randello (qui un articolo). Fiamme anche a Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa. Lo scorso 7 Aprile incendio anche alle porte di Enna (qui un articolo e qui un altro articolo). Il 15 Aprile incendio in un’area verde a Piazza Armerina, sempre nell’Ennese (qui un articolo) Nel Palermitano negli ultimi giorni di Aprile incendi a Termini Imerese (qui un articolo), ad Altofonte, a Belmonte Mezzagno, a Misilmeri, a Giardinello, a Gibilrossa, a Partinico. A Palermo città nuovo incendio nel pontile di Romagnolo (qui un video). Incendi anche nel Messinese a fine Aprile. Sterpaglie a fuoco a Barcellona Pozzo di Gotto (qui un articolo). E in fiamme nell’hotel abbandonato ‘La Silvanetta’ a Milazzo (qui un articolo). Incendi anche nel Trapanese, a cominciare dal fuoco che ha colpito la periferia di Marsala lo scorso 29 Aprile nella zona della fiumara del Sossio (qui un articolo). Fuoco nella montagna di Erice lo scorso 25 Marzo, nell’area di Piano Guastella (qui un articolo). Lo scorso 21 Marzo un incendio in uno stabile di Trapani (qui un articolo). Sempre nel Trapanese, fiamme sul monte Inici, a due passi da Castellammare del Golfo (qui un articolo). Fuoco anche nel Catanese ad Aprile, con un incendio di origine dolosa a in un bar a Catania (qui nun articolo) e doppio incendio alle pendici dell’Etna (qui un articolo). Ci fermiamo qui e forse qualche altro incendio ci sarà sfuggito.

Troppe coincidenze

Che dire di tutti questi incendi in un periodo – lo ribadiamo – caratterizzato da temperature che non hanno superato i 20-24 gradi? Comprensibile il fuoco in una Sicilia con temperature superiori a 40 gradi, magari con il vento di Scirocco. Meno comprensibili gli incendi con temperature di 20-24 gradi in assenza di grandi sciroccate. Sette anni fa, davanti a tanti incendi estivi che colpivano la Sicilia il professore Riggio diceva: “Troppe coincidenze”. Lo stesso discorso vale per quanto è avvenuto ad Aprile: troppe coincidenze. Qui non si tratta di essere “complottisti”: al contraio, si tratta di provare a capire che costa sta succedendo e, soprattutto, cosa potrebbe succedere quando le temperature saliranno: e ormai l’Estate siciliana è alle porte.

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