Con la piega che sta prendendo la guerra a Gaza aspettiamoci la chiusura del Mediterraneo. Le parole di un esponente delle Guardie Rivoluzionarie islamiche dell’Iran

La notizia di qualche settimana fa, riportata dall’ANSA, è passata inosservata. Con quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza forse è il caso di riflettere su quanto potrebbe succedere. Così come hanno bloccato il Mar Rosso potrebbero bloccare il Mediterraneo

E’ passata quasi sotto silenzio una dichiarazione del Generale di Brigata Mohammad Reza Naqdi del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran, secondo il quale il Mediterraneo potrebbe essere “chiuso” se gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a commettere “crimini” a Gaza. La notizia l’abbiamo appreso qualche settimana fa dall’ANSA, che l’ha ripresa dalla Reuters: “Dovranno aspettarsi presto la chiusura del Mar Mediterraneo, dello Stretto di Gibilterra e di altri corsi d’acqua”. La notizia va presa sul serio, sia perché l’Iran, in questi giorni, è stato oggetto di un gravissimo attacco terroristico a Kerman, sia perché Israele non accenna a ridurre la pressione sulla Striscia di Gaza. A giudicare da quello che sta succedendo, la situazione, per i palestinesi e per Hamas si complica di giorno in giorno. Insomma, non è da escludere che il mondo arabo, in buona parte schierato in favore della causa palestinese, e tutto il contesto internazionale anti-occidentale decidano di allargare il tetro di guerra al Mediterraneo. Reza Naqdi, nei giorni scorsi, ha parlato della “nascita di nuove forze di resistenza” e ha lanciato un messaggio preciso: “Ieri il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz erano un incubo per loro, oggi sono intrappolati nel Mar Rosso”. Il riferimento è al blocco del Mar Rosso operato, di fatto, dall’Iran e dai suoi alleati. (foto sopra tratta da Wikipedia)

Ormai da quasi un mese tantissime navi commerciali non passano più dal Canale di Suez ma allungano il tragitto passando dal Capo di Buona Speranza con un aumento dei costi

Abbiamo già raccontato cosa sta succedendo da quelle parti: ” Ne abbiamo scritto lo scorso 19 Dicembre annunciando un aumento dell’inflazione e crisi economica in generale. Per percorrere il Canale di Suez, direzione Mar Mediterraneo, le navi mercantili debbono passare dallo Stretto di Bab al-Mandab. Ed è lì che si sta concentrando un nuovo focolaio di guerra. Alcune navi commerciali dirette in Europa vengono attaccate dai ribelli Houthi, un gruppo armato prevalentemente sciita zaydita dello Yemen, considerate vivine all’Iran. I ribelli hanno cominciato a prendere di mira alcune delle navi commerciali occidentali, per ora solo con bombe e droni. Questo punto è controverso. I ribelli Houthi sostengono di bombardare solo le navi israeliane. C’è invece chi sostiene che in pericolo sono tutte le navi occidentali. In ogni caso, visto il clima di guerra che si è creato, molte compagnie di navigazione, ormai da quasi un mese, non percorrono più il Mar Rosso e il Canale di Suez ma preferiscono passare per il Capo di Buona Speranza. Con una maggiorazione dei costi che si riflette sui prezzi dei prodotti che esportano: petrolio, gas liquido ma anche tanti altri beni. Dietro i ribelli Houthi, come già accennato, ci sarebbe l’Iran. In realtà, la questione è molto più complessa, perché l’Iran è un Paese alleato della Russia e, di conseguenza, anche della Cina”. 

Già in Italia l’inflazione comincia a farsi sentire, anche se le autorità nascondono i veri ‘numeri’ dell’aumento generale del livello dei prezzi

Di fatto, l’Iran e i suoi alleati hanno bloccato il Canale di Suez. A meno di un mese dalla crisi del Mar Rosso l’inflazione, in Occidente e segnatamente in Europa comincia a farsi sentire. Il fatto che i vertici della Ue e i governi dei Paesi europei nascondano l’aumento dei prezzi non significa che il problema non c’è. I prezzi stanno aumentando e aumentano anche i soggetti che speculano sull’inflazione in arrivo, cominciando ad aumentare i prezzi. I prezzi dei generi alimentari sono sempre alti e aumenteranno anche i prezzi dei mezzi di trasporto pubblici. Ieri abbiamo raccontato dell’aumento dei prezzi dei biglietti dei treni in Italia e a Palermo, con riferimento ai treni che percorrono il Passante ferroviario. Il problema ora rischia di aggravarsi. “Non va dimenticato – leggiamo in un canale Telegram – che gli alleati dell’Iran sulle sponde del Mediterraneo sono gli Hezbollah libanesi e le milizie siriane. Quindi il Mediterraneo orientale potrebbe essere ‘chiuso’ dagli amici di Teheran”.

Il problema non è solo economico e commerciale. Il problema è che il Mediterraneo diventerebbe il nuovo teatro di guerra. Per l’Europa sarebbe un disastro. E non parliamo della Sicilia, che si ritroverebbe al centro di una guerra

Quello che stiamo cercando di raccontare è che l’Iran e i suoi alleati potrebbero cominciare a chiudere il Mediterraneo. Questa prospettiva, tutt’altro che campata in aria, per l’Unione europea sarebbe un disastro. Si bloccherebbero le attività commerciali via mare, già ridotte dalla chiusura del Canale di Suez e si fermerebbero le attività di pesca di altura. Il tutto in uno scenario in cui il Mediterraneo diventerebbe il nuovo, vero teatro di guerra. Per la Sicilia sarebbe un ‘gran casino’, visto che ci troviamo sul groppone la base militare di Sigonella e il Muos di Niscemi. Sarà così? Ci toccherà intervenire direttamente? Non è da escludere nulla, soprattutto se Israele dovesse completare lo ‘svuotamento’ della Striscia di Gaza. Impossibile non ricordare gli errori commessi dall’Unione europea, prima nella guerra in Ucraina e ora nella nuova guerra in Medio Oriente. La Commissione europea si è schierata acriticamente accanto agli USA contro la Russia; ripetendo il copione nella guerra in Medio Oriente. L’Italia, che per anni ha guidato in Europa il difficile tentativo di dialogo tra israeliani e palestinesi, soprattutto con Aldo Moro, Giulio Andreotti e Bettino Craxi, si ritrova oggi con una politica estera ‘schiacciata’ sugli interessi degli Stati Uniti d’America che, dovendo difendere l’area del dollaro dall’attacco concentrico di Cina, India, Russia e, in generale, dei Paesi del BRICS, hanno tutto l’interesse a fomentare le guerre nell’universo mondo. Tanti, troppi gli errori commessi negli ultimi due anni dall’Italia. Come dimenticare i politici italiani con l’elmetto, pronti a combattere in Ucraina? Quindi l’errore più grave: la presenza di Mario Draghi a capo del Governo italiano proprio nel momento in cui sarebbe servito un freno nella guerra contro la Russia da parte dell’Occidente. Un Governo Draghi, lo ricordiamo, che ha accentuato lo scontro con la Russia. Ora ci dobbiamo aspettare di tutto. Sì, di tutto.

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