I professionisti della strumentalizzazione politica sempre attenti alle ‘pagliuzze’ ma mai disposti a vedere la ‘trave’ dell’antimafia che usa il denaro pubblico per amici & associati che si professano ‘etici’

di Andrea Piazza

Il solito tanto rumore per nulla contro l’assessore regionale Nuccia Albano e il solito silenzio verso l’industria dell’antimafia che prospera sul denaro pubblico

L’ultimo polverone è stato intenso ma breve. Si è sollevato improvvisamente, come un microburst che ha investito l’assessore regionale ed amica, Nuccia Albano (foto sopra tratta da La Sicilia). La miccia che ha innescato la polemica è stata determinata dall’avere accettato l’incarico come consulente di parte su richiesta del figlio di Alfonso Tumbarello, medico imputato per avere protetto e curato la latitanza dell’ultimo boss Matteo Messina Denaro. Per spezzare qualsivoglia strumentalizzazione, a distanza di poche ore, la dottoressa Albano ha rimesso l’incarico. Nella gionata di ieri, la notizia ha polarizzato l’attenzione di tutte le principali testate online, rilanciando stamane la notizia sulla carta stampata nonostante si fosse già consumata come un fuoco di paglia.

Magari diamo pure una ‘botta’ a Totò Cuffaro che non guasta mai. Miseria dell’informazione

L’edizione Palermo di un noto quotidiano a tiratura nazionale è riuscito ad andare oltre le ‘colonne d’Ercole’, pubblicando in prima non solo l’immagine dell’assessore Albano ma inserendo anche quella di Totò Cuffaro (estraneo alla vicenda… per tentare di prendere due piccioni con una fava). Sono amico dell’assessore Albano che conosco dalla mia tenera età di 9 anni, quando la stessa era un’allieva del Professore Marco Stassi (mio parente), primario presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo. Nuccia Albano è stata la prima donna nel Meridione a diventare medico legale, laureatasi anche in lettere. Sino all’ingresso in politica non ha dovuto mai parlare del suo trapassato remoto familiare, anche perché non avrebbe avuto argomenti, dal momento che viveva in collegio e quando morì il padre aveva appena compiuto 10 anni. È il caso di dire che la sua esistenza unitamente ai fratelli è stata destinata agli affetti familiare ed alla professione.

L’articolo 27 della Costituzione italiana, questo sconosciuto

Disgraziatamente, in taluni momenti, la politica si trasforma in una sorta di rito primitivo tribale che scatena gli animi dei più impulsivi sulla linea del fronte armato mors tua vita mea… la strada comune battuta non da meno dal mondo dell’informazione. Una parte di noi non accetta questi toni e, animata dallo spirito garantista, rifiuta “il piglio inquisitorio condito con una spruzzata di ipocrisia”. I garantisti tutti di un pezzo, spesso tralasciano la portata dell’art. 27 della Costituzione, che sancisce il principio in base al quale la responsabilità penale è personale, ovvero che NON È FAMILIARE. Per diritto naturale ognuno di NOI risponde prima di tutto alla propria coscienza. Anche se imperfetti, l’esperienza di vita è la maturazione possono aiutarci ad essere migliori di ieri.

Antimafia & denaro e Antimafia francescana

Alla luce delle nubi che si stavano per addensare intorno alla scelta professionale dell’amica Nuccia, che per sgombrare il campo da qualsivoglia strumentalizzazione ha revocato “opportunamente” la disponibilità, vorrei ritornare brevemente sul sentiero dell’antimafia alimentata da sovvenzioni pubbliche. Criticamente parlando è stata prestata massima attenzione per individuare la pagliuzza – “l’accettazione di un incarico tecnico” – ma al solito si continua a non vedere la trave, ovverosia il fiume di danaro pubblico che avvolge il mondo dell’industria dell’antimafia che, predatoriamente, utilizza le risorse pubbliche come un bancomat per amici ed associati che si professano ‘etici’. Esiste un antidoto per giungere ad una rigenerazione valoriale: l’antimafia francescana che, disinteressatamente, a differenza dei farisei dell’industria dell’antimafia, predilige la vendita del patrimonio confiscato, rompendo il meccanismo perverso dell’approvvigionamento di pochi a danno della collettività.

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